Streptococco bambini: contagio, sintomi e cura con antibiotico (se necessario)

Francesca Scarabelli A cura di Francesca Scarabelli Pubblicato il 04/07/2023 Aggiornato il 11/07/2023

Il vostro bambino ha mal di gola? Potrebbe trattarsi di streptococco! Ecco come accertarsene, come si curano le infezioni da streptococco e come si prevengono.

Streptococco bambini: contagio, sintomi e cura con antibiotico (se necessario)

Lo streptococco è un batterio che ha circa venti varianti che, a seconda della gravità, possono generare malattie dalle conseguenze più o meno gravi. Per i bambini (ma anche per gli adulti) avere mal di gola è abbastanza frequente, soprattutto nella stagione fredda. In genere il mal di gola ha un’origine virale e quindi non va curato con gli antibiotici, ma in media in 3 bambini su 10 l’infezione è causata dallo streptococco beta emolitico di gruppo A. Vediamo insieme cosa sapere, anche se in caso di dubbio il vostro principale punto di riferimento dovrà essere il vostro pediatra di fiducia.

Streptococco, di cosa si tratta

Gli streptococchi sono dei batteri che causano le cosiddette infezioni streptococciche. Non ne esiste una sola tipologia, ma possiamo suddividerli principalmente in due gruppi:

  • alfa-emolitici;
  • beta-emolitici del gruppo A e del gruppo B

Gli streptococchi alfa-emolitici causano una rottura incompleta dei globuli rossi. Il tipico rappresentante di questa categoria è lo pneumococco (S. pneumoniae). In questo caso si possono avere infezioni dell’orecchio o dei seni paranasali, polmoniti, batteriemia, sepsi e meningite.

Gli streptococchi beta-emolitici del gruppo A causano:

  • angina o faringite streptococcica;
  • scarlattina, una delle malattie esantematiche dei bambini;
  • impetigine, una infezione della pelle;
  • sindrome da shock tossico;
  • cellulite e fascite necrotizzante;
  • endocardite, cioè un’infezione che colpisce il cuore.

Il gruppo B può causare infezioni del sangue, polmoniti e meningiti nei neonati, ma può colpire anche gli adulti.

Cos’è la faringite da streptococco?

Lo streptococco è la causa dei mal di gola dei nostri bambini nel 10% casi; il responsabile, più precisamente, è lo streptococco beta emolitico di gruppo A (SBEGA). Questo tipo di mal di gola viene chiamato faringite streptococcica, tonsillite streptococcica oppure mal di gola da streptococco. Si tratta di un’infezione batterica molto contagiosa che può colpire adulti e bambini.

Streptococco, sintomi

I sintomi della faringite da streptococco coinvolgono solitamente la faringe, ma possono interessare anche le tonsille. Tra le manifestazioni principali possiamo ricordare:

  • mal di gola;
  • dolore nel deglutire;
  • tonsille gonfie e arrossate;
  • linfonodi del collo arrossati;
  • placche in gola (non sempre);
  • febbre.

Alcuni bambini possono inoltre avere mal di testa, mal di stomaco e nausea.

Come capire se è streptococco?

Come abbiamo visto, molti sintomi dello streptococco nei bambini sono molto simili a quelli delle faringiti e delle faringotonsilliti di origine virale, che però sono spesso accompagnate da raffreddore, raucedine o congiuntivite. Nemmeno la presenza di placche in gola, cioè l’essudato biancastro che ricopre le tonsille infiammate, è segnale sicuro di streptococco, dato che anche alcune faringotonsilliti di origine virale possono provocare questo sintomo. Nemmeno il pediatra più esperto può quindi diagnosticare con certezza una infezione da streptococco: prima di procedere con una cura antibiotica è quindi necessario sottoporre il paziente ad un tampone.

Tampone streptococco, cosa sapere?

tampone streptococco

Foto di Semevent da Pixabay

Se si sospetta che il mal di gola del nostro bambino sia provocato dallo streptococco beta emolitico di gruppo A è importante procedere con un tampone per averne la certezza e poter quindi procedere con la terapia più adatta. Ci sono principalmente due tipi di tampone streptococco:

  • tampone classico: richiede più tempo ma può essere utile per bambini e adolescenti, dal momento che sono soggetti a rischio di sviluppare la febbre reumatica se l’infezione non viene trattata in modo adeguato. Si esegue strofinando delicatamente un piccolo cotton-fioc su cellule ed essudato delle tonsille. Il campione viene poi esaminato in laboratorio;
  • tampone rapido: può essere eseguito in ambulatorio e riesce a fornire una diagnosi nel giro di pochi minuti. Se il test risulta positivo possono essere prescritti degli antibiotici, mentre se il risultato è dubbio è possibile ricorrere ad un tampone faringeo classico che tolga ogni incertezza.

