Anoressia nelle ragazze: come riconoscerla e come curarla

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 29/04/2012 Aggiornato il 29/04/2012

Sintomi, cause e cure dell'anoressia nelle ragazze, una malattia della sfera psichica

Anoressia nelle ragazze: come riconoscerla e come curarla

L’anoressia è un “disturbo del comportamento alimentare” e appartiene alla categoria delle malattie della sfera psichica. Ha il suo sintomo più evidente nell’ostinato rifiuto del cibo. Le ragazze anoressiche desiderano mangiare ma vi rinunciano deliberatamente. La decisone di resistere alla fame comporta un forte cambiamento della personalità: le adolescenti, anche quelle più docili e obbedienti, diventano chiuse, aggressive e bugiarde. Tutte negano di patire la fame e tutte affermano di mangiare a sufficienza.

Le cause

Alla base dell’anoressia nelle ragazze c’è un’ansia spasmodica di perdere peso che porta a diventare magrissime, nei casi più gravi scheletriche. A questa ragione in genere si unisce un disagio emotivo riconducibile all’incapacità sia di accettare rinunce e sconfitte sia di aspettare, senza soccombere all’attesa, che un desiderio si avveri. L’ipotesi è che il rifiuto del cibo da un lato diventi l’unico mezzo per tenere a bada le preoccupazioni rispetto alla propria immagine, da un altro rappresenti un modo, drammatico e proprio per questo convincente, di affermare se stesse. Senz’altro l’anoressia nelle ragazze si manifesta come una sfida e allo stesso tempo come una richiesta di aiuto. 

I criteri per la diagnosi

La diagnosi di anoressia si effettua valutando la presenza di precisi sintomi. Eccoli.

Dimagrimento veloce e costante fino al raggiungimento di un peso molto al di sotto di quello ideale;

ostinato rifiuto di mangiare;

terrore ossessivo di ingrassare, nonostante il dimagrimento;

negazione costante dell’oggettiva condizione di sottopeso, dovuta a un’alterata percezione del proprio corpo, che viene giudicato comunque “grasso”;

messa in atto dell’”alimentazione vicaria” (far mangiare gli altri, sia invitandoli con le parole a introdurre grandi quantità di cibo sia cucinando enormi varietà di pietanze); 

scomparsa del flusso mestruale, almeno per tre cicli consecutivi. 

Le crisi bulimiche

Quando la fame non può più essere controllata iniziano le cosiddette crisi bulimiche, caratterizzate dall’assunzione rapida e vorace di grandi quantità di cibo, che subito dopo viene vomitato. In ambito medico le crisi bulimiche, che pure sono nocive per la salute, sono da considerarsi un miglioramento rispetto al completo rifiuto di mangiare. La ragione è semplice: mentre la rinuncia al cibo è motivo di orgoglio, le abbuffate seguite dal vomito provocano grande vergogna e un sentimento di sconfitta. Da qui può nascere la decisione di curarsi.

Le cure

L’anoressia nelle ragazze è un disturbo di cui si può morire come la cronaca ha più volte dimostrato. Accade quando la malattia viene trascurata e ci si rivolge a uno specialista troppo tardi. Intervenire tempestivamente aumenta le probabilità di controllare il problema, limitando le conseguenze psicofisiche. In ogni caso la strada che porta alla guarigione è quasi sempre lunga e tortuosa. La complessità della malattia richiede l’intervento di un’équipe di esperti: endocrinologo (o medico internista), nutrizionista, psicoterapeuta, psicologo e psichiatra con formazione specifica. Il trattamento che dà migliori frutti deve prevedere una “riabilitazione nutrizionale” (somministrazione graduale di cibo) associata a una psicoterapia mirata. A volte vengono considerati indispensabili anche gli psicofarmaci (antidepressivi): tutto dipende dall’età dell’ammalata e dalla gravità del disturbo. Spetta comunque al medico prescriverli. 

In breve

Quell'ostinato rifiuto del cibo

L’anoressia, che colpisce maggiormente le ragazze adolescenti, è una malattia della sfera psichica che, in quanto tale, va trattata con un approccio medico multidisciplinare: endocrinologo, nutrizionista, psicoterapeuta, psicologo e psichiatra. È molto difficile da curare perché è difficile diagnosticarla e presuppone una consapevolezza di chi ne soffre e una voglia di uscirne. Purtroppo ancora oggi molte ragazze ne soffrono.

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