Argomenti trattati
L’anoressia colpisce soprattutto le adolescenti, ma ultimamente si sta pericolosamente diffondendo anche tra le bambine. Al King’s College di Londra si è sperimentata una soluzione al problema: una nuova tecnica che può ridurne i sintomi.
Magneti contro la magrezza eccessiva
L’esigenza di ridurre l’assunzione di cibo e l’ossessiva percezione di essere grasse possono essere ridotti in una sola seduta con una tecnica sul cervello non invasiva: stimolazioni magnetiche transcraniche, che stimolano il cervello nella zona collegata allo sviluppo della malattia, ossia, come riferiscono gli esperti, la corteccia prefrontale dorsolaterale.
Basta una sola sessione
Questo metodo è già stato testato per combattere i sintomi della depressione. I risultati della ricerca, pubblicata sulla rivista scientifica Plos One, sono stati ottenuti grazie a un test eseguito su un campione di 49 persone. Una sola sessione di stimolazioni al cervello basta ad avere dei miglioramenti. I farmaci e le sedute psicoterapiche cognitivo-comportamentali, abbinati alla terapia sperimentale di stimolazioni al cervello, potrebbero, dunque, rappresentare una frontiera per il futuro dei malati di anoressia.
Disturbo tipico dell’adolescenza
L’età tipica di comparsa dell’anoressia è compresa tra i 12 e 16 anni e la maggior frequenza è femminile. La malattia è caratterizzata dal rifiuto di mangiare e dall’ossessione di mantenere il peso corporeo nella norma, se non al di sotto. La nascita del disturbo alimentare è, infatti, favorito da influenze culturali e sociali, che continuamente ci propongono il messaggio che magro è bello. Gli anoressici cadono nella “trappola del loro corpo”. La mortalità del male è alta: 1 persona su 5 non sopravvive.