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Reflusso, stipsi e nausea in gravidanza si possono curare con le erbe. In caso di stitichezza vengono suggerite tisane contenenti senna e cascara, limitandone l’uso a brevi periodi, o meglio lassativi osmotici come la manna: sono costituiti da sostanze difficilmente assorbibili dall’intestino, che richiamano acqua all’interno del lume intestinale favorendo un aumento della massa liquida e, quindi, l’evacuazione.
Non arrivano alla placenta
Le mucillagini della malva o dell’altea, utili contro la stitichezza o la sindrome di colon irritabile, sono considerate tra i rimedi più sicuri, perché contengono sostanze che non vengono assorbite dall’organismo e non arrivano alla placenta. Se assunte in forma di estratto secco, possono risultare utili anche in caso di reflusso gastro-esofageo. Ma per un transitorio disturbo digestivo può servire anche la tisana di fiori di camomilla o di semi di finocchio. Gli esperti dunque confermano che reflusso, stipsi e nausea in gravidanza si possono curare con le erbe.
Zenzero multiuso
Anche gli estratti di rizoma di zenzero hanno dimostrato, in recenti studi, di possedere una significativa efficacia nel controllo nella nausea gravidica, nonché di promuovere la produzione di latte: si assumono in forma di capsule ma, nelle forme più lievi di nausea, anche solo masticare qualche fettina di zenzero fresco o grattugiato sugli alimenti o in tisana può bastare.
Non tutte vanno bene
Anche se è dimostrato che reflusso, stipsi e nausea in gravidanza si possono curare con le erbe, bisogna fare attenzione: anche i rimedi della natura possono comportare dei rischi. Per alcune piante, come l’estratto di lampone, sono a disposizione studi specifici, ma non abbastanza numerosi per classificare una pianta come sicura in gravidanza o allattamento. Per altre ci sono approfondimenti validi: la camomilla e la valeriana, per esempio, hanno dimostrato effettive attività ansiolitiche. Per altre ancora ci sono dati contradditori: è il caso della Galega officinalis, usata per aumentare la produzione di latte. Contiene una sostanza con attività ipoglicemizzante che potrebbe interferire sul metabolismo glucidico del lattante. No categorico a iperico, ginkgo biloba e ginseng: studi sull’animale dimostrano una riduzione di peso alla nascita dei cuccioli e un aumento della durata del sanguinamento nella partoriente. Da dimenticare anche l’uva ursina, che combatte cistiti e uretriti, ma può essere rischiosa per il feto.