Raccontare fiabe e favole al bambino

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 13/01/2015 Aggiornato il 26/01/2015

Il racconto della fiaba rappresenta un momento magico di intimità e vicinanza tra il bambino e i genitori. È importante, perciò, per la mamma e il papà riuscire a ritagliarsi uno spazio di tempo per recuperare quest’abitudine che è andata via via perdendosi

Raccontare fiabe e favole al bambino

Fanno parte della nostra memoria

Le favole lasciano un ricordo indelebile nella mente e nel cuore di ognuno di noi, tanto che anche a distanza di anni, pur non ricordando bene i particolari delle storie, è possibile rivivere le emozioni legate a quei racconti. Oggi purtroppo, spesso a causa del ritmo di vita sempre più frenetico, i genitori hanno meno possibilità di ritagliarsi uno spazio da condividere con il proprio bambino raccontandogli una favola. Esiste, poi, per molti anche una grande difficoltà proprio nel raccontare una storia. In aiuto ai genitori sono sorti specifici laboratori, per lo più tenuti da centri di produzione teatrale (teatri stabili per l’infanzia) o da associazioni per la promozione e la diffusione della lettura per i più piccoli, che insegnano agli adulti a rapportarsi con i bambini attraverso proprio il racconto delle favole, liberando la fantasia e ritornando a loro volta bambini.

Facilitano il dialogo tra grandi e piccoli

L’enfasi che i genitori mettono nel racconto di una storia e l’atteggiamento di risposta del bambino contribuiscono a creare un dialogo fatto di emozioni, importante sia per gli adulti sia per il piccolo:

  • per il bimbo il momento del racconto della fiaba rappresenta l’occasione sia per avere il genitore tutto per sé sia per esplorare il proprio mondo emotivo fatto di paure (per esempio, del lupo cattivo o del bosco);
  • alla mamma e al papà, invece, le fiabe offrono l’occasione per ripensare alla propria infanzia e ritornare bambini.

Nel racconto della fiaba, infatti, non c’è solo un processo logico cognitivo, ma anche e soprattutto emotivo. Il bimbo, ascoltando il racconto, ha modo di immedesimarsi nel personaggio, riconoscendosi nelle piccole e nelle difficoltà che il suo eroe è chiamato a fronteggiare. In questo modo il piccolo supera anche le sue paure. Nel mondo immaginario, infatti, l’eroe parte alla volta di un viaggio per conquistare qualcosa e per crescere: si tratta di un percorso educativo ricco di quei valori, tramandati dalla tradizione, che l’uomo riconosce in sé come validi: il bisogno della protezione, della conquista e della regressione, degli affetti, di giustizia e del trionfo del bene sul male.

Sono uno strumento di apprendimento

L’ascolto della fiabe nella prima infanzia rappresenta la base della conoscenza e viene ritenuto indispensabile per giungere più avanti ad apprendere in modo corretto i procedimenti scientifici. È nota la famosa affermazione dello scrittore per bambini Gianni Rodari secondo cui le fiabe servono per capire la matematica perché permettono al bimbo di costruirsi categorie mentali legate alla conoscenza di sé, dell’altra persona, diversa da lui, e ai concetti come lo spazio e il tempo: “una volta – adesso”, “lontano – vicino”; “dentro- fuori”; “basso – alto”. Secondo lo scrittore la fiaba è il luogo di tutte le ipotesi, perché fornisce le chiavi per entrare nella realtà attraverso strade nuove e può aiutare il bimbo a conoscere il mondo, regalandogli delle immagini. La presenza dell’adulto, poi, la sua vicinanza fisica, emotiva e intellettuale è essenziale per il bambino, perché incide sui suoi meccanismi mentali: l’adulto legge per lui, intepreta per lui e lo aiuta a vedere cose che egli ancora non conosce. Il bambino piccolo è capace di interpretare immagini e segni, ma è ancora un lettore analfabeta: comprendere il senso dei testi non è per lui altrettanto facile come imparare a correre, giocare, parlare. Si tratta di un processo graduale che richiede la presenza dell’adulto, ma che lo porta poi ad amare la lettura. I bambini, cui i genitori hanno letto loro tante storie, trovano infatti molto facile imparare a leggere. Per questo gli studiosi del linguaggio consigliano di prendere in braccio il bambino e leggergli più volte ad alta voce i racconti che gli piacciono.

