Ospedale: dove vado a partorire? Il decalogo per non sbagliare

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 26/09/2019 Aggiornato il 30/09/2019

La scelta di dove andare a partorire non è così scontata. Occorre valutare con cura la struttura individuata e considerare attentamente i pro e i contro

Ospedale: dove vado a partorire? Il decalogo per non sbagliare

Per partorire non è consigliabile scegliere l’ospedale solo “perché è vicino a casa” o ci lavora il proprio ginecologo. Ecco i criteri di selezione per assicurarsi un’assistenza al top. 

1 Effettua più di 500 parti all’anno

Il volume annuale delle nascite è un indice di sicurezza. È stato stabilito che una struttura che accoglie meno di 500 parti all’anno non possa offrire sufficienti garanzie alla donna e al nascituro.

2 La proporzione tra cesarei e parti naturali è accettabile

Il decreto ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015 ha stabilito che un punto nascita che effettua annualmente un numero di parti superiore a 1000 non dovrebbe superare il 25% dei cesarei, mentre la soglia è del 15% se i parti sono meno di 1000 all’anno. Una pubblicazione del ministero della Salute intitolata “Taglio cesareo, solo quando serve” è scaricabile qui

3 Si è aggiudicato il bollino rosa

Il bollino rosa è una certificazione che viene assegnata dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) agli ospedali particolarmente attenti alla salute della donna, sia per le cure sia per la prevenzione.

4 Garantisce l’analgesia epidurale 24 ore su 24

Il parto in analgesia è stato inserito nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) nel 2008. In realtà, non in tutte le strutture viene effettuata l’epidurale di notte o nei fine settimana.

5 Possiede un’Unità di Terapia Intensiva Neonatale

La presenza di questo reparto diventa irrinunciabile quando la gravidanza è gemellare o, comunque, a rischio, per esempio, per diabete, preeclampsia, ipertensione, eccessivo aumento di peso.

6 È attrezzato per la raccolta del sangue del cordone ombelicale

La possibilità non incide sul livello di sicurezza della struttura, però è una chance a cui sarebbe un male rinunciare in un’ottica di solidarietà sociale.

7 Dispone del rooming-in

Poter tenere sempre il bambino accanto a sé è una grande opportunità perché favorisce l’allattamento e l’attaccamento mamma-bambino.

8 Il papà può entrare in sala parto

Assistere al parto non deve costituire un obbligo per il papà, ma non deve neppure essere una possibilità che gli viene preclusa.

9 Non è lontanissimo dalla propria abitazione

La distanza da casa non deve essere l’unica caratteristica a cui guardare quando si sceglie l’ospedale in cui partorire, però sarebbe imprudente decidere per una struttura che si trova a più di 30-45 minuti di auto.

10 Ci sono vasche per il parto in acqua o altri presidi che agevolano la nascita

Dopo aver accertato che l’ospedale possiede tutte le caratteristiche che autorizzano a considerarlo sicuro ci si può concedere il lusso di guardare ai dettagli. La presenza di “liane”, palloni che cullano, sgabelli olandesi, spalliere può rendere l’esperienza del parto migliore.

VUOI SAPERE TUTTO SUL PARTO? LEGGI QUI

 

 
 
 

In breve

 

UN PO’ DI DATI

445: punti nascita accreditati (pubblici e privati)

500: soglia minima di parti per avere garanzie di sicurezza

172 circa: strutture che effettuano più di 1000 parti all’anno

235 circa: strutture che non effettuano più cesarei di quelli raccomandati dalle Linee guida (meno del 25%)..

Fonte www.doveecomemicuro.it

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola le settimane di gravidanza

Calcola la data presunta del parto

Calcola il peso del feto

Calcola la lunghezza del feto

Scegli il nome del tuo bambino

Controlla i valori Beta HCG

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Si può dare l’acqua ai piccolissimi?

22/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Ad allattamento ben avviato, quindi più o meno dopo le prime settimane di vita, se ragionevolmente si ritiene che il bebè possa avere sete (o se si notano segni di disidratazione, come il pannolino asciutto per molte ore) gli si possono offrire piccole quantità d'acqua. Se fa numerose poppate nell'arco...  »

Coppia con bisnonni in comune: ci sono rischi per i figli?

22/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Il grado di parentela dovuto a bisnonni in comune non aumenta la probabilità di concepire figli con malattie ereditarie. A meno che vi siano persone malate o disabili tra i consanguinei in comune,   »

Dopo 4 maschietti arriverà la bambina?

16/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Non è assolutamente detto che dopo quattro figli maschi il quinto sarà una femminuccia perchè a ogni gravidanza si ripresentano le stesse probabilità di aver concepito un maschio o una bambina.   »

Placenta bassa in 16^ settimana: si può prendere l’aereo?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Una sospetta inserzione bassa della placenta va confermata con l’ecografia transvaginale a partire dalla 20^ settimana, quindi circa un mese prima di questa data è prematuro diagnosticarla: proprio per questo un viaggio in aereo si può affrontare senza rischi.   »

Dopo tre cesarei si può partorire naturalmente?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Al travaglio di prova dopo un parto cesareo, noto con l'acronimo TOLAC dall'inglese trial of labour after cesarean, possono essere ammesse solo le mamme che abbiano già affrontato l'intervento solo una, massimo due volte.   »

Manovre effettuate durante l’ecografia: possono causare danno al feto?

04/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Nessuna delle manovre manuali esterne effettuate dal medico per poter svolgere l'ecografia nel migliore dei modi può esporre il feto a rischi.   »

Bimbo di 4 anni con una tosse che non passa nonostante l’antibiotico

02/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

È un'eventualità frequente che i bambini della scuola materna passino più tempo a tossire che il contrario. Posto questo, l’antibiotico andrebbe usato quanto la tosse con catarro persiste per più di un mese senza tendenza alla remissione.  »

Fai la tua domanda agli specialisti