 

Come avviene il contagio

Questo batterio si diffonde facilmente, soprattutto tra i bambini. Il contagio  dello streptococco avviene tramite le goccioline di saliva di una persona infetta, che vengono diffuse ad esempio tramite tosse o starnuti. Ci si può contagiare anche bevendo nello stesso bicchiere o mangiando con le posate usate da una persona infetta, toccando superfici contaminate e poi portandosi la mano al naso o alla bocca oppure toccando lesioni cutanee causate da questo batterio. Il periodo in cui il pericolo di contagio è maggiore è all’apice della sintomatologia, ma il paziente rimane contagioso fino a 21 giorni dalla comparsa dei sintomi.

Quanto dura l’infezione da streptococco?

I sintomi compaiono in genere dopo 2/5 di incubazione. Se l’infezione viene trattata con antibiotici, la febbre tende ad abbassarsi già dopo il primo giorno, mentre gli altri sintomi miglioreranno nel giro di un paio di giorni. Il rientro del bimbo a scuola, se le sue condizioni di salute generale sono buone, può avvenire già dopo 24 ore dalla prima assunzione di antibiotico. La terapia antibiotica va comunque portata a termine e di solito dura una decina di giorni. Se non trattato, invece, il paziente rimane contagioso per 21 giorni dopo la comparsa dei primi sintomi.

Come si cura la faringite da streptococco?

La faringite da streptococco di solito non è grave, ma se trascurata può dare origine a complicazioni anche gravi. Per evitarle (e per ridurre i fastidiosi sintomi) si consiglia di cominciare la cura antibiotica entro 9 giorni dalla comparsa dei sintomi. L’antibiotico per streptococco consigliato nella maggior parte dei casi è l’amoxicillina.
Il pediatra può inoltre prescrivere altri farmaci per alleviare i sintomi, come ad esempio paracetamolo e ibuprofene, in grado di abbassare la febbre e alleviare mal di gola e malessere.
C’è poi una percentuale di bimbi (dal 10 al 25%) che, pur risultando positivi al tampone, non sviluppano i sintomi dell’infezione. Questi bambini sono portatori di SBEA (condizione che può perdurare settimane o mesi): hanno scarsa contagiosità e un rischio minimo di complicanze. Per loro non è consigliata la terapia antibiotica.

Rischi e complicanze

 

Le infezioni da streptococco possono dare origine a complicanze anche gravi: è proprio per questo motivo che in caso di dubbio si consiglia di rivolgersi subito al proprio pediatra per eseguire un tampone e iniziare tempestivamente una eventuale terapia antibiotica. Tra le complicanze più gravi possiamo ricordare:

  • la malattia reumatica (o febbre reumatica), che si manifesta con febbre e dolori e gonfiori articolari. Spesso coinvolge anche il cuore. È più frequente nei bambini tra i 5 e i 15 anni di età;
  • la glomerulonefrite acuta post-infettiva (PANDAS, ovvero Pediatric Autoimmune Neuropsychiatric Disorders Associated with Streptococcal Infections, cioè disturbi neuropsichiatrici infantili autoimmuni associati a infezioni da streptococco). È una complicanza che si manifesta con urine di colore scuro, ipertensione arteriosa, edemi e con la comparsa di un disturbo ossessivo-compulsivo.

In alcuni casi, inoltre, la faringotonsillite causata da streptococco beta emolitico di gruppo A può causare l’estensione dell’infezione a tessuti vicini, causando ascessi peritonsillari, parafaringei o retrofaringei, otite media, sinusite e mastoidite. Quando il batterio può poi produrre alcune sostanze dette esotossine e causare così la scarlattina.

Le principali misure di prevenzione

Per prevenire la diffusione di questo batterio bisogna innanzitutto lavarsi le mani spesso e in maniera accurata per almeno 20 secondi, soprattutto dopo aver tossito o starnutito oppure prima di mangiare. È meglio poi evitare di condividere posate, bicchieri e oggetti per l’igiene personale e lavare con particolare attenzione piatti, posate e bicchieri utilizzati da una persona malata.

In copertina Foto di Victoria_Regen da Pixabay

 

In breve

Tra le infezioni da streptococco, la più comune e conosciuta è la faringite da streptococco, che riguarda per la maggior parte i bambini. Non si tratta di una malattia grave, ma è meglio non trascurarla per non rischiare complicazioni anche gravi.

 

Fonti / Bibliografia

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