Mal di testa: a rischio anche i bambini. Cause e rimedi

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 11/06/2015 Aggiornato il 11/06/2015

Il mal di testa è comune nei piccoli: il 9% dei bambini sotto i 12 anni soffre di emicrania. Non sempre, però, il problema viene riconosciuto. Ecco le cause e i rimedi

Mal di testa: a rischio anche i bambini. Cause e rimedi

Chi crede che il mal di testa si tratti di un disturbo solo da grandi è in errore. L’emicrania, infatti, può colpire anche i ragazzi e perfino i bambini. Secondo le stime degli esperti, il 9% dei ragazzini sotto i 12 anni soffre di questo problema. Spesso, però, la diagnosi arriva tardi, anche due-tre anni dopo l’inizio dei primi sintomi. A lanciare l’allarme sono stati gli esperti che nelle scorse settimane si sono riuniti a Capri in occasione della scuola di pediatria organizzata da Paidòss, l’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza.

Causa un dolore pulsante

L’emicrania è una forma di mal di testa caratterizzata da un dolore pulsante, un vero e proprio martellamento che sembra far scoppiare la testa. Può concentrarsi a metà del capo, soprattutto sulla tempia, ma può anche colpire entrambi i lati. Il disturbo migliora con il riposo e il sonno, ma peggiora con il movimento. Può durare alcune ore o, nei casi più seri, qualche giorno, ma può essere anche di breve durata (un’ora).

A rischio famigliarità, sole e stress

La vera causa dell’emicrania non è ancora nota del tutto, anche ormai si sa che si tratta certamente di un disturbo a partenza cerebrale, che influenza la circolazione dei vasi intracranici. Quel che è certo è che questa forma di mal di testa è spesso scatenata da un’eccessiva esposizione al sole, dal permanere in locali con l’aria viziata, dal dedicarsi ad attività fisiche troppo intense, ma soprattutto da situazioni emotive vissute come particolarmente stressanti. Anche le cattive abitudini, come dormire poco o trascorrere molto tempo davanti a pc e tablet, hanno un ruolo importante nello sviluppo del problema.

Vomito, nausea e “pigrizia”

Spesso, i genitori e nemmeno i pediatri riconoscono il problema. Il risultato è che possono trascorrere anche tre anni prima che l’emicrania venga diagnosticata. Ecco perché gli esperti di Paidòss invitano mamma e papà a porre una maggiore attenzione a eventuali sintomi. “Il genitore dovrebbe iniziare a preoccuparsi innanzitutto se anche lui soffre di emicrania. La familiarità, infatti, aumenta del 40% il rischio, e del 70% se a soffrirne sono entrambi i genitori. Poi si deve osservare il comportamento del bambino. Un bimbo che soffre di emicrania, che ha spesso anche sintomi come vomito e nausea, si ritira dalle attività sociali, evita lo sforzo fisico e ha dei comportamenti che devono essere presi sul serio. Il pediatra, poi, con poche domande mirate può confermare il sospetto” ha spiegato Bruno Colombo, responsabile del Centro per la cura e la diagnosi delle cefalee dell’età pediatrica ed adulta dell’Università Vita-salute, ospedale San Raffaele di Milano.

No al fai da te

Le cure variano a seconda delle situazioni. Se gli attacchi sono frequenti si possono prescrivere dei trattamenti specifici, come per esempio a base di Ginkgolide B insieme a coenzima Q10, vitamina B12 e magnesio, tutte sostanze naturali. Nei casi più gravi si può ricorrere anche agli antidolorifici a minore impatto. Talvolta, può essere utile eliminare determinati cibi: non esistono indicazioni valide per tutti, perché le reazioni agli alimenti sono soggettive. La cosa importante è non affidarsi al fai da te, ma rivolgersi sempre al medico.

 

 
 
 

da sapere

 

A VOLTE È CON AURA

L’emicrania può presentarsi con (10% dei casi) o senza la cosiddetta “aura”: un insieme di sintomi che anticipano di 5-30 minuti, o accompagnano, la comparsa dell’attacco. I più tipici sono disturbi visivi, difficoltà di movimento e di espressione, senso di confusione, nausea, formicolii intorno alla bocca o diffusi a tutto il corpo.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Dopo 4 maschietti arriverà la bambina?

16/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Non è assolutamente detto che dopo quattro figli maschi il quinto sarà una femminuccia perchè a ogni gravidanza si ripresentano le stesse probabilità di aver concepito un maschio o una bambina.   »

Placenta bassa in 16^ settimana: si può prendere l’aereo?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Una sospetta inserzione bassa della placenta va confermata con l’ecografia transvaginale a partire dalla 20^ settimana, quindi circa un mese prima di questa data è prematuro diagnosticarla: proprio per questo un viaggio in aereo si può affrontare senza rischi.   »

Dopo tre cesarei si può partorire naturalmente?

08/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Al travaglio di prova dopo un parto cesareo, noto con l'acronimo TOLAC dall'inglese trial of labour after cesarean, possono essere ammesse solo le mamme che abbiano già affrontato l'intervento solo una, massimo due volte.   »

Manovre effettuate durante l’ecografia: possono causare danno al feto?

04/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giovanni Battista Nardelli

Nessuna delle manovre manuali esterne effettuate dal medico per poter svolgere l'ecografia nel migliore dei modi può esporre il feto a rischi.   »

Bimbo di 4 anni con una tosse che non passa nonostante l’antibiotico

02/04/2024 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

È un'eventualità frequente che i bambini della scuola materna passino più tempo a tossire che il contrario. Posto questo, l’antibiotico andrebbe usato quanto la tosse con catarro persiste per più di un mese senza tendenza alla remissione.  »

Fai la tua domanda agli specialisti