Bugiardi non si nasce… si diventa

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 29/11/2016 Aggiornato il 29/11/2016

I bambini piccoli non sono bugiardi. Imparano a esserlo con il passare degli anni. Ecco perché

Bugiardi non si nasce… si diventa

Chi pensa che esistano bimbi più propensi di altri a mentire a mamma e papà, e agli adulti in generale, solo per una questione di carattere si sbaglia. Bugiardi, infatti, non si nasce, ma si diventa. A dirlo è uno studio condotto da un team di ricercatori canadesi, della McGill University, pubblicato su International Review of Pragmatics.

L’esperimento su 100 bambini

La ricerca ha coinvolto quasi 100 bambini di età compresa fra i 6 e i 12 anni. Gli autori hanno mostrato loro una serie di video molto brevi, in cui alcuni pupazzi raccontavano delle storie create ad hoc. In alcune, i personaggi dicevano sempre e solo la verità, mentre in altre mentivano. Non sempre in malafede: talvolta, le menzogne servivano per progettare o aiutare un altro protagonista, mentre in taluni casi non avevano una precisa utilità e, anzi, potevano anche mettere in difficoltà qualcuno. In un secondo momento, i piccoli partecipanti sono stati invitati a guardare video di burattini che raccontavano versioni diverse di una vicenda e raccontavano anche dei pettegolezzi, spesso dannosi per altre persone. Durante e al termine della visione dei filmati, gli studiosi hanno chiesto ai bambini un parere, quali comportamenti andassero puniti e quali personaggi fossero stati disonesti. Lo scopo era capire quali fossero i loro pensieri a proposito dell’attitudine a mentire.  

Più si cresce e più si riflette

Dall’analisi dei risultati, è emerso che tutti i bambini, indipendentemente dall’età, sono stati in grado di capire con facilità la differenza fra bugie e verità. I più piccoli, però, erano poco interessati ai risolvi negativi dell’essere bugiardi. I più grandi, al contrario, tendevano più a essere in conflitto con se stessi di fronte alle menzogne e facevano fatica ad avere una visione netta sul tema. Gli esperti hanno concluso che la percezione della verità cambia man mano che si cresce: se i bimbi sono categorici e vedono sempre la disonestà come cattiva, i ragazzi considerano anche le piccole sfumature, per cui analizzano anche l’intento e il risultato della situazione prima di emettere un giudizio.

 

 

 
 
 

In breve

Sì AL DIALOGO, NO ALLE PUNIZIONI

È giusto insegnare al bambino la differenza fra bugie e verità. Quando, però, il ragazzo si mostra combattuto su cosa sia il bene e cosa il male, è consigliabile non liquidarlo con un “questo è giusto e quello è sbagliato”. Meglio discutere con lui delle sue perplessità. Anche questo aiuta a non trasformare i figli in bugiardi.

 

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