Anoressia sintomi: attenzione già nelle bambine

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 11/05/2015 Aggiornato il 11/05/2015

Sebbene il picco si raggiunga verso i 14-15 anni, sono sempre più diffusi i casi di anoressia nelle bambine piccole. Ecco come riconoscere l’anoressia dai primi sintomi precoci

Anoressia sintomi: attenzione già nelle bambine

Sono malattie di cui tutti hanno perlomeno sentito parlare. Troppo spesso, però, si è portati a pensare che colpiscano solo le ragazzine. E l’anoressia viene ignorata nonostante sintomi già evidenti nelle bambine. Invece, l’anoressia e la bulimia sono sempre più diffuse, anche fra le giovanissime.

Rifiuto del cibo e perdita di peso

L’anoressia è un disturbo che presenta tre caratteristiche ben precise, che devono sempre insospettire, a qualunque età compaiano: il rifiuto del cibo, di qualunque tipo, la negazione dello stimolo della fame e, come conseguenza, la perdita di peso, a volte molto significativa.

Isolamento sociale e problemi fisici

Se non trattata in modo adeguato, l’anoressia può avere conseguenze molto serie. Attenzione anche se, da un punto di vista psicologico, la bambina diventa ancora più insicura e fragile, peggiorando la sua vita sociale e portandola all’isolamento. A livello fisico, l’anoressia può provocare pressione bassa, secchezza della cute, abbassamento della temperatura corporea, stitichezza, dolori addominali, intolleranza al freddo, osteoporosi. E nelle ragazzine più grandi può determinare assenza di mestruazioni.

Rischi elevatissimi se precoce

Questa malattia ha un elevato tasso di mortalità. E questo pericolo è tanto più elevato quanto più precocemente insorge la malattia. Per questo i genitori non devono mai lasciare perdere se hanno dubbi e rivolgersi subito al pediatra. Nelle forme più avanzate, poi, presenti da più tempo, l’anoressia può evolvere in bulimia, ossia un’irrefrenabile attrazione per il cibo.

Le cause sono poco chiare

A tutt’oggi le cause di questa malattia non sono del tutto definite. Sicuramente c’è una predisposizione genetica di base, che spesso si associa a una famigliarità. Negli ultimi anni alcuni studi hanno ipotizzato che l’anoressia possa avere un legame con i disturbi dello spettro autistico. Infine, bisogna considerare che il tipo di educazione impartita dai genitori e il loro atteggiamento possono indebolire o, al contrario, aumentare la predisposizione genetica all’anoressia.

Le cure variano a seconda della gravità

Le cure di questi due disturbi del comportamento alimentare variano in relazione alla gravità della malattia, alle caratteristiche e alle esigenze della paziente. In ogni caso, è fondamentale la collaborazione fra figure specialistiche diverse, come dietologici, psichiatrici e psicologici. Anoressia e bulimia, infatti, coinvolgono aspetti differenti della persona, per cui il modo migliore per affrontarli è con una terapia multidisciplinare. Nelle situazioni meno complesse può essere sufficiente una terapia ambulatoriale integrata, mentre in quelle più serie può essere necessario un ricovero in ospedale, con alimentazione tramite flebo o sondino.

 

 
 
 

In breve

MALATTIA SEMPRE PIÙ DIFFUSA

Nelle loro forme più gravi l’anoressia e la bulimia riguardano rispettivamente lo 0,9% e l’1,5% delle donne. Nelle forme più blande, però, sono molto più diffuse, tanto da essere considerate fra le malattie più comuni nelle giovani. In effetti, possono esordire anche in età molto precoce, addirittura fin dagli otto-nove anni secondo le ultime stime, in particolar modo l’anoressia.

 

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