Asilo nido, nonni o babysitter: cosa scegliere?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 13/01/2015 Aggiornato il 13/01/2015

La scelta tra asilo nido, babysitter e nonni non è sempre semplice per i genitori che lavorano: ogni soluzione ha vantaggi e svantaggi da valutare prima di prendere la propria decisione.

Asilo nido, nonni o babysitter: cosa scegliere?

Uno degli interrogativi dei genitori è quello di scegliere a chi lasciare il proprio bambino durante le ore lavorative. Le opzioni più comuni sono l’asilo nido, una babysitter oppure l’aiuto dei nonni. Ognuna delle soluzioni ha pro e contro: nessuna è migliore delle altre a prescindere, ma bisogna sempre valutare caso per caso quale risponde meglio alle esigenze della famiglia e del bambino.
Secondo molti, la soluzione ottimale sarebbe quella di tenere il bimbo a casa fino ai tre anni. A quell’età, infatti, l’inserimento nella scuola materna avviene in modo più graduale e rappresenta un passaggio utile per far socializzare il piccolo con i coetanei. Oggi però molti genitori, soprattutto se entrambi impegnati al lavoro, hanno l’esigenza di affidare i bambini anche molto piccoli ad altri. Il cuore del problema è lo stesso: come far vivere nel modo meno traumatico possibile al piccolo l’assenza della mamma per diverse ore al giorno?

Pro e contro delle varie scelte

Tra asilo nido, babysitter e aiuto dei nonni non esiste una scelta migliore delle altre: ogni famiglia è unica e dovrebbe scegliere in base alle proprie esigenze e possibilità. Spesso la scelta è influenzata anche da valutazioni economiche, per cui alcune famiglie optano per soluzioni miste, come ad esempio nido (o baby-sitter) per la mattina e nonni al pomeriggio oppure nido per tre giorni la settimana e nonni per gli altri due. In ogni caso, ognuna delle opzioni presenta vantaggi e svantaggi che è bene tenere presente.

All’asilo nido, ad esempio, il bambino può vivere la sua giornata in un ambiente educativo, seguito da personale specializzato e in grado di proporre attività mirate per il suo sviluppo psicomotorio e per l’acquisizione di capacità e autonomie adatte alla sua età. Può inoltre socializzare in un ambiente protetto. Tra gli svantaggi ci sono sicuramente gli orari rigidi da rispettare per l’ingresso e l’uscita, la difficoltà del distacco dalla mamma e il fatto che bisogna mettere in conto che il bimbo si ammalerà spesso.

I nonni per molti genitori costituiscono la soluzione più rassicurante: il bambino sarà accudito da persone famigliari e amorevoli, con cui creerà un legame unico. I nonni, inoltre, possono garantire quasi sempre orari molto flessibili, anche con breve preavviso. Di contro bisogna tenere a mente che non si tratta di figure professionali e che potrebbero avere idee sull’educazione e sulla gestione del bambino differenti da quelle dei genitori: meglio parlarne in anticipo per evitare incomprensioni!

La babysitter è sicuramente una soluzione che offre professionalità e flessibilità: si tratta infatti di una persona specializzata nel prendersi cura dei bambini, ma che può adattarsi più facilmente alle esigenze della famiglia. Deve trattarsi di una persona referenziata ed esperta perché deve crearsi un rapporto di fiducia e di dialogo con i genitori. Uno dei principali svantaggi è senza dubbio rappresentato dal costo: per accudire il piccolo per tutta la giornata, il costo può essere di molto superiore a quello della retta dell’asilo nido.

Asilo nido

L’asilo nido non è una semplice soluzione per custodire il bimbo quando si è al lavoro, ma un vero e proprio ambiente educativo in cui il piccolo è seguito da personale specializzato, può sviluppare abilità cognitive e motorie con attività mirate e può socializzare con altri bambini sotto l’occhio vigile delle educatrici. Ai genitori è però richiesto di rispettare gli orari di ingresso e di uscita e di condividere le regole stabilite della scuola.

Vantaggi:

  • il piccolo socializza prima: l’asilo nido rappresenta la prima “palestra” per lo sviluppo di una socialità ricca e varia, capace di stimolare la curiosità e le esplorazioni dei piccoli e in grado di favorirne l’intelligenza;
  • è seguito da personale specializzato: le figure professionali che si prendono cura dei bambini sono addestrate in modo specifico e seguono metodologie finalizzate a ridurre al minimo i disagi per i piccoli frequentatori. Una serie di figure, dalla coordinatrice alle educatrici, garantiscono in genere un servizio affidabile e di qualità;
  • nessuna singola figura sostituisce la mamma: a differenza della babysitter che, prendendosi cura del bambino da sola, rischia di “sostituire” in tutto la figura della mamma, la presenza di più educatrici permette al bambino di entrare in contatto con diverse figure di riferimento, che non vengono quindi percepite dal piccolo come totalmente sostitutive della presenza materna;
  • ha un costo minore rispetto a quello della tata: spesso si accorda la preferenza al nido anche per una questione di carattere strettamente economico. Nelle strutture pubbliche, in particolare, sono previste rette calcolate in funzione delle diverse fasce di reddito delle famiglie. Purtroppo, però, spesso la domanda è di molto superiore all’offerta di posti disponibili e, quindi, non è possibile accogliere la richiesta di iscrizione all’asilo nido.

