Tatuaggi: attenzione al rischio epatite C

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 18/06/2015 Aggiornato il 18/06/2015

La passione per i tatuaggi non conosce crisi. Ma non è immune da rischi, come quello relativo all’epatite C. Ecco allora come difendersi

Tatuaggi: attenzione al rischio epatite C

Con l’arrivo della bella stagione cresce sia la voglia di trasgredire sia quella di mostrarsi in una vesta insolita. Ecco perché aumenta il numero degli italiani, anche di quelli molto giovani, che cedono alla tentazione dei tatuaggi. Indubbiamente si tratta di un vezzo che può catturare l’attenzione, ma non è privo di rischi. In particolare, può esporre all’epatite C, come hanno ricordato gli esperti riuniti a Vienna per il recente Congresso internazionale sul fegato.

Perché può essere una pratica rischiosa

I tatuaggi non sono pericolosi a priori. Lo diventano, però, se il tatuatore non rispetta alcune basilari norme igieniche. In particolare, se gli strumenti utilizzati non sono sterilizzati e monouso, c’è il rischio di contrarre infezioni serie trasmissibili attraverso il sangue, come l’epatite C o l’Hiv. Attraverso l’ago, infatti, il sangue infetto può penetrare nell’organismo della persona. “È vero che in Italia il numero di nuovi casi di epatite C tende a diminuire, ma vediamo ancora persone che si infettano, e sono relativamente giovani. Il pericolo è legato alle circostanze in cui sangue infetto viene a contatto con un’altra persona in condizione di lesione della pelle. Attenzione, dunque, ai tatuaggi, che sono una potenziale fonte di rischio, se fatti in modo non adeguato. Se ormai le trasfusioni e i derivati del sangue sono sicuri, non si è azzerato il pericolo tatuaggi” ha affermato Carlo Federico Perno, docente di Virologia dell’Università di Roma Tor Vergata.

Che cosa controllare

Per evitare rischi, le persone che decidono di farsi dei tatuaggi dovrebbero sempre rivolgersi a centri professionali. Come riconoscerli? In linea di massima, è bene tenere presente che un professionista tatuatore deve:

  • servirsi di aghi monouso, contenuti in confezioni sigillate da aprire davanti al cliente;
  • utilizzare guanti e teli protettivi, da cambiare ogni volta;
  • sterilizzare tutti gli strumenti che non possono essere cambiati con ogni cliente;
  • disinfettare la zona su cui si effettuerà la decorazione;
  • utilizzare solo pigmenti colorati appositi.

Non esitare a chiedere spiegazioni

Chi ha dei dubbi non deve esitare a esporli al personale della struttura scelta, facendosi spiegare nel dettaglio le cose non chiare. Meglio, poi, non rivolgersi mai a conoscenti, amici o tatuatori poco seri che operano per strada o in piccoli centri “improvvisati”. L’ideale è rivolgersi alle strutture più grandi, magari chiedendo anche il parere di altri clienti.

 

 

 
 
 

In breve

CHE COSA FARE DOPO

Dopo avere effettuato i tatuaggi, è preferibile coprire la zona interessata con una garza di cotone, per evitare contatti irritanti con altri tessuti (di maglie o camicie) e per evitare di bagnarlo (almeno nelle prime 24 ore). La garza può essere tolta dopo qualche giorno (quando l’eventuale arrossamento della pelle è scomparso).

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Si può dare l’acqua ai piccolissimi?

22/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

Ad allattamento ben avviato, quindi più o meno dopo le prime settimane di vita, se ragionevolmente si ritiene che il bebè possa avere sete (o se si notano segni di disidratazione, come il pannolino asciutto per molte ore) gli si possono offrire piccole quantità d'acqua. Se fa numerose poppate nell'arco...  »

Coppia con bisnonni in comune: ci sono rischi per i figli?

22/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Il grado di parentela dovuto a bisnonni in comune non aumenta la probabilità di concepire figli con malattie ereditarie. A meno che vi siano persone malate o disabili tra i consanguinei in comune,   »

Dopo 4 maschietti arriverà la bambina?

16/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Non è assolutamente detto che dopo quattro figli maschi il quinto sarà una femminuccia perchè a ogni gravidanza si ripresentano le stesse probabilità di aver concepito un maschio o una bambina.   »

Placenta bassa in 16^ settimana: si può prendere l’aereo?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Una sospetta inserzione bassa della placenta va confermata con l’ecografia transvaginale a partire dalla 20^ settimana, quindi circa un mese prima di questa data è prematuro diagnosticarla: proprio per questo un viaggio in aereo si può affrontare senza rischi.   »

Dopo tre cesarei si può partorire naturalmente?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Al travaglio di prova dopo un parto cesareo, noto con l'acronimo TOLAC dall'inglese trial of labour after cesarean, possono essere ammesse solo le mamme che abbiano già affrontato l'intervento solo una, massimo due volte.   »

Manovre effettuate durante l’ecografia: possono causare danno al feto?

04/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Nessuna delle manovre manuali esterne effettuate dal medico per poter svolgere l'ecografia nel migliore dei modi può esporre il feto a rischi.   »

Bimbo di 4 anni con una tosse che non passa nonostante l’antibiotico

02/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

È un'eventualità frequente che i bambini della scuola materna passino più tempo a tossire che il contrario. Posto questo, l’antibiotico andrebbe usato quanto la tosse con catarro persiste per più di un mese senza tendenza alla remissione.  »

Fai la tua domanda agli specialisti