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Troppo poco sport. È questa l’accusa spesso rivolta ai bambini (e ai loro genitori) dai pediatri. L’attività fisica è, infatti, fondamentale per un sano sviluppo psicofisico. Ma perché faccia davvero bene non bisogna comunque esagerare e soprattutto scegliere sport adeguati all’età del bambino. Ecco i consigli da seguire.
Il nuoto
È consigliato fin dai primi anni di vita, ma come attività fisica vera e propria dai 3 anni in poi. Per il livello agonistico, invece, bisogna aspettare i 6 anni. È il più completo di tutti gli sport, contribuisce allo sviluppo armonico della struttura muscolare e scheletrica, non ha alcuna controindicazione.
Il tennis
Dagli 8 anni in su, dagli 11 per il livello agonistico. Sviluppa la velocità, l’agilità e stimola i riflessi e la resistenza. È uno sport cosiddetto asimmetrico perché impegna la muscolatura della parte del corpo con cui si tiene la racchetta. Alcuni pediatri lo sconsigliano o suggeriscono di fare ginnastica per riequilibrare l’altro braccio.
La pallavolo e il basket
Dai 9 anni in su per il minibasket, dai 6-8 anni per le scuole con corsi propedeutici e per la pallavolo. Entrambe le attività migliorano la velocità, la potenza muscolare e la coordinazione motoria. Come tutti gli sport di squadra la pallavolo e il basket favoriscono la socializzazione. È piuttosto impegnativo e prevede allenamenti faticosi.
La ginnastica artistica
A 4 anni si può iniziare il livello propedeutico, a 6 l’agonismo. Sviluppa l’agilità, dà armonia ai movimenti e tonifica la muscolatura. Tra le controindicazioni il fatto che può sollecitare troppo la colonna vertebrale e impegna molto con allenamenti lunghi e faticosi.
Le arti marziali
Si può cominciare come forma di gioco e ginnastica propedeutica già verso i 3 anni. Le arti marziali contribuiscono allo sviluppo armonico del corpo, aumentano l’autostima e la sicurezza dei bambini e li aiuta a gestire le emozioni come la rabbia e la gioia.
Il pattinaggio
Dai 6 anni in su. Migliora le capacità respiratorie e contribuisce allo sviluppo della muscolatura di tutto il corpo. Per questo è considerato uno sport completo. Valorizza le capacità espressive del bambino.
Il calcio
Si può cominciare a partire dai 6 anni. Come tutti gli sport di squadra, prima il bambino è troppo piccolo per capire le regole del gioco. Migliora la capacità respiratoria e favorisce lo sviluppo dello spirito di squadra.
La danza
Dai 6 anni in su, dai 12 per il livello agonistico. Contribuisce a uno sviluppo uniforme della muscolatura, a migliorare la percezione del proprio corpo e ad acquisire una corretta postura. Educa alla pazienza e alla costanza.
Lo sci
Per la prima discesa si può cominciare anche a 3 anni, ma sulle piste da sci è bene non portare il bambino prima dei 5 anni. Migliora la capacità respiratoria, favorisce il contatto con la natura e uno sviluppo muscolare armonico.
La scherma
Si può cominciare a 5 anni usando però il fioretto di plastica. Favorisce la coordinazione e la velocità dei movimenti. Cominciando presto si sfrutta la destrezza tipica dei bambini. Migliora il carattere e la capacità di capire l’altro.
Il rugby
Dai 5-6 anni si può iniziare con il minirugby. Potenzia la muscolatura, ma è bene che sia accompagnato da esercizi di allungamento. Insegna le regole del fair play, ovvero del rispetto dell’avversario. Favorisce lo spirito di affiliazione e di appartenenza al gruppo.
L’equitazione
Si può iniziare a partire dai 6 anni. Potenzia la muscolatura di gambe e braccia, ma è controindicato in caso di problemi alla colonna vertebrale. Aumenta la padronanza corporea e l’equilibro emotivo. Offre benefici di carattere psicologico dovuto al rapporto con l’animale.
Da ricordare!
Lo sport per i bambini è in linea generale un divertimento oltre ad avere effetti benefici per la salute. Dal punto di vista dei genitori è un ulteriore modo per essere orgogliosi dei propri figli. A volte, però, mamma e papà hanno la tendenza a essere troppo invadenti nella scelta dell’attività sportiva volendo trasferire su di loro aspettative troppo alte. I bambini andrebbero invece assecondati nella scelta della disciplina sportiva e non andrebbero mai indotti a diventare troppo competitivi.