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Tra i vari cambiamenti del primo trimestre, nella futura mamma può verificarsi anche un’alterazione del gusto, per cui cibi prima molto graditi possono all’improvviso risultare fastidiosi.
Un caso tipico è costituito dal caffè, molto apprezzato prima della gravidanza e divenuto improvvisamente disgustoso appena la donna è rimasta incinta. In questo cambiamento, spesso associato alla nausea, sono coinvolti diversi fattori: ecco i principali.
Gli ormoni
I cambiamenti di gusto di questo periodo sono dovuti soprattutto agli ormoni della gravidanza (in primo luogo, all’Hcg, la gonadotropina corionica umana), prodotti dal primo giorno dopo l’annidamento dell’ovulo in utero, che avviene circa una settimana dopo la fecondazione da parte dello spermatozoo.
L’aumento delle secrezioni salivari
Responsabile del cambiamento del gusto può essere anche una variazione della secrezione delle ghiandole salivari, che provoca una maggior produzione di saliva, fino ad arrivare, in rari casi, alla scialorrea, un disturbo a seguito del quale la donna non riesce a deglutire la saliva prodotta in eccesso.
Il rallentamento della digestione
La modificazione del gusto può dipendere anche da un cambiamento della motilità dell’apparato digerente, quindi dell’esofago, dello stomaco e dell’intestino.
In pratica, si verifica un rallentamento della motilità di tutto l’apparato, che si manifesta sia con il bruciore di stomaco (il cibo, rimanendo più a lungo in quest’organo, richiama più acidi) sia con un rallentamento dei movimenti dell’intestino e quindi con la stitichezza.
Che cosa fare
Il consiglio del ginecologo è quello di tamponare il senso di nausea e di disgusto consumando qualcosa di “asciutto” come una fetta biscottata o qualche cracker. Questo consiglio vale soprattutto per il mattino, quando l’alterazione del gusto è più spiccata dopo il digiuno notturno.
Ovviamente, poi, è meglio non sforzarsi a mangiare ciò che non piace, e in particolare evitare i dolci e i grassi che affaticano la digestione e predispongono a un aumento di peso eccessivo.