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Comunemente si chiamano vermi, in realtà sarebbe più corretto parlare di elminti, portatori di infezioni intestinali molto frequenti nei bambini da uno a tre anni. I vermi nel bambino potrebbero comparire con il gattonamento, e non a caso: molto frequentemente, infatti, quando comincia a muoversi autonomamente il piccolo entra a contatto con il parassita toccando la terra e poi mettendosi le manine in bocca. Tranquilli però: le infezioni intestinali non sono una vera e propria malattia e se trattate in modo appropriato si risolvono in qualche giorno.
GLI OSSIURI
Questi vermi assomigliano a piccoli fili bianchi, molto sottili, lunghi circa un centimetro e si muovono molto. Solitamente si annidano nell’intestino crasso e nel retto, nella zona anale, tra le natiche o, nel caso delle bambine, tra le piccole e le grandi labbra; più raramente si trovano nelle feci. Il bambino colpito può avvertire prurito e bruciore nella zona perianale specialmente di notte. Ciò perché il parassita femmina migra dall’intestino verso l’esterno per depositare le uova. Gli ossiuri possono provocare anche irrequietezza, perdita di appetito, nausea, vomito, dolori addominali, frequente stimolo ad andare in bagno, stitichezza, dissenteria, insonnia, prurito al naso e tosse secca. A volte, però, i sintomi sono talmente lievi da passare inosservati. In caso si sospetti un’infezione, quindi, è bene controllare, per due giorni consecutivi, l’area intorno all’ano del piccolo con una pila la sera tardi o al mattino presto, alla ricerca dei piccoli filamenti bianchi.
Come avviene il contagio
La forma più frequente di contagio degli ossiuri è rappresentata dall’ingestione delle uova presenti nell’ambiente. Per evitare il contagio è buona norma curare con attenzione l’igiene del bambino: controllare che si lavi regolarmente le mani (sempre prima di mangiare e dopo aver giocato ai giardinetti e essere andato in bagno), tenere le unghie corte ed evitare che si tocchi la zona dell’ano.
Gli esami per scoprirli
Per diagnosticare l’eventuale presenza di vermi nel bambino si ricorre all’esame delle feci, eseguito, generalmente, per tre giorni consecutivi e seguito da eventuali esami del sangue prescritti dal medico. Oltre a questo, esiste la possibilità anche di essere certi della presenza delle uova del parassita applicando in sede anale un particolare scotch, fornito dall’analista che, tenuto per circa un’ora, è in grado di mostrare l’eventuale positività o meno all’infezione.
Si eliminano con i farmaci
Una volta accertata la presenza di uova o vermi nel bambino, liberarsi degli ossiuri non è difficile: basta un’unica somministrazione di vermifugo prescritto dal pediatra. L’unico problema è che il farmaco elimina i parassiti, ma non le uova. Per questo, spesso, il pediatra ritiene utile somministrare un farmaco antiparassitario per bocca, in un’unica dose.
ALTRI TIPI DI PARASSITI E COME SI CURANO
Gli ascaridi
Conosciuto anche come “Ascaris lumbricoides”, si tratta di un verme di colore bianco-rosato, che può arrivare perfino a 45 centimetri di lunghezza. L’infezione di questo parassita non è molto frequente nel nostro Paese, come lo è invece nei Paesi tropicali. L’infezione avviene attraverso l’ingestione delle uova che finiscono nell’intestino dove si schiudono. A questo punto le larve passano prima per i polmoni e l’esofago e poi tornano nell’intestino dove danno vita agli ascaridi adulti. Una volta nell’intestino, i parassiti, oltre a “sfruttare l’ospite”, nutrendosi di ciò che viene ingerito, infiammano l’intestino, producendo tutta una serie di fastidi, quali mal di pancia, meteorismo e diarrea, disturbi peraltro generici e comuni a molte malattie, oltre a tosse secca e incessante: quando il parassita migra fuori dall’intestino, infatti, può disperdere le larve in altri organi, polmoni compresi. Il medico di solito prescrive i farmaci antiparassitari da assumere per via orale per uccidere i vermi intestinali.
La giardia lamblia
Non è proprio un verme, si può definire meglio come un protozoo, che si annida all’interno dell’intestino sottoforma di goccia. La causa dell’infezione da giardia lamblia, è quasi sempre rappresentata dall’acqua contaminata. Il protozoo si trasmette, infatti, bevendo acqua sporca, contaminata o anche mangiando cibi contaminati crudi già infetti. I disturbi possono comparire anche dopo 3 settimane, tanto è il periodo di incubazione di questo protozoo. Quelli più comuni, comunque, sono diarrea, vomito, dolori addominali, febbre e, in alcuni casi, si può perdere anche peso. La cura, prescritta dal pediatra, è a base di metronidazolo e dura da 5 a 7 giorni.
La tenia
Questo parassita, comunemente noto come verme solitario, può raggiungere la lunghezza di otto metri. La tenia ha un aspetto nastriforme, con una testa (scolice) caratterizzata dalla presenza di uncini e ventose, che gli consentono di aderire alle pareti intestinali. Il resto del corpo è diviso in tanti piccoli segmenti, chiaramente distinguibili, lunghi circa 1-1,5 cm e chiamati proglotidi. Inizialmente l’infezione da tenia è asintomatica e solo dopo qualche mese il verme solitario può dare segni di sé. Il bimbo colpito è spesso affamato ma, nonostante le ingenti quantità di cibo ingerite, si sente debole e stanco, a causa del binomio tra deficit calorico e carenze vitaminiche (priva di apparato digerente, la tenia si nutre infatti delle sostanze assunte dall’”ospite”). Possono comparire anche diarrea alternata a stitichezza, dolori addominali, nausea e vomito. Per sconfiggere la tenia o verme solitario si utilizzano specifici farmaci in grado di staccare la testa del parassita dalla parete intestinale, favorendo così l’evacuazione spontanea.
In breve
Non ti preoccupare, spariscono con i farmaci
I bambini piccoli possono essere facilmente colpiti da parassiti che si annidano nell’intestino, provocando disturbi più o meno evidenti. In caso di dubbio, è bene far eseguire un esame delle feci per individuare il responsabile dell’infestazione. Non è, comunque, il caso di preoccuparsi perché esistono farmaci molto efficaci e ben tollerati dal piccolo.