Risonanza magnetica anche per i bimbi con pacemaker

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 26/09/2016 Aggiornato il 26/09/2016

All’ospedale Bambino Gesù di Roma anche i bimbi che hanno pacemaker e altri dispostivi metallici possono accedere alla risonanza magnetica

Risonanza magnetica anche per i bimbi con pacemaker

La risonanza magnetica è un’indagine diagnostica molto importante, indispensabile in molte situazioni, per esempio per diagnosticare problematiche muscolo-scheletriche, ma non solo. Purtroppo non tutte le persone possono accedervi: se sono portatrici di pacemaker, protesi metalliche o qualsiasi altro tipo di dispositivo impiantabile metallico potrebbero non essere ritenute idonee per sottoporsi a questo esame. Fortunatamente, un team di fisici sanitari e medici del Dipartimento di Diagnostica per Immagini dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma ha reso disponibile la risonanza magnetica anche ai bambini con impianti. Ecco come.

Come funziona l’esame

La risonanza magnetica è un’indagine diagnostica che fornisce immagini dettagliate del corpo umano sfruttando campi magnetici e onde radio. Si avvale, infatti, dell’utilizzo di un macchinario che produce e invia al corpo, inserito in un grande magnete, impulsi a radiofrequenza. Il corpo emette onde radio “di risposta”, che vengono poi trasformate da un computer in immagini anatomiche delle porzioni analizzate. Fino a qualche tempo fa, questo esame non poteva essere effettuato nelle persone portatrici di impianti metallici, come pacemaker, il cui funzionamento può essere alterato dai campi elettromagnetici e che potrebbero esercitare un “effetto calamita”. Recentemente, però, sono stati messi a punto alcuni dispositivi compatibili con la risonanza magnetica: in certe condizioni controllate, dunque, si può eseguire la procedura.

Che cosa dice la legge

Nonostante ciò, c’è sempre molta paura nel sottoporre a risonanza magnetica le persone con questi dispostivi. Ecco perché l’ospedale pediatrico Bambino Gesù ha deciso di intervenire, integrando le disposizioni che regolano l’accesso a questo esame solo per i portatori di pacemaker e defibrillatori. “Ci siamo voluti dotare di queste regole per dare risposta ai bisogni di cura dei bambini con impianti che, in virtù di una legge che risale agli anni ‘90, in nessun caso potrebbero essere sottoposti a risonanza magnetica” ha spiegato Paolo Tomà, direttore del dipartimento di Diagnostica per Immagini del Bambino Gesù.

Caso per caso

Del resto, negli anni la tecnologia si è evoluta moltissimo e oggi gli apparecchi a disposizione sono molto diversi da quelli di un tempo. “Dopo anni di studi e ricerche siamo in grado di stabilire in quali circostanze, di fronte a quale tipo di dispositivo e con quale grado di rischio eseguire o meno l’esame. Ovviamente la valutazione viene fatta caso per caso” ha confermato Vittorio Cannatà, responsabile della Fisica Sanitaria del Bambino Gesù.

 

 

 
 
 

In breve

COME SI ESEGUE

L’esecuzione della risonanza magnetica è relativamente semplice, ma richiede la collaborazione da parte del bambino, che deve rimanere steso, fermo su un lettino, durante l’esame. Talvolta, prima può essere necessario somministrate un mezzo di contrasto per via endovenosa.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Si può dare l’acqua ai piccolissimi?

22/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Ad allattamento ben avviato, quindi più o meno dopo le prime settimane di vita, se ragionevolmente si ritiene che il bebè possa avere sete (o se si notano segni di disidratazione, come il pannolino asciutto per molte ore) gli si possono offrire piccole quantità d'acqua. Se fa numerose poppate nell'arco...  »

Coppia con bisnonni in comune: ci sono rischi per i figli?

22/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Il grado di parentela dovuto a bisnonni in comune non aumenta la probabilità di concepire figli con malattie ereditarie. A meno che vi siano persone malate o disabili tra i consanguinei in comune,   »

Dopo 4 maschietti arriverà la bambina?

16/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Non è assolutamente detto che dopo quattro figli maschi il quinto sarà una femminuccia perchè a ogni gravidanza si ripresentano le stesse probabilità di aver concepito un maschio o una bambina.   »

Placenta bassa in 16^ settimana: si può prendere l’aereo?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Una sospetta inserzione bassa della placenta va confermata con l’ecografia transvaginale a partire dalla 20^ settimana, quindi circa un mese prima di questa data è prematuro diagnosticarla: proprio per questo un viaggio in aereo si può affrontare senza rischi.   »

Dopo tre cesarei si può partorire naturalmente?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Al travaglio di prova dopo un parto cesareo, noto con l'acronimo TOLAC dall'inglese trial of labour after cesarean, possono essere ammesse solo le mamme che abbiano già affrontato l'intervento solo una, massimo due volte.   »

Manovre effettuate durante l’ecografia: possono causare danno al feto?

04/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Nessuna delle manovre manuali esterne effettuate dal medico per poter svolgere l'ecografia nel migliore dei modi può esporre il feto a rischi.   »

Bimbo di 4 anni con una tosse che non passa nonostante l’antibiotico

02/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

È un'eventualità frequente che i bambini della scuola materna passino più tempo a tossire che il contrario. Posto questo, l’antibiotico andrebbe usato quanto la tosse con catarro persiste per più di un mese senza tendenza alla remissione.  »

Fai la tua domanda agli specialisti