Adolescenti sempre connessi, i rischi di internet per la salute

Pamela Franzisi A cura di Pamela Franzisi Pubblicato il 21/01/2022 Aggiornato il 21/01/2022

L’85% degli adolescenti italiani usa (e abusa!) uno smartphone. Ma quali possono essere le conseguenze di internet sulla salute? Facciamo chiarezza

Adolescenti sempre connessi, i rischi di internet per la salute

Grandi e piccoli sempre connessi. Smartphone, tablet e pc sono strumenti utili, se usati bene, ma sempre più adolescenti (e non solo!) ne abusano, fino a rischiare una vera e propria dipendenza con pesanti ripercussioni sulla salute. E la conferma arriva da numerosi studi.  L’ultimo dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Lo studio Oms

Secondo i dati raccolti da Hbsc  per uno studio dell’Oorganizzazione mondiale della sanità e quelli di un’altra ricerca pubblicata su The Lancet child & adolescent health, più tempo davanti allo schermo e meno attività fisica sono associati a maggiori problemi sia psichici sia fisici.

La situazione in Italia

In Italia, l’85% degli adolescenti  usa ogni giorno lo smartphone e il 72% naviga su Internet quotidianamente. La maggior parte trascorre in media dalle 3 alle 6 ore al giorno con il telefonino in mano. Tra gli 11 e i 13 anni il tempo online si abbassa leggermente, probabilmente per il maggiore controllo da parte dei genitori.

Il parere del pediatra

“I rischi legati all’uso dello smartphone – spiega Francesco Andolina, responsabile neonato sano alla Casa di Cura Serena e responsabile pediatria H24 al centro Salus di Palermo – sono molteplici: prima di dormire ha un impatto negativo sul ritmo circadiano, in quanto causa eccitazione e difficoltà ad addormentarsi; maggiore tendenza alla distrazione a scuola e disattenzione mentre si cammina per strada con rischio di incidenti; una dipendenza favorita dal poter accedere allo smartphone ovunque ci si trovi e in qualsiasi momento della giornata. L’isolamento, nei casi più gravi, può diventare una vera e propria malattia: si parla in questo caso di un fenomeno chiamato Hikikomori, che espone al rischio di sviluppare malattie psichiatriche.  Può crearsi l’insorgenza di nuove forme di disturbi visivi legati all’anomala illuminazione dello schermo, associati a secchezza oculare, irritazione, fatica oculare e abbagliamento, dolori muscolari, specialmente a collo e spalle, legati alla postura anomala”.

Meno tempo davanti agli schermi e più sport

Secondo i ricercatori che hanno analizzato i dati dell’Health behaviour in school-aged children, che ha studiato la salute e il benessere di 577.475 adolescenti tra gli 11 ed i 15 anni, provenienti da 42 paesi in Europa e Nord America “le future strategie di salute pubblica per promuovere il benessere mentale degli adolescenti dovrebbero mirare alla riduzione del tempo davanti allo schermo e all’aumento dell’attività fisica contemporaneamente.

Data l’importanza dei comportamenti sanitari per la salute e il benessere della popolazione, la futura ricerca prospettica dovrebbe indagare la causalità delle associazioni congiunte di tempo davanti allo schermo e attività fisica ed esaminare le interrelazioni tra i tipi di tempo davanti allo schermo, la dose e i tipi di attività fisica e il benessere mentale degli adolescenti.

Collettivamente i nostri risultati – spiegano ancora gli autori dello studio Hbsc – forniscono supporto per l’attuale raccomandazione sul tempo di utilizzo dello schermo ricreativo di due ore o meno al giorno e la raccomandazione sull’attività fisica di 60 minuti o più al giorno per la salute e il benessere”, dato che “gli effetti negativi del tempo trascorso davanti allo schermo sugli adolescenti sembrano essere correlati a quanto tempo hanno trascorso davanti agli schermi, con le ragazze che hanno sperimentato un minore benessere mentale oltre le due ore di tempo davanti allo schermo al giorno e i ragazzi oltre le quattro ore al giorno”.

 

 

 

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

“Occorre limitare il tempo di utilizzo di smartphone, tablet e pc durante il giorno o nei fine settimana, stabilendo orari precisi di divieto per esempio durante i pasti, i compiti e le riunioni familiari”, raccomanda il pediatra Francesco Andolina.

 

 

 

 

Fonti / Bibliografia

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