Non vogliamo che i bambini diventino in futuro “piccoli untori”, portatori di una nuova ondata in autunno di Covid-19: per questo a settembre in vista della riapertura delle scuole sarà necessario effettuare tamponi e test sierologici su questa fascia della popolazione, oltre a somministrare il vaccino antinfluenzale, per individuare subito i casi di nuovo coronavirus Sars-Cov-2, evitando di confonderne i sintomi con quelli dell’influenza stagionale o delle sindromi para-influenzali.
Asintomatico quasi un bambino positivo su due
Le proposte arrivano dalla Simpe, la Società italiana di medici pediatri. Gli esperti spiegano che il range di bambini asintomatici e/o con pochi e leggeri sintomi (paucisintomatici) con infezione da Covid-19 è attualmente pari al 42-47%, ed è necessario attivarsi con interventi specifici – oltre a riorganizzare gli spazi comuni e per la didattica con distanze corrette – per evitare che i giovanissimi in autunno, con la riapertura delle scuole, diventino piccoli “untori”, portatori del nuovo coronavirus a tutta la popolazione.
Studiare un piano d’intervento
“La riapertura delle scuole favorirà la diffusione del contagio tra i bambini che a loro volta lo riporteranno a casa con il rischio reale di un nuovo picco epidemico. Si tratta di capire dunque come intervenire nel merito”, spiega Giuseppe Mele, presidente Simpe. Si va dal “gestire le distanze in classe e negli spazi comuni”, fino ad arrivare a ipotizzare un vaccino antinfluenzale a tappeto tra i 6 mesi e i 14 anni: “Chiediamo l’obbligatorietà della vaccinazione antinfluenzale per i bambini dai 6 mesi ai 14 anni. Avere la popolazione pediatrica vaccinata nella sua totalità significherà contribuire a comprendere, nel momento in cui si ripresenterà, chi avrà il virus del Covid-19. Questo significa agire sulla ‘patologia di comunità’. Un approccio completamente differente da quello utilizzato finora”.
Lo sapevi che?
Le sindromi parainfluenzali sono affezioni di vario tipo che possono essere causate da circa 250 virus differenti. Compaiono generalmente in autunno (da fine ottobre a dicembre) e primavera (da marzo ad aprile). Possono provocare sintomi di diversa gravità in gran parte sovrapponibili a quelli dell’influenza stagionale, i più comuni dei quali sono difficoltà respiratorie (dal comune raffreddore fino alle polmoniti) e disturbi gastrointestinali.
Fonti / Bibliografia
- SIMPE-Società ITaliana Medici PediatriSIMPE - Società Italiana Medici Pediatri
- Nuovo Coronavirus: cosa vuol dire paucisintomatico - Ospedale Pediatrico Bambino GesùLe persone affette da lievi sintomi di COVID-19 si chiamano paucisintomatici.