La vitalità è uno dei tratti distintivi dei più piccoli. Ma se a scuola il bambino si distrae più dei compagni e si concentra per un tempo molto breve occorre prestare attenzione. Questi potrebbero essere i segnali per diagnosticare un piccolo colpito da Adhd (la sindrome da deficit di attenzione e iperattività).
È la più diffusa tra le problematiche dell’età evolutiva e se non diagnosticata si riflette sulla vita adulta con gravi conseguenze. Consiste in un disordine dello sviluppo neuro psichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato da iperattività, impulsività, incapacità a concentrarsi che si manifesta generalmente prima dei 7 anni d’età. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. È bene precisare che l’Adhd non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, e tanto meno non è un problema dovuto alla «cattiveria» del bambino.
Sono diverse e di varia natura: genetica, neurobiologica, ambientale. Un’alterazione nel gene responsabile della produzione di un neurotrasmettitore (dopamina) potrebbe essere una delle cause di questo disturbo. La dopamina veicola le informazioni fra i neuroni e è alla base di molti processi cognitivi, come ad esempio attenzione e memoria. La maggior parte dei farmaci utilizzati per curare questo disturbo puntano infatti ad aumentare l’efficacia dell’attività della dopamina.
- scarsa cura per i dettagli, imprecisione
- attenzione ridotta e facile distraibilità
- sembra non ascoltare quando gli si parla
- difficoltà a seguire le istruzioni e a portare a termine le attività
- difficoltà a organizzarsi
- evitamento delle attività che richiedono attenzione prolungata
- perdita di cose o oggetti.
Ciò che non andrebbe fatto si può riassumere in cinque facili regole: non accogliere mai la sua sfida ponendoci sul suo stesso piano; non essere punitivi; non usare la violenza verbale e fisica; non essere confusi nella comunicazione e incoerenti nel comportamento.
Sebbene non esista una cura specifica, l’Adhd può essere gestito in giovane età grazie a un supporto educativo appropriato, l’affiancamento alla famiglia e quando necessario la psicoterapia (terapia cognitivo comportamentale) ed eventualmente i farmaci.
I bambini con Adhd sono specificamente compromessi nel controllo e nell’inibizione degli impulsi, mentre i bambini con Dsa sono compromessi nella consapevolezza fonologica, nella memoria verbale, nella narrazione e nelle prove intellettive non verbali.
In sintesi
La diagnosi è fondamentale perché è il punto di partenza per il giusto trattamento e per un processo psicoeducativo che insegni alle famiglie e ai pazienti, giovani e adulti, a riconoscere la sintomatologia e le problematiche associate. Ma a chi si devono rivolgere i genitori per capire se il figlio soffre di questo disturbo? Il neuropsichiatra infantile ha un ruolo fondamentale nella diagnosi: esamina la storia clinica del paziente; svolge esami neurologici, verifica il sistema motorio, la forza muscolare, la coordinazione e i riflessi del piccolo paziente; valuta le abilità cognitive, lo stato di ansia, l’umore e il tipo di alimentazione; sottopone ai genitori e agli insegnanti dei questionari sul comportamento del bambino.
Fonti / Bibliografia
- Cos'è l'ADHD -Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo. Esso include difficoltà diattenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello diattività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambinodi regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo,degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. E’ beneprecisare che l’ADHD […]
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