La scuola gli fa venire il mal di testa? Non è (sempre) una scusa

Patrizia Masini A cura di Patrizia Masini Pubblicato il 19/09/2019 Aggiornato il 23/09/2019

Difficile a credersi ma sembra che sia propro così: la scuola fa venire il mal di testa. Non a tutti i bambini e non sempre, ma più spesso di quanto si creda.

La scuola gli fa venire il mal di testa? Non è (sempre) una scusa

La scuola fa venire il mal di testa. Il piccolo si lamenta spesso di avere l’emicrania? Forse non è una scusa per restare a casa da scuola. La cefalea d’autunno esiste. È provato scientificamente. Lo rivela uno studio condotto al Nationwide Children’s Hospital di Columbus, in Ohio (Stati Uniti) da una pediatra, che ha notato un aumento dei casi di cefalea in bambini e ragazzi in concomitanza con la ripresa delle lezioni.

Ritmi più intensi

L’analisi di 1.300 casi arrivati alla clinica statunitense ha confermato che il disturbo è più frequente in autunno. Il motivo principale è il cambiamento di abitudini: il ritorno alla routine invernale porta con sé ritmi quotidiani più intensi e tante attività, sportive e non, che riempiono il tempo libero. Ecco perché spesso i bambini riferiscono che la scuola fa venire il mal di testa (e magari non vengono creduti). Confrontati con le lunghe dormite estive e la libertà di orari delle vacanze, il ritorno alla routine può provocare nei piccoli un carico di ansia e stress che si manifesta con profondi e frequenti attacchi di cefalea.

Anche dopo le vacanze di Natale

La prova che la scuola fa venire il mal di testa viene anche da un altro dato: l’aumento dei casi al rientro dalle vacanze natalizie. Gli esperti consigliano, dunque, ai genitori di imporre ai figli un ciclo sonno-veglia regolare, andando a coricarsi presto in settimana ed evitando di restare a letto a oltranza nel weekend, cenare presto, evitare l’utilizzo di tablet e computer dopo cena, non esagerare con gli impegni extrascolastici, come sport e corsi supplementari.

Quando serve il pediatra

Spesso queste misure sono sufficienti a risolvere il problema. Tuttavia in caso di cefalea primaria, ossia che non dipende da malattie ma da una predisposizione genetica, cambiare lo stile di vita può non essere sufficiente. Se il bambino o il ragazzo ha più di 3 attacchi al mese, è bene chiedere consiglio al pediatra. Oltre a modificare le abitudini dannose, può essere opportuno rivolgersi a un centro specializzato. Spesso occorre anche un supporto psicologico perché la tensione nervosa è una componente rilevante nella comparsa delle crisi.

 

 

 
 
 

Da sapere

ATTENZIONE ANCHE A QUESTI SINTOMI

La manifestazione più frequente è l’emicrania, spesso molto forte e associata ad altri sintomi, come mal d’auto o dolori addominali ricorrenti. La cefalea tensiva, invece, è meno comune e spesso non incide sulle attività quotidiane come succede con l’emicrania.

 

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