Sesto mese di gravidanza

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L’utero continua a crescere

Alla fine del sesto mese, l’utero della futura mamma si protende circa 5 centimetri sopra la linea dell’ombelico e misura circa 27 centimetri dalla sinfisi pubica (cioè la giuntura tra le ossa del pube) alla sua estremità superiore.
Da questo momento, continuerà a crescere di circa un centimetro alla settimana. Inoltre, anche la forma della pancia si modifica, diventando da tondeggiante a ovoidale.
Oltre alla sporgenza in avanti, è possibile notare anche un’espansione laterale: tuttavia, la forma della pancia varia non solo da donna a donna, ma anche a seconda della gravidanza.
In ogni caso, l’incremento totale di peso della futura mamma fino a questo momento non dovrebbe essere superiore a 8-9 chilogrammi circa.

Piccole perdite dal seno

Il seno, con il progredire della gravidanza, ha subito notevoli cambiamenti, tra cui soprattutto l’aumento di volume, un intensificarsi del colore più scuro dell’areola (la zona intorno al capezzolo, che diviene anche più larga) e il manifestarsi di una maggiore sensibilità di tutti i tessuti.
Possono verificarsi anche piccole perdite di un liquido giallastro, secreto dal capezzolo e chiamato colostro. Questa sostanza, dalla consistenza sierosa, è molto importante per il bambino alla nascita, in quanto è ricchissima di anticorpi, proteine che serviranno a difenderlo da molte malattie nel corso dei primi mesi di vita.
L’entità e la frequenza di queste perdite, comunque, variano notevolmente da donna a donna: se in alcune si manifestano solo con poche gocce intorno al capezzolo, in altre sono più abbondanti e possono addirittura bagnare gli indumenti a contatto con il seno, rendendo necessario l’uso di coppette assorbilatte sotto il reggiseno.
In altre donne ancora, invece, le perdite non si presentano affatto o si manifestano più avanti, in prossimità del parto. In ogni caso, la presenza delle perdite di colostro non rappresenta un indicatore della qualità e della quantità della futura produzione di latte materno.

Igiene del seno: i consigli da seguire

Per prevenire la comparsa di irritazioni o infiammazioni, è importante curare con attenzione, per tutta la gravidanza, l’igiene del seno. Ecco qualche accorgimento da adottare:
  • lavare il seno solo con l’acqua per evitare di seccare troppo la pelle;
  • una volta al giorno si può utilizzare anche un sapone a pH fisiologico, cioè uguale a quello naturale della zona;
  • asciugare bene il seno con un telo di spugna morbida;
  • in caso di perdite abbondanti, inserire sotto il reggiseno delle apposite coppette assorbilatte per tenere la zona asciutta ed evitare di bagnare i vestiti;
  • cambiare spesso le coppette per evitare il ristagno di umidità.

I capelli diventano più belli

Durante la gravidanza i capelli vivono un vero e proprio momento di grazia: a causa dei cambiamenti ormonali indotti dalla gestazione risultano più belli, più folti e più luminosi.
Nei nove mesi, infatti, il ciclo di vita del capello si modifica e la fase di crescita (detta “anagen”) si allunga limitandone la caduta: il capello, dunque, invece di cadere, continua la sua crescita.
Alla base di questo fenomeno sembra esservi, soprattutto, l’azione della prostaciclina, una sostanza prodotta dalla placenta che, dilatando i vasi sanguigni, fa affluire più sangue ai tessuti con l’effetto di stimolare la crescita di capelli, peli e unghie.
A questo si aggiunge, inoltre, l’azione degli estrogeni, ormoni tipici dell’attesa, che provocando la dilatazione dei vasi sanguigni prolungano la fase di crescita dei capelli che ricevono in questo modo più nutrimento e sono stimolati a svilupparsi.

Il volto si arrossa

Nei nove mesi aumenta la quantità di sangue circolante nell’organismo della futura mamma e, quindi, si dilatano i vasi sanguigni, ossia i sottili tubicini all’interno dei quali scorre il sangue. Per effetto degli ormoni della gravidanza, tutti i vasi risultano meno tonici, più “rilassati”, per rendere più agevole il flusso sanguigno.
Se i vasi si dilatano troppo, però, il sangue scorre più lentamente e quindi può ristagnare nei tessuti, costringendo le vene e i capillari (i vasi più superficiali) a rilassarsi ancora di più. In questo modo, la pelle del viso può arrossarsi con facilità, fino ad arrivare alla couperose, caratterizzata dalla comparsa di piccole “venuzze” ai lati del naso.
Il problema è più frequente d’inverno, quando il brusco passaggio dal freddo esterno al caldo degli ambienti chiusi costringe a bruschi restringimenti e dilatazioni i capillari della pelle, che si gonfiano e fanno affluire maggiore sangue alla zona.
Una volta che si abituano al nuovo clima, i capillari si restringono, facendo scomparire il rossore sul viso che avevano determinato. Con il tempo, però, può succedere che questi vasi sanguigni periferici non riescano più a contrarsi e rilassarsi in base alla temperatura esterna e rimangano perennemente dilatati o si rompano.

