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Sempre più difficile notare la differenza tra un seno naturale e uno rifatto, anche al tocco. Tutto merito dell’evoluzione delle tecniche e dei materiali che vengono utilizzati per la mastoplastica additiva, uno degli interventi più richiesti in medicina estetica che permette di migliorare con il bisturi l’aspetto del décolleté. Le novità vanno tutte nella direzione della semplicità e della sicurezza, ma anche della naturalezza, in modo che un seno rifatto assomigli sempre più a uno naturale.
Un nuovo tessuto riassorbibile
Tra le innovazioni in questo campo c’è ad esempio l’utilizzo di una sorta di tessuto riassorbile, una matrice che copre la protesi, riempie i vuoti ma, allo stesso tempo, viene progressivamente “colonizzato” dai tessuti naturali di riparazione in modo da dare al seno rifatto un aspetto il più possibile naturale non solo alla vista ma anche al tatto. Si tratta di materiali biologici, ricavati dal pericardio di bovini o suini, oppure sintetici che diventano una sorta di rivestimento capace di formare un reggiseno naturale che si consolida con i tessuti riparativi della paziente una volta assorbita la matrice. Il risultato è una maggiore morbidezza naturale al tatto.
Anche per chi ha avuto un tumore
Anche per le donne che si sottopongono all’intervento per la ricostruzione dopo un tumore alla mammella, oggi la tendenza è a conservare il più possibile la pelle e il grasso togliendo solo la ghiandola malata. La protesi poi viene coperta, come con un cappottino, da questi nuovi tessuti riassorbibili.
Interventi brevi e sicuri
In generale comunque gli interventi, sia estetici sia funzionali, sono sempre meno invasivi: sono più rapidi e hanno quindi bisogno di una dose minore di anestesia; in diversi casi si riesce persino a limitarsi all’anestesia locale e la convalescenza è più rapida.
C’è anche la lipostruttura più duratura
Un altro modo per avere un risultato del tutto naturale è ricorrere alla lipostruttura che consiste in un’infiltrazione di grasso prelevato da punti del corpo dove è in abbondanza (addome, glutei, fianchi) e che poi nel corso della stessa seduta operatoria viene lavorato secondo metodiche sempre più raffinate e trasferito nel seno. L’adipe “imbottisce” i tessuti mammari aumentandole la consistenza e il volume in modo molto naturale. Il difetto che spesso viene attribuito all’aumento mammario con lipostruttura è legato alla breve durata del risultato; ma se è vero che una protesi integra non perde volume nel tempo, è altrettanto vero che il grasso che è stato opportunamente trattato sopravvive e non viene metabolizzato dall’organismo, con l’effetto di compromettere l’aumento ottenuto.