Un orecchio bionico per i difetti dell’udito dei bambini

Roberta Raviolo A cura di Roberta Raviolo Pubblicato il 12/07/2021 Aggiornato il 12/07/2021

I difetti dell’udito dei bambini possono limitare l’apprendimento e la comunicazione. Oggi le nuove tecnologie permettono di affrontare e risolvere il problema

Un orecchio bionico per i difetti dell’udito dei bambini

Spesso i difetti dell’udito dei bambini possono essere prevenuti, agendo sulla salute della donna in gravidanza, con i vaccini contro malattie come la rosolia. Nella prima infanzia, adeguate cure mediche aiutano a evitare forme serie di otite che possono danneggiare l’udito. Nonostante questo, ogni anno, come affermato dalla Società italiana di pediatria in un suo rapporto, circa due bambini su mille nascono con un disturbo congenito e permanente dell’udito. Questa situazione può causare difficoltà nel corretto sviluppo del bambino, limitando le capacità comunicative e impedendo che le qualità intellettuali del piccolo si sviluppino pienamente.

Un orecchio tecnologico

Oggi la tecnologia ha permesso di mettere a punto protesi di ultima generazione, in grado di sostituire le funzioni della coclea e quindi di correggere i più seri difetti dell’udito dei bambini. Si tratta più esattamente di un nuovo impianto cocleare, detto anche orecchio bionico, utilizzato anche all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, indicato per i piccoli con sordità profonda bilaterale  L’impianto è costituito da una componente interna e di una esterna. La parte interna consiste in un sottilissimo filo metallico dotato di elettrodi che viene inserito nella coclea. Inoltre è presente un magnete che è posizionato sotto la pelle, al di sopra del padiglione auricolare. La componente esterna è dotata di un secondo magnete e di un processore del linguaggio, un dispositivo che raccoglie i suoni provenienti dall’ambiente, li elabora e li trasmette alla componente interna.

Meglio prima dei 18 mesi

L’intervento per il posizionamento dell’orecchio bionico avviene in anestesia generale. Solitamente si consiglia di eseguirlo tra uno e due anni, meglio entro l’anno e mezzo di età, quando il sistema nervoso è al massimo della sua plasticità, ossia è più ricettivo nei confronti degli stimoli nervosi che riceve e può quindi avere i maggiori benefici dall’intervento. Il chirurgo effettua un piccolo taglio dietro l’orecchio, attraverso il quale si raggiunge la coclea dove viene sistemato il filo porta-elettrodi. La ferita chirurgica guarisce 10-15 giorni circa dopo l’intervento, non restano segni visibili esternamente e il bambino può riprendere la sua vita normale, senza che nessuna attività sia preclusa.  

Per chi è adatto

L’impianto cocleare non è necessario per tutti i tipi di difetti uditivi nei bambini, ma per i piccoli che hanno un problema di sordità profonda bilaterale, presente dalla nascita o acquisita nel corso della vita. In questi casi, le protesi acustiche tradizionali non sono risolutive per far recuperare adeguate capacità uditive. È invece essenziale intervenire perché i bambini con sordità profonda senza impianto cocleare non possono contare su un buon canale di comunicazione uditivo-verbale e quindi non avranno la possibilità di sviluppare un linguaggio adeguato. L’impianto cocleare ripristina la capacità di sentirci bene, quindi permette al bambino di accedere a tutte le informazioni sonore necessarie per un corretto sviluppo delle competenze espressive e linguistiche.

 

 
 
 

Da ricordare

È importante curare la salute uditiva dei bambini prevenendo eventuali otiti medie con una corretta igiene nasale in caso di raffreddore e parlandone con il pediatra. Infezioni ricorrenti possono infatti provocare lievi abbassamenti dell’udito.

Fonti / Bibliografia

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