Svantaggi:

  • in genere il bambino si ammala più spesso: l’ingresso in una comunità come l’asilo nido comporta per il bambino una specie di “vaccinazione continua”, finché gli anticorpi non si sono “allenati” a combattere contro un numero elevato di germi. L’immissione precoce al nido può comportare, soprattutto nel primo mese, un aumentato rischio di malattie, per lo più respiratorie;
  • il piccolo sente la mancanza della mamma: nei primi due anni di vita il piccolo vive un rapporto simbiotico con la mamma, che ai suoi occhi è un’insostituibile fonte di sicurezza. Il bimbo non ha ancora sviluppato la capacità di prevedere che la separazione da lei sarà solo un momento della giornata e vivrà quindi il distacco come un abbandono. Anche le sue capacità di comunicazione ancora limitate e le sue reazioni, meno evidenti di quelle che potrebbe manifestare un bambino di tre anni, richiedono la massima attenzione da parte del personale del nido. L’aiuto di una babysitter sarà comunque necessario per “coprire” i periodi di malattia;
  • l’ingresso precoce al nido avviene in una fase in cui il contatto con i coetanei non è molto interattivo, perché i bimbi di questa età tendono a ignorarsi;
  • gli orari sono rigidi: la compresenza di un numero elevato di bambini all’interno della struttura richiede il rispetto di una serie di regole di buona convivenza che spesso limitano gli orari. Maggiore flessibilità, in genere, si può trovare nelle strutture private, che prevedono orari di ingresso e uscita calibrati meglio sulle esigenze dei genitori che lavorano.

L’inserimento all’asilo nido

Negli asili nido sono previsti periodi d’inserimento nei quali la mamma trascorre alcune ore nella struttura insieme al bambino, così da abituarlo con gradualità alla sua assenza. L’inserimento dura circa due o tre settimane, periodo in cui la mamma resta vicino al bambino aiutandolo a entrare in relazione con l’educatrice. Gradualmente le verrà proposto di allontanarsi, rimanendo comunque all’interno della struttura, per poter tornare subito se necessario. Dopo qualche giorno il genitore inizia ad assentarsi per periodi sempre più lunghi, fino a quando il bambino mostra di essere tranquillo anche senza la mamma. Resta di fondamentale importanza rispettare i tempi di ogni singolo bambino, senza avere fretta: la gradualità permette al bimbo di fare esperienza, ma anche di assimilare i cambiamenti.

Soluzione nonni

Per molti genitori, i nonni rappresentano la scelta più naturale: sono spesso in pensione e hanno più tempo libero a disposizione, sono una presenza rassicurante e famigliare per il bambino e nella maggior parte dei casi offrono una grande flessibilità di orari.

Vantaggi:

  • i nonni sono una presenza rassicurante e famigliare per i bambini: con il tempo si creerà un legame unico e speciale;
  • offrono una grande flessibilità rispetto agli orari e spesso sono disposti ad andare a prendere il bambino, riportarlo a casa o accompagnarlo a fare attività o visite mediche.

Svantaggi:

  • i nonni non sono educatori e non hanno una preparazione specifica per seguire il bambino nel suo sviluppo;
  • possono essere più indulgenti dei genitori sul rispetto di alcune regole oppure avere una visione diversa dell’educazione del bambino, dovuta anche ad una differenza generazionale;
  • le occasioni per socializzare con altri bambino sono più rare e meno strutturate rispetto all’asilo nido.

Il fattore sicurezza

A volte non ci si pensa, ma bisogna sicuramente valutare il fattore della sicurezza, anche a casa dei nonni. Mentre all’asilo nido tutti gli spazi sono pensati “a misura di bambino”, a casa dei nonni potrebbe non essere così, quindi potrebbero esserci spigoli, oggetti fragili o non adatti a essere maneggiati dai bambini, medicinali o detersivi in punti facili da raggiungere e altre criticità: è bene assicurarsene subito, in modo da poter rendere gli spazi sicuri prima che si verifichino problemi.
Bisogna poi valutare in maniera obiettiva se i nonni sono in grado di occuparsi del bambino in sicurezza, quindi se sono in grado di tenerlo in braccio (anche a lungo), se riuscirebbero a rincorrerlo in caso di necessità, se possono occuparsene pur svolgendo altre faccende, come ad esempio cucinare o fare le pulizie. Insieme si può poi valutare come gestire al meglio la situazione.

