Linfonodi ingrossati: le nuove linee guida per l’età infantile

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 21/07/2014 Aggiornato il 21/07/2014

Linfonodi ingrossati: durante il Congresso italiano di pediatria sono state presentate le nuove linee guida per la valutazione nei bambini

Linfonodi ingrossati: le nuove linee guida per l'età infantile

Quando mamma e papà notano che il  proprio figlio ha i linfonodi ingrossati entrano subito in allarme. In realtà, nella maggior parte dei casi sono sintomi di un’infezione facilmente curabile. Lo hanno ribadito anche gli esperti presenti al Congresso italiano di pediatria. Nel corso del dibattito, la Società italiana di infettivologia pediatrica (SITIP) ha anche presentato le nuove linee guida per la gestione delle linfoadenopatie in età pediatrica.

Che cosa sono

I linfonodi sono piccole masse globose, costituite da tessuto linfatico, di grandezza variabile da un piccolo pisello a una nocciola. Sono disseminati un po’ ovunque nel corpo umano, soprattutto nella regione ascellare e inguinale. Quando si instaura un’infezione, all’interno del linfonodo si riproducono gli anticorpi (cellule destinate a combattere gli antigeni): come conseguenza il linfonodo si ingrossa e non si “sgonfia” fino al momento della guarigione.

Dipendono quasi sempre da un’infezione

Nei bambini, il tessuto linfatico è più abbondante che negli adulti. Ecco perché può succedere facilmente che i linfonodi si ingrossino. Nella quasi totalità dei casi, le linfoadenopatie, cioè le alterazioni dei linfonodi in termini di dimensione, numero e consistenza, dipendono da un’infezione virale o batterica e si risolvono da sole nell’arco di quattro-sei settimane.

I segnali da osservare

“Le nuove linee guida rappresentano uno strumento utile nella diagnosi e nel trattamento a domicilio e in ospedale del bambino con linfoadenopatia della testa e del collo e hanno lo scopo di selezionare, alla luce delle migliori prove scientifiche disponibili, gli interventi più efficaci e sicuri per la gestione e le cure di queste patologie” ha spiegato Susanna Esposito, presidente della SITIP. Secondo gli esperti, sono tre i parametri da considerare nella diagnosi delle linfoadenopatie: la dimensione del linfonodo, l’età del bambino e i sintomi associati. Per quanto riguarda la grandezza dei linfonodi, è bene chiedere accertamenti se il diametro è superiore a 1 cm nella zona cervicale o ascellare e 1,5 cm nella zona inguinale.

Attenzione agli altri disturbi

Gli altri disturbi presenti possono aiutare a capire la malattia alla base: in presenza di febbre, rinite, tosse, eruzione cutanea o congiuntivite si può sospettare un’origine virale, mentre graffi di animali domestici possono dare origine a un’infezione batterica. Anche l’età fornisce indicazioni utili. Per esempio, occorre sapere che nei bambini di età compresa fra uno e quattro anni, sono molto diffuse le infezioni batteriche.

In breve

QUALI CURE

Se i linfonodi ingrossati dipendono da infezioni virali, in genere, non si prescrivono farmaci. Nel caso di infezioni batteriche, invece, il pediatra può consigliare un ciclo di 10-14 giorni di terapia antibiotica.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Fratello e sorella (solo da parte di madre) possono avere figli sani?

22/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

I figli di consanguinei hanno un alto rischio di nascere con anomalie genetiche e disturbi del neurosviluppo. Questa è la principale ragione per la quale nelle società organizzate sono vietate le unioni tra parenti stretti.   »

Dopo un aborto spontaneo quanto tempo ci vuole per cominciare un’altra gravidanza?

15/07/2024 Gli Specialisti Rispondono di Augusto Enrico Semprini

Se un primo concepimento è avvenuto in pochi mesi, ci sono altissime probabilità (addirittura il 100%!) di avviare una nuova gravidanza entro sei mesi dall'aborto spontaneo.   »

Si può ridatare la gravidanza una seconda volta?

14/06/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

La ridatazione ecografica può essere eseguita una volta sola nel primo trimestre (quando c'è più di una settimana di differenza tra il calendario ostetrico e le dimensioni effettive del feto), dopodiché se il bambino risulta più piccolo dell'atteso non si può più attribuire il dato a un concepimento...  »

Fai la tua domanda agli specialisti