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L’obesità infantile è, purtroppo, in costante aumento. Il problema dell’obesità infantile affligge una buona fetta di bambini e preadolescenti, esponendoli a numerosi rischi per la salute sia fisica sia psichica. Tra questi rischi, uno studio ha annoverato anche la depressione.
Allarme isolamento
L’obesità infantile rappresenta ancora una sorta di segno distintivo che rischia di allontanare il bambino dalle relazioni con i coetanei. Infatti, essere obesi può diventare un marchio che porta i piccoli all’isolamento. E la rinuncia ad amicizie e vita sociale attiva, durante l’infanzia, conduce a serie forme di depressione. Ancora più avvilenti, considerato il fatto che si tratta di bambini.
Analizzati più di mille bambini
La ricerca che ha correlato obesità nell’infanzia a rischio depressione, è stata condotta in Usa e ha coinvolto un significativo numero di bambini. Nello specifico, il campione dello studio è stato composto da 1.164 alunni di prima elementare dell’Oklahoma. Di questi alunni, è stato analizzato il tasso di obesità, ma non solo. Infatti, a essere monitorata in modo approfondito è stata anche la vita psichica dei piccoli. Bambini obesi di cui la maggior parte era bianca e di ceto sociale povero e la parte restante indiano-americana.
Attenzione tra 6 e 11 anni
Negli Usa, il problema dell’obesità infantile è forse ancor più marcato, se si considera che addirittura un bambino su 20 si può ritenere obeso già in tenera età. Inoltre, l’obesità in età infantile è in crescita costante ed è quadruplicata nella fascia di età compresa tra 6 e 11 anni.
Anche altri problemi
Da questi studi è emerso che i bambini obesi sono tendenzialmente più introversi e che piacciono meno ai coetanei. Il rischio depressione può quindi colpire anche bambini di 6 anni. Ma non esiste solo la depressione per questi bambini: l’obesità, infatti, provoca anche un minor profitto scolastico e una maggior possibilità di abbandonare gli studi. Nei bambini obesi, insomma, si genera un circolo vizioso che porta addirittura a progressioni gravi del problema. Infatti, un bambino isolato e triste tende a mangiare sempre di più per compensare i vuoti, cedendo alla malsana fame nervosa.