È inoltre necessario pensare a come gestire eventuali conflitti, dal momento che si entra nel delicato mondo dei rapporti familiari. I nonni, appartenendo ad una generazione diversa, potrebbero avere idee diverse sulla gestione di cibo, sonno e capricci, ad esempio: è importante chiarire a priori alcuni aspetti e se necessario mettere dei punti fermi, arrivando magari ad un compromesso su altri.

Babysitter

La babysitter costituisce una soluzione personalizzata e flessibile; a differenza dei nonni, si tratta di una figura professionale che può rispondere alle esigenze del piccolo adattandosi agli orari concordati con i genitori. L’importante è scegliere una persona referenziata e con esperienza, in cui si possa riporre la massima fiducia.

Vantaggi:

  • si crea un rapporto a due: quando il bambino ha ancora pochi mesi di vita, affidare il piccolo a una babysitter sarebbe, secondo gli esperti, la soluzione più indicata. Il rapporto a due consentirebbe, infatti, al bimbo di mantenere un rapporto di vicinanza affettiva con un solo adulto, che per ora è più importante per lui del contatto con i suoi coetanei, con i quali ancora non sembra voler interagire in modo particolare;
  • c’è una maggiore flessibilità: la persona che si prende cura del bambino potrà seguirne meglio i ritmi di sonno e di veglia, le abitudini quotidiane e le preferenze di gioco. La giornata può quindi essere ritagliata in modo specifico sulle esigenze del proprio bimbo, senza avere limitazioni di orari fissi o di regole valide per tutti i bambini;
  • c’è continuità con l’ambiente domestico: il piccolo rimane nella sua casa, in un ambiente che quindi conosce molto bene e in mezzo a oggetti e forme che fanno parte della sua esperienza quotidiana. In questo modo mantiene, pur distaccandosi dalla mamma, alcuni punti di riferimento certi.

Svantaggi:

  • il piccolo ha una sola persona di riferimento: il distacco dalla mamma è vissuto come una sorta di abbandono anche nel caso di affido a una babysitter. La presenza di una persona specificamente dedicata a lui attenua però più rapidamente le paure e le ansie del piccolo;
  • c’è il rischio di scegliere male: se la scelta della persona che accudirà il bambino non è fatta nel modo corretto, gli effetti negativi ricadranno inevitabilmente anche sul piccolo. Spesso, per motivi economici o pratici (per esempio, per mancanza di tempo), la scelta finisce per ricadere su persone che non sono in possesso dei requisiti ideali per seguire in modo adeguatamente professionale un bambino molto piccolo;
  • il bimbo si attacca a un’altra figura di riferimento oltre la mamma: c’è il rischio che il bambino possa attaccarsi affettivamente alla persona che lo accudisce e che questa diventi per lui la fonte primaria di riferimento. Tuttavia molto dipende da come i genitori vivono il tempo che possono dedicare al piccolo. È fondamentale quindi, una volta tornati a casa dal lavoro, dedicarsi completamente alla cura del bimbo, ritagliare momenti di intimità come la pappa o il bagnetto, che permetteranno di riacquistare completamente il proprio ruolo di mamma. Il piccolo sarà perfettamente in grado così di riconoscere la funzione fondamentale e insostituibile che la mamma avrà sempre per lui;
  • una babysitter ha un costo decisamente superiore: per le fasce di reddito medie il costo di una babysitter disponibile ad accudire il piccolo per tutta la giornata può essere di molto superiore a quello della retta dell’asilo nido. Spesso i genitori possono trovarsi quindi nella condizione di spendere anche un intero stipendio ogni mese per pagare la persona che si prende cura del piccolo.
 
 
 

In breve

Asilo nido, babysitter o nonni? È un problema che i genitori che lavorano devono affrontare con serenità e consapevolezza, prendendo in esame i pro e i contro di ogni soluzione.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Allattamento a rischio per condizione aziendale: si ha diritto al 100% della retribuzione?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Paola Bernardi Locatelli

Per l'interdizione post partum per rischi aziendali per legge è dovuta solo l'indennità di maternità INPS (80% della retribuzione media giornaliera) ma l'eventuale integrazione al 100% dal datore di lavoro può essere prevista dal CCNL o dalla contrattazione aziendale.  »

Minaccia d’aborto: può essere colpa dell’allattamento?

20/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In gravidanza, continuare ad allattare il primo bambino non causa direttamente contrazioni dell'utero ma è impegnativo dal punto di vista psico-fisico. Ridurre le poppate giornaliere, quando sono numerose come quelle offerte a un neonato, è una buona idea soprattutto se il primo figlio ha già 15 mesi...  »

Bimba di tre anni con otiti ricorrenti: perché?

06/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

A volte è la particolare conformazione delle tube di Eustachio (i tubicini che collegano l'orecchio al naso) a favorire la ricorrenza delle otiti, tuttavia con la crescita tutto si risolve.   »

Fai la tua domanda agli specialisti