Balbuzie infantile: perché il bimbo balbetta quando parla

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 30/01/2012 Aggiornato il 30/01/2012

La balbuzie infantile è un fenomeno piuttosto frequente e normale perciò entro certi limiti non deve allarmare. Quando, invece, può celare un problema più serio occorre rivolgersi allo specialista

Balbuzie infantile: perché il bimbo balbetta quando parla

La balbuzie infantile rappresenta una tappa della graduale acquisizione del linguaggio che si verifica, in genere, tra i 12 mesi e i 3 anni. In particolare, l’età media di comparsa della balbuzie infantile è attorno ai 33 mesi. Non bisogna quindi allarmarsi se, in questa fase, il piccolo spezzetta, ripete o prolunga le sillabe che formano le parole: secondo gli esperti si tratta, infatti, di disfluenze più o meno tipiche che solo lo specialista può valutare adeguatamente. In 4 casi su 5 la balbuzie infantile si risolve in modo spontaneo entro, al massimo, 5 anni dal momento della sua comparsa e, nel 75% dei casi, addirittura entro i primi 3 anni. Ciò non toglie che si tratti di un fenomeno che va seguito con attenzione e tenuto sotto controllo sin dalle sue prime manifestazioni. Si tratta di un problema più frequente nei maschietti, caratterizzato da una forte ereditarietà, che in alcuni casi può regredire per ripresentarsi in età adolescenziale.

Tanti fattori in gioco

La ricerca scientifica ha ormai acquisito evidenze significative a favore di una predisposizione alla balbuzie che nei primi anni di vita incrocia altri fattori più o meno determinanti: linguistici, ambientali e psicologici. Ciascuna di queste variabili va a influenzare i processi di controllo motorio del sistema pneumo-fono-articolatorio. In particolare eventi destabilizzanti quali la nascita di un fratellino, la separazione dei genitori, difficoltà di inserimento a scuola tendono a favorire il manifestarsi del problema.

Quando è un vero disturbo

Se la balbuzie infantile persiste o compare dopo i 3 anni d’età (più spesso intorno ai 5-7 anni) si ha invece a che fare con un effettivo disturbo del linguaggio e della comunicazione (balbuzie conclamata) che necessita di un trattamento specifico: tra le tipiche manifestazioni in questo caso rientrano la ripetizione di parole o di loro parti, blocchi durante la produzione del linguaggio, allungamenti di suoni o sillabe iniziali o intermedi delle parole pronunciate e movimenti associati, oltre che reazioni secondarie negative come rabbia, vergogna e paura di sbagliare.
Si tratta di un problema più frequente nei maschietti, caratterizzato da una forte ereditarietà, che in alcuni casi può regredire per ripresentarsi in età adolescenziale. È importante, inoltre, sapere che il bambino che balbetta “sa con precisione ciò che vorrebbe dire, ma non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e prolungamenti involontari”

I rimedi da adottare

Fino a 5 anni, considerando che la tendenza a balbettare ha in questo caso a che fare con un periodo di “rodaggio” del linguaggio che per lo più si supera con la crescita, è importante che i genitori non diano  troppo peso alla questione seguendo alcuni semplici consigli: evitare di interrompere il piccolo mentre parla, non sgridarlo o mostrarsi divertiti quando balbetta, non metterlo in imbarazzo davanti agli estranei. Verso i 6 anni, l’atteggiamento comprensivo e incoraggiante dei genitori, pur continuando a svolgere un ruolo essenziale, va supportato dall’intervento di un professionista specializzato in diagnosi e trattamento della balbuzie.

 

In breve

Quando il bambino balbetta

In 4 casi su 5 la balbuzie infantile si risolve in modo spontaneo entro, al massimo, 5 anni dal momento dell’insorgenza e, nel 75% dei casi, addirittura entro i primi 3 anni. Per tenere il problema sotto controllo, però, è sempre bene rivolgersi a uno specialista. Quando la balbuzie persiste o compare dopo i 3 anni di età si tratta, invece, di un distrubo del linguaggio che necessita di un trattamento specifico.

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