Adolescenti con problemi mentali abbandonati a se stessi alla soglia dei 18 anni

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 29/05/2019 Aggiornato il 29/05/2019

Risultano inefficaci i modelli di assistenza per gli adolescenti con problemi di salute mentale una volta raggiunta la maggiore età. Molte conseguenze

Adolescenti con problemi mentali abbandonati a se stessi alla soglia dei 18 anni

Il passaggio dall’adolescenza all’età adulta, che convenzionalmente si intende con il compimento dei 18 anni, è una fase particolarmente delicata per gli adolescenti con problemi  mentali o di abuso di sostanze.

Servizi incompiuti

Nel 2014 è stato avviato il progetto europeo “Milestone” proprio per sviluppare nuovi modelli assistenziali per i pazienti che transitano dai servizi di salute mentale per l’infanzia e l’adolescenza a quelli per l’età adulta. La ricerca, oltre a indagare sul funzionamento dei servizi di salute mentale in 8 Paesi europei, ha coinvolto mille ragazzi (quasi maggiorenni), insieme ai loro genitori e medici di riferimento, seguiti per quasi tre anni dal team di ricerca.

Mancano i collegamenti

È emerso che troppi adolescenti con problemi mentali o comportamentali non sono seguiti perché manca il collegamento tra i Centri di Salute Mentale per l’infanzia e l’adolescenza (Uonpia) e i Dipartimenti di Salute Mentale per gli adulti (Dsm). Solo un paziente su 9, tra quelli che a 17 anni e mezzo sono in cura presso le Uonpia, passa al Dsm per adulti competente territorialmente. Degli altri si perdono le tracce. Così, quando ritrovano una possibilità assistenziale, in molti casi è troppo tardi, con il rischio che i problemi continuino a riproporsi per buona parte della loro vita.

Importante intervenire presto

Secondo il professor Giovanni de Girolamo, psichiatra al Fatebenefratelli di Brescia che ha coordinato la ricerca per l’Italia, delle 807.000 persone in trattamento presso i Dsm, appena il 5 per cento sono ragazzi di età tra 18-25 anni. Eppure negli ultimi vent’anni ci si è battuti molto sull’importanza di intervenire su un disturbo mentale al momento della sua insorgenza, per poter fare diagnosi precoci, e l’età critica per l’insorgere dei disturbi è proprio tra i 15-25 anni. Per quanto riguarda i problemi psichiatrici dei mille giovani indagati, si è visto che erano prevalentemente disturbi dell’umore come la depressione (31 per cento) e d’ansia (24 per cento), disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività – Adhd (21 per cento) e disturbi dello spettro autistico (15 per cento). 

Adolescenti in mezzo al guado

Una delle cause, per il professor de Girolamo, è che le Uonpia sono più centrate sui bambini piccoli, 4-8 anni, quando emergono i disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, e i Dsm, a loro volta, trattano in maggioranza persone in età adulta. Le disattenzioni verso i 17-18enni con disturbi mentali sono particolarmente gravi perché, dei mille giovani seguiti per due anni nel progetto Milestone, il 25 per cento, che vuol dire uno su 4, aveva già tentato il suicidio.

 

 

 
 
 

Da sapere!

Nel campione italiano della ricerca Milestone i disturbi d’ansia prevalgono (23 per cento) rispetto a quelli dell’umore (17) mentre, più numerosi rispetto ai casi di Adhd e autismo riscontrati nel campione internazionale, sono i disturbi del comportamento alimentare (11) e i disturbi psicotici (8 per cento).

 

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