Benessere: iscriversi a un corso preparto

Partecipare a un corso preparto è molto utile, soprattutto in occasione della prima gravidanza, in quanto consente di arrivare più preparate a questo momento.
I corsi, infatti, aiutano la futura mamma a vivere nel modo migliore l’evento della nascita, apportando numerosi benefici sotto diversi aspetti, sia fisici sia psicologici.
Rappresentano un’esperienza molto utile anche per i futuri papà, che durante i corsi vengono coinvolti e invitati a partecipare agli incontri.

Come funziona

In genere, i corsi di preparazione al parto si dividono in due parti fondamentali: la teoria e la pratica. La parte di teoria consiste in una serie di lezioni, tenute da esperti (come ginecologi, ostetriche, psicologi e pediatri), volte a fornire alla futura mamma informazioni relative agli ultimi mesi di gravidanza, al travaglio, al parto e al puerperio (il periodo di 40 giorni successivo al parto).
La parte pratica, invece, può comprendere, a seconda del tipo di corso frequentato, tecniche di rilassamento muscolare ed esercizi di respirazione, per aiutare la futura mamma a controllare le preoccupazioni per il parto e assecondare le contrazioni durante il travaglio (le tecniche più utilizzate sono lo yoga e il training autogeno). Inoltre, vengono proposti esercizi di ginnastica dolce o stretching per il mantenimento della forma fisica.

A chi rivolgersi

I corsi preparto sono organizzati dagli ospedali, dalle Asl (aziende sanitarie locali), dai consultori o da associazioni private. Per iscriversi occorre contattare la struttura prescelta, prenotandosi con un po’ d’anticipo: spesso, infatti, i corsi sono a numero chiuso. Dato che, in media, i corsi durano circa due mesi, è questo il momento di cominciare a valutare tra le proposte disponibili nella città in cui si vive.

È vero che …. si può evitare di allacciare la cintura di sicurezza?

Falso: quando si viaggia in macchina, è obbligatorio mettere la cintura di sicurezza anche se si ha il pancione: il suo utilizzo, infatti, è l’accorgimento migliore per ridurre i rischi in caso di incidente.
È vero, infatti, che il feto è protetto da eventuali traumi dal liquido amniotico nel quale è immerso, ma in caso di un forte urto al pancione (come quello provocato da un impatto) può risentirne.
L’indicazione quindi è di allacciarla sempre, tranne che in presenza di particolari condizioni, come una gravidanza gemellare, per cui il volume dell’addome risulta molto pronunciato, o alcune complicazioni che sconsigliano la pressione della fascia addominale.
In questi casi si può evitare di allacciare la cintura, dietro rilascio di un certificato del ginecologo (da portare con sé quando si circola) che ne attesti la controindicazione.

Curiosità: più fame se è in arrivo un maschio?

Nel secondo trimestre la fame aumenta notevolmente nella gestante, in quanto si tratta del periodo di maggiore accrescimento del feto nel pancione.
In particolare, poi, se aspetta un maschietto, la futura mamma consuma, mediamente, circa il 10 per cento in più di calorie e l’8 per cento in più di proteine rispetto alle donne che aspettano una bambina.
Questa scoperta, che è il risultato di una ricerca svedese e americana, spiegherebbe perché i bambini di sesso maschile siano più grandi alla nascita rispetto alle femminucce.

Una domanda al ginecologo

Dall’ecografia effettuata lo scorso mese è risultato che la placenta è posizionata più in basso, vicino al collo dell’utero: che cosa significa?
Quando la placenta si inserisce nella parte inferiore dell’utero, in prossimità del collo, anziché nella parte alta dove dovrebbe sistemarsi di norma, si parla di placenta previa.
Questa eventualità, che necessita di controlli medici più attenti, potrebbe, in alcuni casi, provocare perdite di sangue: l’utero, infatti, è un organo muscolare in grado di distendersi e ciò si verifica, in particolare, nella sua zona inferiore.
La placenta però non è elastica e, via via che l’utero si accresce e modifica la propria forma, potrebbe staccarsi o strapparsi in parte, provocando il sanguinamento. In caso di placenta bassa, inoltre, il parto per via naturale potrebbe risultare ostacolato, rendendo indispensabile il ricorso al cesareo.

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