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Il pene curvo è un rischio da non sottovalutare per una buona fetta della popolazione maschile italiana. A dispetto di quanto pensano in molti, non si tratta solamente un difetto estetico, ma anche di un problema funzionale, che si accompagna solitamente ad altri disturbi. All’origine di tutto ci sono una malattia vera e propria, l’induratio penis plastica o malattia di La Peyronie, e la tendenza a sottovalutarne i possibili sintomi precoci, per imbarazzo, disagio o scarsa informazione.
I segnali da non sottovalutare
Troppi uomini, giovani e meno giovani, non colgono i possibili segnali d’allarme delle malattia di La Peyronie, come il dolore alle parti intime che si fa sentire sia a riposo sia durante l’erezione. Un po’ per ignoranza un po’ per vergogna, il risultato è che la malattia degenera, con la comparsa di pene curvo, accorciamento del pene ed eiaculazione precoce. Un iter poco rassicurante che dovrebbe far riflettere gli uomini italiani.
Molto diffuso negli uomini italiani
Gli uomini italiani, infatti, sarebbero particolarmente a rischio, almeno stando ai risultati dell’indagine condotta, anche nel nostro paese, da alcuni centri specialistici andrologici. In totale sono stati coinvolti ben 2.169 maschi. Ebbene, dall’analisi dei dati raccolti, è emerso che l’incidenza della malattia di La Peyronie, all’origine del pene curvo, raggiunge quota 35% negli uomini di età compresa tra i 50 e i 59 anni, mentre si ferma a una percentuale più contenuta tra i giovani e i giovanissimi, con una prevalenza dello 0,6% nei maschi di età compresa tra i 10 e i 19 anni.
All’inizio può bastare il laser
I giovani sono i soggetti meno in pericolo, ma non possono considerarsi completamente immuni dal rischio, anzi. I primi sintomi della malattia potrebbero insorgere anche in giovane età. E non andrebbero mai sottovalutati, perché la diagnosi precoce è cruciale. Infatti, identificare il problema tempestivamente, prima che degeneri causando pene curvo e altre conseguenze spiacevoli, significa poterlo curare efficacemente in modo poco invasivo, con alcuni cicli di laser e ionoforesi.
Poi la chirurgia
In caso contrario, è necessario intervenire chirurgicamente. “La maggior parte dei pazienti si rivolge al medico solo quando la malattia è giunta alla seconda fase, ovvero quando la placca è conclamata ed è necessario l’intervento chirurgico per correggere l’incurvamento, che è una delle complicanze della malattia insieme all’accorciamento e alla disfunzione erettile” ha spiegato Giovanni Alei, direttore del Centro di chirurgia genitale maschile del Policlinico Umberto I di Roma.