Agopuntura: utile se il bebè non si gira

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 13/05/2013 Aggiornato il 13/05/2013

Un mese circa prima del parto, il bebè, di solito, compie la classica capriola per prepararsi a nascere. In alcuni casi, però, questo non avviene. Per cercare di evitare il cesareo, se il bebè non si gira, si può ricorrere all’agopuntura

Agopuntura: utile se il bebè non si gira

L’agopuntura può essere utilizzata se il bebè non si gira un mese prima del parto, presentandosi con il sederino o con i piedini (presentazione podalica) all’ingresso del canale del parto (le strutture attraversate per nascere). Questa eventualità è più frequente nelle donne al primo figlio, con una percentuale pari al 4 per cento dei casi. 

 

Ottimi risultati

 

Quando si verifica la presentazione podalica il ginecologo decide, in genere, di ricorrere al parto cesareo, in quanto i rischi di un parto naturale sono troppo alti. È, tuttavia, possibile favorire la capriola del bambino e procedere, quindi, con il parto naturale grazie all’agopuntura cinese. Questa metodologia di origini antichissime offre ottimi risultati anche nella cura dei disturbi tipici della gravidanza (nausea, vomito e al mal di schiena) e nell’alleviare i dolori del parto. Per riportare il bebè in posizione corretta (a testa in giù) in Cina si pratica da tempo immemorabile la moxibustione (dal cinese “erba che brucia”), tecnica che sfrutta la stimolazione dei punti dell’agopuntura: si stimola il punto V67, situato vicino all’unghia del mignolo del piede, con un ago sottile o con uno stimolo termico, tradizionalmente si usa un sigaro o un cono di artemisia pressata.

 

Come si effettua

 

Quindi, se il bebè non si gira, si può far ricorso all’agopuntura. Innanzitutto, il ginecologo agopuntore visita la futura mamma entro 24 ore dai risultati dell’ecografia che hanno confermato la presentazione podalica (cioè di sederino) del feto. Lo specialista procede, poi, con l’anamnesi, cioè ripercorre la storia clinica della donna e le spiega come funziona la tecnica, che consiste nell’accostare il sigaro di artemisia al punto specifico, prima su un piede, poi sull’altro. Il sigaro va tenuto in posizione per 15-20 minuti. La futura mamma prosegue poi a casa la tecnica per una settimana. Dopo una settimana la gestante ritorna dal medico per un controllo ecografico, cioè per vedere se il bebè si è girato a testa in giù. Se la capriola non si è verificata, il ginecologo propone una seconda settimana di stimolazione. Al termine viene effettuata un’ultima ecografia che consente di verificare se il bambino non si gira perché ha il cordone ombelicale attorcigliato attorno. 

 

Di facile esecuzione 

 

L’agopuntura utilizzata se il bebè non si gira, è una tecnica di facile esecuzione che può anche essere praticata direttamente dalla gestante. Occorre acquistare il sigaro di artemisia (in vendita nelle erboristerie e nei negozi di articoli cinesi) e stimolare con esso il punto di agopuntura V67 di Zhiyin (sul piede, vicino all’unghia del dito mignolo). Il punto di agopuntura è situato su un meridiano che secondo la medicina tradizionale cinese porta l’energia Yang verso l’alto. Secondo la medicina tradizionale cinese, l’energia Yang è carente nelle gestanti, il cui bebè si presenta di sederino; occorre, perciò, produrre quel tipo di stimolazione per ridare energia alla donna. L’artemisia brucia lentamente e non fa fiamma, è molto pratica ma ha un odore sgradevole. 

In breve

È UNA TECNICA DIFFUSA ANCHE DA NOI

L’agopuntura è una tecnica che trae origine dalle medicina tradizionale cinese, la cui applicazione è sempre più diffusa anche in Occidente e in Italia. Proprio per la mancanza di controindicazioni, l’agopuntura è particolarmente indicata in gravidanza per risolvere alcuni disturbi tipici, per alleviare i dolori del parto e per agevolare la capriola del feto, quando non avviene naturalmente.

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