Smartphone e tablet: più cautele con bambini e ragazzi. Appello dei pediatri

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 31/12/2019 Aggiornato il 31/12/2019

I pediatri di famiglia mettono in guardia sull’impatto fisico e cognitivo degli strumenti digitali come smartphone e tablet nei primi anni di vita dei bambini

Smartphone e tablet: più cautele con bambini e ragazzi. Appello dei pediatri

Il pediatra Luigi Greco, insieme a un gruppo di 90 colleghi della provincia di Bergamo e alla locale Azienda per la tutela della salute (ATS), tra il 2016 e il 2018, ha fatto compilare un questionario a quasi 8mila preadolescenti tra gli 8 e i 13 anni, per valutare l’età di primo utilizzo, le modalità di accesso agli strumenti informatici come smartphone e tablet, la frequentazione di internet e dei social media.

Smartphone e tablet fuori controllo

Secondo i risultati preliminari dell’indagine, sette preadolescenti (tra 8 e 13 anni di età) su 10 dichiarano di disporre di smartphone o computer tutti i giorni; circa il 23 per cento può accedervi senza limitazioni temporali e ben 1 su 6 riferisce di poterlo fare senza alcun controllo dei genitori. Lo smartphone a uso personale esclusivo è risultato lo strumento informatico più utilizzato, seguito da tablet, playstation e computer. La stragrande maggioranza degli intervistati dichiara di usare gli strumenti informatici per andare in internet, per ricerche scolastiche, scaricare musica e videogiochi, chattare e vedere video; meno di 1 su 2 dichiara di usare lo smartphone anche per telefonare. La ricerca ha, inoltre, evidenziato come l’età di primo utilizzo sia in media di 9 anni per i maschi e di 10 anni per le femmine nella rilevazione del 2016, e di meno di 8 anni in quelle del 2017 e 2018, con punte dichiarate di 1 anno di età.

Potenziali rischi biologici e sociali

Questi primi dati testimoniano l’enorme diffusione di queste tecnologie anche tra i più piccoli e quindi i potenziali rischi derivanti dall’esposizione e dall’uso degli strumenti. Secondo Rinaldo Missaglia, segretario nazionale Simpef  (sindacato medici pediatri di famiglia) possono esserci rischi biologici, derivanti da un’eccessiva esposizione al loro funzionamento, particolarmente rilevanti nei primi mille giorni di vita, quindi sin dallo sviluppo nel grembo materno, ai rischi per la sfera cognitiva e comportamentale, e quelli educativi e sociali nel periodo indicato come “secondi mille giorni di vita”, coincidente con le fasi centrali dell’età adolescenziale.

 

 
 
 

Da sapere!

Per quanto concerne gli effetti in ambito psicologico e sociale, l’utilizzo eccessivo di questa tecnologia sembra accertato che possa determinare stati di vera e propria dipendenza, soprattutto se l’esposizione inizia nelle prime fasi della vita. 

 

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