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Se quello di una sessualità sempre più precoce sembra essere un falso mito (per i giovani italiani infatti il primo rapporto avviene intorno ai 17 anni), è vero, però, che i nostri ragazzi sanno poco o nulla di prevenzione e malattie sessualmente trasmissibili. Il 92,9% di chi ha avuto rapporti sessuali completi ha poi dichiarato di stare sempre attento per evitare gravidanze, ma solo il 74,5% di questi lo fa anche per evitare infezioni e malattie a trasmissione sessuale. Pare, infatti, che il problema non sia molto percepito e anche la distinzione tra contraccezione e prevenzione non è sempre chiara: Il 70,7% usa il profilattico come strumento di prevenzione, ma il 17,6% è erroneamente convinto che la pillola anticoncezionale sia uno strumento per contrastare malattie e infezioni. Il 6% degli intervistati, inoltre, non adotta mai precauzioni, perché sicuro che certe malattie si possano contrarre solo avendo rapporti con prostitute. Insomma, tra sesso e giovani il rapporto è fatto di luci e ombre.
I ragazzi sottovalutano i rischi
Per molti adolescenti esiste solo l’Aids, (conosciuto dall’89,6%) e non sanno distinguere tra le molte altre infezioni e patologie che si possono contrarre durante un rapporto sessuale. Solo il 23,1% indica la sifilide, il 18,2% la candida, il 15,6% il Papillomavirus e percentuali tra il 15% e il 13% la gonorrea, le epatiti e l’herpes genitale. La maggiorparte delle ragazze riconosce nel Papillomavirus (Hpv) un potenziale veicolo di vari tipi di tumore, ma solo il 45% del campione maschile ha una vaga idea dell’argomento. La stessa assenza di consapevolezza tra sesso e giovani si riscontra riguardo al poter trasmettere una malattia anche attraverso rapporti sessuali non completi (solo il 58% lo sa), che i tumori derivanti da essa possano colpire anche l’uomo (37%) o che esista un vaccino efficace per tutta la vita (71%)().
Le fonti di informazioni
Sono i media a avere il primato per l’informazione dei ragazzi su infezioni e malattie sessualmente trasmesse. Il 62,3% dei giovani usa come fonte Tv, riviste, internet. La scuola contribuisce per il 53,8%. Solo il 9,8% cita medici di famiglia, specialisti e farmacisti. E il 57,5% degli intervistati ammette di non essersi mai recato dal medico per problemi legati alla sessualità.