Argomenti trattati
L’ acne colpisce circa l’85 per cento dei giovani. È un disturbo quasi obbligato dell’adolescenza che costringe i ragazzini a convivere con i brufoli. La fascia d’età in cui di solito si comincia a combattere contro l’acne va dagli undici ai diciotto anni e in genere si tratta di forme piuttosto lievi o moderate, che non lasciano strascichi. Ma dai dati presentati di recente dall’Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza all’International Congress on Advances in Pediatrics di New York, è emerso che l’acne compare sempre prima. Le prime pustole sul viso si fanno vedere già in terza o quarta elementare. E non si tratta di casi sporadici.
Legata all’impennata degli ormoni
Il direttore dell’Unità di dermatologia dell’ospedale Bufalini di Cesena, Fabio Arcangeli, ha dichiarato che in passato le forme precoci in genere erano legate a precisi disturbi endocrini, mentre oggi si vedono casi di acne anche in preadolescenza, fra i sette e gli undici anni, senza la presenza di patologie sottostanti. E succede soprattutto nelle bambine a causa della pubertà anticipata, che è sempre più frequente. Se, infatti, la tempesta ormonale scoppia prima del previsto, anche l’acne che spesso vi si accompagna finisce per comparire quando si frequenta ancora la scuola primaria.
Non solo un problema estetico
L’acne è, quindi, un disturbo che compare sempre prima e questo fenomeno non va sottovalutato, nemmeno dai pediatri. Può, infatti, avere ripercussioni psicologiche molto pesanti soprattutto se compare in giovanissima età. Perciò è importante una diagnosi precoce e un trattamento adeguato e tempestivo. Trattando subito e correttamente le forme lievi al loro esordio, è possibile evitare che progrediscano.
Come intervenire
Nei primi stadi sono efficaci farmaci locali a base di benzoilperossido e clindamicina, associati. Se, invece, l’acne è molto forte la scelta terapeutica migliore è l’isotretinoina, un farmaco molto efficace che tuttavia presenta effetti collaterali tra cui secchezza della pelle o epistassi. In gravidanza può addirittura causare malformazioni al feto.