Sangue dal naso nel neonato

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 13/01/2015 Aggiornato il 26/01/2015

La perdita di sangue dal naso, o epistassi, è un disturbo molto frequente nei bambini, soprattutto nei maschietti, e di solito la sua incidenza inizia a calare solo dopo la pubertà (cioè intorno ai 14 anni)

Sangue dal naso nel neonato

Nella quasi totalità dei casi la fuoriuscita è causata dalla rottura dei vasi sanguigni della zona di Kiesselbach (un’area del naso) che nei bambini sono molto fragili: per romperli, infatti, è sufficiente che il bambino riceva un colpo anche lieve sul nasino o lo sfreghi con forza; si metta spesso le dita nel naso; lo soffi con troppa intensità quando gli cola. Questo fenomeno non deve preoccupare mamma e papà, anche se dovesse presentarsi con frequenza e intensità: in genere con la crescita e il graduale rafforzamento dei vasi sanguigni esso tende a ridursi o a scomparire in modo spontaneo.

Le mosse giuste

Quando il piccolo inizia a perdere sangue dal nasino bisogna accompagnarlo in bagno e farlo appoggiare con le mani al lavabo con il volto piegato in avanti; fargli soffiare il nasino per espellere i coaguli di sangue che potrebbero essersi formati (evitando di agitarsi anche se, come spesso succede, dovessero essere piuttosto voluminosi); applicare sulla fronte del bimbo una borsa del ghiaccio avvolta in un panno per ridurre l’afflusso di sangue; dopo che la perdita si è attenuata è consigliabile stringere le narici del piccolo in corrispondenza della loro parte molle (non ossea) con indice e pollice per favorire la cicatrizzazione dei vasi sanguigni.

Gli errori da evitare

Vi sono anche una serie di accorgimenti da evitare per non peggiorare la situazione. Più precisamente non bisogna fare sdraiare il bimbo con la testa reclinata all’indietro in quanto tale posizione determina il reflusso del sangue nella gola e, quindi, nello stomaco e favorisce gli attacchi di vomito e l’intensificazione della fuoriuscita di sangue; interrompere la perdita ematica infilando nel naso del piccolo batuffoli di cotone o della garza perché, quando vengono tolti, in genere provocano di nuovo la rottura dei capillari; stringere tra le dita la parte ossea del naso in quanto ciò non aiuta a bloccare la perdita, né a favorire la cicatrizzazione dei vasi sanguigni.

Le regole della prevenzione

Tra le cause all’origine dell’epistassi rientra la secchezza della mucosa (il rivestimento interno) del naso. Per evitarla e quindi prevenire o diminuire gli episodi di perdita di sangue dal nasino, è consigliabile seguire alcuni accorgimenti:

  • mantenere l’ambiente sufficientemente umido soprattutto durante l’inverno, ricorrendo ad appositi apparecchi, gli umidificatori (in vendita in farmacia e nei negozi di elettronica), da attivare durante la notte nella cameretta del bambino. Una soluzione alternativa consiste nel stendere sui caloriferi panni o asciugamani bagnati;
  • nel corso dell’estate evitare un’eccessiva esposizione al sole se gli episodi di epistassi nel bimbo sono molto frequenti. Il calore del sole, infatti, aumenta la vasodilatazione e, di conseguenza, l’afflusso di sangue;
  • applicare pomate a base di vaselina sulle pareti interne (quelle centrali) del naso al fine di impedire che la mucosa si secchi troppo.

Quando rivolgersi al pediatra

Solo a fronte di alcune condizioni è consigliabile consultare il pediatra e, in particolare, quando:

  • la fuoriuscita di sangue riguarda entrambe le narici: se a provocare l’epistassi è la rottura di un vaso sanguigno, infatti, il sangue di norma dovrebbe uscire da una sola narice. La fuoriuscita bilaterale può segnalare invece un disturbo diverso, a carico dell’organismo, che necessità dell’immediato parere del medico;
  • il sanguinamento è molto intenso e persistente (oltre ii 10-15 minuti). Il pediatra potrebbe in tal caso somministrare al bambino un farmaco per restringere i vasi sanguigni (un vasocostrittore);
  • anche dopo l’uso del farmaco la perdita non si interrompe è meglio portare il piccolo al Pronto Soccorso, dove gli verrà effettuata una visita specialistica per verificare le cause del disturbo e intervenire adeguatamente.
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