Web generation: depressa e poco autonoma

Metella Ronconi A cura di Metella Ronconi Pubblicato il 15/02/2018 Aggiornato il 09/08/2018

È lo sconfortante ritratto degli adolescenti di oggi, sempre attaccati allo smartphone. Che cosa rischia la web generation

Web generation: depressa e poco autonoma

Il ritratto dei teenager, la cosiddetta web generation, non è proprio confortante. Almeno secondo quanto sottolineato  dall’Associazione culturale pediatri.

Meno felici e più vulnerabili

Più lenti, depressi e vulnerabili psicologicamente, fanno meno sesso, escono poco, ma sono degli estranei per i loro genitori. Negli Stati Uniti li chiamano iGen, ma le caratteristiche dei ragazzi italiani sono le stesse. Secondo Augusto Biasini, pediatra dell’ospedale Bufalini di Cesena, i teenager oggi non sono solo più sedentari e grassi, ma anche più lenti nel correre e ogni 10 anni perdono 5 chilometri orari in velocità. Ma non è questo l’unico problema della web generation. Che siano poveri o ricchi, che vivano in metropoli o in piccoli centri, i ragazzi di oggi sono comunque più a loro agio in casa, sdraiati a letto, che a una festa o a fare sport. Il numero di ragazzi che esce con gli amici quasi ogni giorno è calato del 40% dal 2000 al 2015. E questo perché la maggior parte della loro vita sociale avviene sullo smartphone.

Relazioni sempre più virtuali

Gli adolescenti di oggi inoltre sono meno interessati anche alle relazioni con l’altro sesso: si conoscono, si parlano, si frequentano ma solo sui social, l’appuntamento dopo essersi parlati avviene solo nel 56% dei casi. Fanno anche meno sesso: nel 2016 era il 67% in meno rispetto al 1991. E meno interessati all’autonomia e alla libertà: a fine liceo, il 25% dei ragazzi non ha ancora preso la patente.

Conferme da Oltreoceano

A confermare la relazione dei pediatri italiani c’è anche uno studio della  San Diego State University. In base a quest’ultima ricerca gli adolescenti più felici usano smartphone e device digitali solo per un’ora al giorno. Se si supera questo limite, avvertono i ricercatori, la tristezza cresce di pari passo con il tempo trascorso incollati agli schermi.

 

 

 

 
 
 

Da sapere!

Le nuove malattie della web generation si chiamano nomofobia, fomo e vamping. 

 

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