I bambini capiscono la rabbia… e reagiscono

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 01/06/2016 Aggiornato il 01/06/2016

I bambini sono dei veri e propri “detective” di emozioni e, anche se molto piccoli, riescono a captare la rabbia degli adulti. Ecco con quali conseguenze

I bambini capiscono la rabbia… e reagiscono

Fin dalla prima infanzia, i bambini sono in grado di capire la rabbia degli adulti e riescono a sviluppare strategie per calmare gli adulti, anche in contesti del tutto nuovi. Questo è quanto hanno scoperto i ricercatori dell’Institute for Learning and Brain Sciences presso la Washington University attraverso due indagini che hanno coinvolto oltre 300 bambini di 15 mesi.

 “Sintonizzati” sulla rabbia

La prima ricerca ha coinvolto 270 bambini, attraverso un semplice esperimento: ai piccoli, seduti sulle ginocchia dei genitori, un ricercatore mostrava come utilizzare un gioco, mentre un altro, detto “emoter”, assumeva inizialmente un atteggiamento neutro e in seguito negativo. In una fase successiva, i piccoli venivano lasciati liberi di interagire con il giocattolo. È risultato che, essendo stati esposti al comportamento “rabbioso” del secondo adulto, i bambini tendevano ad avvicinarsi di meno al gioco, evitando di riprodurre i gesti che erano stati insegnati dal primo ricercatore. La seconda ricerca, condotta su 72 bambini sempre di 15 mesi, ha associato ai giochi atteggiamenti neutri e negativi, dividendo i bambini in due gruppi.  In un secondo momento, veniva chiesto ai bambini di condividere il gioco con i genitori: i piccoli che erano nell’ “anger group” erano più propensi a cedere il gioco per evitare di generare nuovamente reazioni negative, rispetto al gruppo delle reazioni neutre.

Il ruolo dei genitori

In conclusione, entrambi gli studi hanno dimostrato come i bambini siano in grado di elaborare veloci giudizi sul tipo di emozioni delle persone e abbiano un comportamento adattivo quando devono affrontare la rabbia degli adulti. I piccoli, fin dalla prima infanzia, sono quindi “detective” di emozioni e, in caso di situazioni “pericolose”, tendono a privilegiare un atteggiamento prudente e di “auto-conservazione”, proprio come gli adulti, intuendo la migliore strategia per evitare che si ripeta il comportamento aggressivo.

Genitori invitati a “trattenersi”

L’autrice della ricerca, Betty Repacholi, ha precisato che le due ricerche “mostrano che i bambini sono molto sintonizzati sulla rabbia delle altre persone: per i genitori è importante essere consapevoli di quanto sia potente questa emozione per i piccoli”. Pertanto, è necessario che i genitori utilizzino questa emozione in modo equilibrato e ragionevole, cercando di essere consapevoli degli effetti sui piccoli.

 

 

 
 
 

lo sapevi che?

I bambini cresciuti in un contesto “rabbioso” e violento tendono all’isolamento e alla timidezza, con conseguenze dirette sulla socializzazione e sulle modalità relazionali future: alcuni scelgono di “proteggere”, altri di “aggredire”.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Litigi ingestibili tra fratelli: che fare?

23/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Serena Mongelli

Sono gli adulti a dover trovare il modo di mediare i conflitti tra fratelli, anche pretendendo con affettuosa fermezza il rispetto di alcune regole base, prima tra tutte il divieto di offendersi con parolacce e insulti vari.   »

Influenza con variante K: può causare (anche) la cistite?

22/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

I sintomi causati dal virus influenzale che sta circolando massicciamente non includono la cistite che, nella stragrande maggioranza dei casi, è dovuta a un batterio.   »

Pensieri ossessivi tenuti a bada con gli psicofarmaci: si può cercare una gravidanza?

22/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Esistono psicofarmaci in grado di assicurare il benessere psicologico, senza avere come controindicazione la gravidanza. La strategia terapeutica più adatta va però pensata PRIMA del concepimento.   »

Come faccio a togliere la poppata notturna a un bimbo di un anno?

18/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Per indurre il bambino a rinunciare a bere il latte durante la notte può essere una buona strategia sostituirlo gradualmente con l'acqua.  »

Nausea fortissima che si protrae oltre il 1° trimestre: che fare?

18/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Floriana Carbone

Se la nausea si protrae oltre il primo trimestre, interferendo pesantemente sulla qualità della vita, diventa opportuno valutare opzioni terapeutiche che abbiano una maggiore efficacia rispetto ai tradizionali rimedi naturali.   »

Salmone scaduto: dopo quanto possono comparire i sintomi di un’intossicazione?

17/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Fabrizio Pregliasco

Il lasso di tempo che intercorre tra l'assunzione di un cibo contaminato e l'eventuale comparsa di sintomi da intossicazione dipende dal tipo di agente infettivo coinvolto.   »

Camera gestazionale più piccola dell’atteso: proseguirà la gravidanza?

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Bisogna sempre attendere l'8^ settimana prima di pronunciarsi rispetto al destino di una gravidanza e anche qui con un margine di errore dell'1% sull'esito favorevole dello sviluppo embrio-fetale. L'aspetto importante è che questo processo di selezione sia rispettato e compreso dalla donna.   »

Gravidanza e poca tolleranza nei confronti dell’integrazione di magnesio

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La scarsa tolleranza al magnesio potrebbe essere dovuta al fatto che non è ciò di cui si è carenti perché l'organismo, se ha bisogno di qualcosa, di solito ne fa tesoro.  »

Tampone vaginale: può essere pericoloso in gravidanza?

15/12/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Nel caso in cui ci sia il sospetto di una vaginite, anche inn gravidanza è opportuno effettuare il tampone vaginale che da un lato non espone a rischi dall'altro permette di individuare l'origine dei sintomi.   »

Fai la tua domanda agli specialisti