Ipertensione anche da zucchero?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 28/10/2015 Aggiornato il 28/10/2015

Nuove scoperte dimostrerebbero che anche lo zucchero, così come il sale, avrebbe un’azione ipertensiva, fattore di rischio per l’insorgenza di malattie cardiovascolari. Attenzione anche ai bambini

Ipertensione anche da zucchero?

Tra i fattori di rischio che causerebbero ipertensione arteriosa e, di conseguenza, patologie cardiovascolari, si aggiungerebbe anche lo zucchero, ma non tutto, solo un suo componente: il fruttosio. A dichiararlo, sulla base di alcuni studi, è Simonetta Genovesi della Clinica Nefrologica dell’Università di Milano – Bicocca (Ospedale San Gerardo di Monza).

Dove si trova il fruttosio

Il fruttosio che dobbiamo “temere” non sarebbe, però, quello della frutta, il cui contenuto “è assolutamente trascurabile”, ma quello contenuto in:

  • zucchero comune o saccarosio. Il fruttosio costituisce, infatti, il 50% dello zucchero comune o saccarosio, il rimanente 50% è il glucosio,
  • sciroppi di fruttosio solitamente utilizzati dall’industria dolciaria, in cui il fruttosio è presente al 60%,
  • dolcificanti a base di fruttosio.

Sotto accusa

Il fruttosio sarebbe il fattore scatenante dell’ipertensione arteriosa perché contiene acido urico. E, come spiega la professoressa Genovesi, “numerosi studi hanno dimostrato che esiste un’associazione tra i livelli di acido urico e ipertensione” tanto che “sempre maggiori evidenze suggeriscono che l’acido urico debba venir considerato un marker di rischio cardiovascolare nell’adulto”.

A rischio anche i bambini

Per quanto riguarda l’alimentazione dei bambini , la professoressa Genovesi afferma che i cibi cui è stato aggiunto il fruttosio sono una delle principali fonti di acido urico nei bambini e negli adolescenti. E, come dimostrano alcuni esperimenti americani pubblicati su Hipertension (2012), “nei bambini e negli adolescenti la presenza di ipertensione è associata a più alti livelli di acido urico”. Dati confermati anche sulla popolazione infantile italiana da una ricerca condotta dalla stessa Genovesi e pubblicata sulla rivista scientifica Pediatrics.

Attenzione alla “fame” di zucchero

Secondo la Genovesi la “voglia” di zucchero si collegherebbe a quella di sale. I bambini, infatti, che bevono di più perché mangiano alimenti molto salati sono gli stessi che preferiscono le bevande gassate e zuccherine  (spesso contenenti sciroppi di fruttosio) all’acqua. L’associazione di sale e zucchero, di conseguenza, andrebbe ad amplificare i danni alla salute, in particolar modo provocando l’aumento della pressione sanguigna, azione tipica del sale.

 

 

 

 
 
 

In breve

PAROLA D’ORDINE: MODERAZIONE!

È importante trasmettere ai bambini (e soprattutto ai loro genitori) quanto sia importante un ridotto apporto di sale e di fruttosio soprattutto durante l’infanzia, per evitare i danni alla salute derivanti da un loro eccessivo consumo.

 

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