Hanno una struttura classica

All’inizio della storia il protagonista vive un disagio che spesso viene affrontato con un viaggio, un allontanamento o un abbandono. L’eroe deve superare alcuni ostacoli, ma sulla propria via trova aiuti insperati e magici come, per esempio, un talismano o un anziano cui presta soccorso e che gli fa guadagnare un dono magico. Se, invece, il protagonista non lo aiuta, paga lo scotto di altre difficoltà. Così via via la fiaba si snoda e l’eroe accumula risorse e fortune che poi gli serviranno nella prova finale. Alla fine il disagio iniziale viene superato e il protagonista viene di nuovo inserito nel suo ruolo originale. Anzi, se era povero diventa ricco e se era goffo, sposa la principessa. I bambini, però, non amano necessariamente le favole classiche. Tra i loro racconti preferiti può esserci, per esempio, la storia dei suoi genitori o le piccole avventure della famiglia. I più piccoli amano guardare, per esempio, assieme ai genitori l’album delle foto di famiglia con gli zii, i nonni, e ricordare episodi in cui erano tutti insieme. Il bimbo si appassiona al racconto perché è la storia della sua vita e i protagonisti sono persone a lui care.

Come si raccontano

Nel raccontare una favola al bambino, i genitori possono dare libero sfogo alla fantasia. Si può, quindi, prendere spunto da una storia conosciuta e poi lasciarsi andare all’immaginazione, oppure raccontare al piccolo una favola tradizionale, magari arricchendola di altri particolari o modificandone il finale. Non è, infatti, necessario seguire la traccia del racconto originale per filo e per segno. Se il bimbo è più grandicello si può, anzi, invitarlo a proseguire lui stesso la storia, stimolando in questo modo la sua immaginazione. In ogni caso è importante l’interpretazione dei genitori, sia che la fiaba sia letta sia che venga raccontata. Il ritmo deve essere vario, scandito da pause che aumentino la curiosità del bambino circa il destino del protagonista. Occorre anche modificare il tono di voce nel dare vita ai diversi personaggi che animano il racconto.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Scarso aumento di peso in gravidanza: ci si deve preoccupare?

17/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Se gli esami del sangue sono buoni, il feto cresce bene, la gestante non manifesta alcun sintomo allarmante non c'è ragione di preoccuparsi in caso di aumento di peso modesto.   »

Feto con ventricolomegalia cerebrale borderline: quali indagini fare?

16/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In relazione allo spessore dei ventricoli cerebrali, il limite tra normalità e patologia non è così preciso: il valore è normale se inferiore ai 10 millimetri e poi c'è una zona grigia compresa tra 11 e 15 millimetri. Un'ecografia approfondita può bastare a chiarire il quadro.   »

Bimbo che inizia a stare in piedi da solo: vanno stimolati i primi passi?

12/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

I primi passi non vanno stimolati, non si deve dunque tenere il bambino per le braccia spingendolo a muoverli. Utile invece dargli la possibilità di appoggio o di scalata, affinché affronti questa tappa secondo i propri tempi e le proprie capacità.   »

Ansia e attacchi di panico verso il termine della gravidanza (gemellare)

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Gli eventuali disturbi della sfera psichica come depressione, disturbo d'ansia, attacchi di panico richiedono cure mirate anche in gravidanza. Spetta al ginecologo in accordo con lo psichiatra prescrivere la terapia più idonea, tenendo conto che le benzodiazepine non sono consigliabili dal secondo trimestre...  »

Collo dell’utero in gravidanza e variazioni della sua lunghezza

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Durante la gravidanza il collo dell'utero di norma ha una lunghezza compresa tra 33 e 40 millimetri: è motivo di allarme un raccorciamento dai 25 millimetri in giù.   »

Fai la tua domanda agli specialisti