Rosolia ignorata: tanti i rischi

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 10/10/2016 Aggiornato il 25/11/2019

Secondo le ultime rilevazioni, le future mamme non sono informate a sufficienza su rosolia e vaccinazione. I rischi? Altissimi per il bebè in arrivo

Rosolia ignorata: tanti i rischi

Le donne non sono informate su rosolia e vaccinazione. Solo 4 su 10 sono state vaccinate, secondo dati dell’Istituto superiore di sanità. Dall’indagine emerge la scarsa consapevolezza del problema legato all’infezione in gravidanza.

I rischi in gravidanza

La rosolia è una malattia infettiva causata da un virus del genere rubivirus. Una volta contratta, dà un’immunizzazione teoricamente definitiva. Di solito benigna, diventa pericolosa durante la gravidanza perché può portare gravi conseguenze al feto, soprattutto se contratta nel primo trimestre, quando può generare aborto spontaneo, morte intra-uterina o malformazioni fetali (sindrome della rosolia congenita). Le più comuni e gravi manifestazioni sono i difetti della vista, la sordità, le malformazioni cardiache e il ritardo mentale nel neonato.

La vaccinazione non è obbligatoria

Il vaccino vivo attenuato ha un’efficacia superiore al 95% e garantisce immunità a vita. Non si tratta di una vaccinazione obbligatoria, ma consigliata e gratuita per i bambini, le ragazze non immunizzate dopo la pubertà e gli operatori che svolgono mansioni a contatto con bambini o donne in età riproduttiva. Per via di questa offerta vaccinale, la percentuale di donne vaccinate è massima (57%) tra i 18 e i 24 anni, mentre nelle generazioni successive diminuisce gradualmente (44% tra le 25-34enni e 34% tra le 35-49enni).

Manca l’informazione

Purtroppo i dati confermano anche che le donne non sono informate su rosolia e vaccinazione. Infatti, se la quota di donne suscettibili (perché non vaccinate e con test negativo) è bassa, quasi il 2%, tuttavia il dato più allarmante è quello secondo cui più di una su tre (37%) non sa se è protetta o meno. La percentuale delle “non consapevoli” varia a seconda delle regioni: si va dal 62% della Calabria al 28% del Veneto.  Eppure in Italia, nel 2011 è stato approvato il Piano nazionale per l’eliminazione della malattia, che fissava per il 2015 l’eliminazione dei casi di rosolia endemica e la riduzione dei casi di quella congenita. Un obiettivo non ancora raggiunto.

 
 
 

Da sapere!

Le donne in età fertile dovrebbero verificare l’immunità con il rubeotest, da eseguire prima dell’avvio della gravidanza.

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