Nomofobia: la nuova paura degli adolescenti

Luce Ranucci A cura di Luce Ranucci Pubblicato il 27/10/2020 Aggiornato il 27/10/2020

Con la presenza sempre più massiccia degli smartphone nella nostra vita quotidiana è nata una nuova malattia: la nomofobia. Crea ansia e talvolta veri e propri attacchi di panico. Prime vittime: gli adolescenti

Nomofobia: la nuova paura degli adolescenti

Ormai non possiamo più farne a meno: il cellulare ci serve per restare connessi con il mondo, in senso lato. Lo smartphone fa parte delle nostre vite, non ci serve solo per telefonare, ma anche per chattare, controllare i social, la posta elettronica, la banca on-line, per impostare allarmi, sveglie, appuntamenti e consultare il calendario giornaliero e settimanale per non perdere impegni personali e di lavoro. Tutto normale? Assolutamente no. Visto che questa dipendenza ha assunto la dimensione di malattia: la nomofobia , ossia l’ansia generata dal non avere a disposizione il  cellulare. Non è una “malattia ufficiale”, nel senso che non esiste nei manuali di psichiatria. I primi a soffrirne sono gli adolescenti. 

Il parere degli esperti

Lo studio Nomophobia and lifestyle: Smartphone use and its relationship to psychopathologies pubblicato sulla rivista Computers in Human Behavior Reports,  mette in evidenza la relazione fra nomofobia e psicopatologia. Per i ricercatori chi vive peggio la lontananza dallo smartphone soffre frequentemente di sintomi di ossessione-compulsione e addirittura attacchi di panico, nei casi più gravi. Sempre secondo lo studio, il panico da assenza di cellulare potrebbe essere collegato a senso di inadeguatezza e inferiorità. Insomma, anche se a oggi non esiste diagnosi, la nomofobia si accompagna a una sintomatologia che invece c’è.

 Dati allarmanti

A livello pratico gli autori dello studio hanno fornito due questionari a 495 giovani tra i 18 e i 24 anni, un po’ più della metà (52%) donne. Il primo valutava la dipendenza dagli smartphone, l’altro la presenza di eventuali sintomi psicopatologici (ansia, ossessioni-compulsioni, sentimenti di risentimento). Il risultato è stato sorprendente: i partecipanti utilizzavano i telefoni da 4 a 7 ore al giorno in totale, grazie specialmente alla navigazione sui social network.

Senza distinzioni di genere

Dall’analisi è emerso che più i partecipanti utilizzavano lo smartphone, maggiore era lo stress che provavano quando non lo avevano a disposizione. Inoltre, più elevati erano i punteggi ottenuti dai partecipanti alla ricerca, in termini di ossessione-compulsione, più alto era il timore di rimanere senza telefono. Non è emerso, invece, alcun rapporto tra nomofobia e genere: uomini e donne, almeno in termini nomofobici, sono pari.

Il vero impatto sulla vita di tutti i giorni

C’è differenza tra un uso dello smartphone che facilita la nostra vita, per esempio ci fa incontrare in video gli amici quando non è possibile stare insieme o ci fa lavorare meglio e dovunque siamo(), e uno che invece interferisce con la nostra vita. E questo secondo tipo di utilizzo è più probabile che provochi ansia quando siamo lontani dal telefono, spiega Ana-Paula Correia, professore associato al Dipartimento Educational Studies dell’Ohio State University  e direttore del Center on Education and Training for Employment dell’ateneo Usa, nonché autore dello studio insieme a Soraia Gonçalvesne Paulo Dias, entrambi ricercatori alla facoltà di Filosofia e scienze sociali dell’Università Cattolica portoghese di Braga. Secondo gli autori della ricerca, le persone più tese potrebbero vedere i loro telefoni come strumenti di gestione dello stress. “Questo concetto non riguarda soltanto il telefono” – ricorda Correia: “Le persone usano lo smartphone per altre attività, inclusi i social media, per stare connessi, per sapere cosa sta succedendo ai loro influencer. Quindi, stare lontani dal telefono o avere la batteria scarica può in qualche modo interrompere quella connessione e lasciare alcune persone in una situazione di agitazione”.

 

 

 
 
 

Da sapere!

La nomofobia colpisce per lo più giovani e coloro che tendono ad avere bassa autostima e problemi relazionali. Questo fenomeno è in parte collegato con l’uso compulsivo dei social.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Dubbi su percentili e peso del feto

09/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

L'ecografo non è dotato di bilancia, quindi il peso del feto è solo stimato, con un margine di errore in più o in meno di circa il 10 per cento. Per quanto riguarda le misure, il range di normalità è compreso tra il 5°e il 95° percentile. Dunque, se il ginecologo afferma che tutto va bene significa che...  »

Bassa riserva ovarica: può iniziare una gravidanza?

09/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Può essere opportuno che la coppia che desidera un figlio si rivolga senza perdere troppo tempo a un centro per la PMA, quando la donna, soprattutto se in età matura, ha problemi relativi all'ovulazione.   »

Bimbo di 5 anni che respinge la mamma: colpa della crisi che stanno attraversando i genitori?

02/12/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professoressa Francesca Simion

Leggi anche:  »

A sei settimane messa a riposo a letto per 20 giorni per via di un distacco

18/11/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

I "distacchi" a inizio della gravidanza sono comuni e, soprattutto se viene già rilevata l'attività cardiaca dell'embrione, non impediscono la buona evoluzione della gravidanza. Il riposo a letto è ininfluente nel bene e nel male.   »

Fai la tua domanda agli specialisti