Mese della nutrizione infantile

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 04/10/2012 Aggiornato il 04/10/2012

La nutrizione infantile è determinante per lo sviluppo psicofisico del bambino e poi dell’adulto. Gli esperti invitano a una maggiore attenzione nelle scelte alimentari nei primi 3 anni di vita. Ecco l’iniziativa promossa da Mellin

Mese della nutrizione infantile

Obiettivo: la crescita del bambino a 360 gradi

Riparte, per il quinto anno di seguito, il mese della nutrizione infantile con iniziative volte a informare le mamme e tutti coloro che concorrono all’educazione alimentare dei bambini.
L’obiettivo di questa edizione 2012 è la crescita del bambino a 360 gradi nei primi 3 anni di vita spostando il focus da una concezione semplicistica di crescita (aumento di peso e altezza) a una visione più attenta a tutti gli aspetti che concorrono a definire lo sviluppo del bambino.

Il “Passaporto per la crescita”: uno strumento per genitori e pediatra

Per questo è nato il “Passaporto per la crescita” [scaricabile gratuitamente dal sito]: un “diario di viaggio” per i genitori che potranno così monitorare la crescita del bambino, annotare l’andamento delle poppate, l’atteggiamento verso i nuovi cibi inseriti durante lo svezzamento, valutare la reazione agli stimoli ecc. Il diario sarà da condividere con il pediatra nel suo ruolo duplice di educatore e consulente della salute.

Info

Per tutto ottobre è attivo il numero verde 800.115533 al quale le mamme possono prenotare un appuntamento telefonico gratuito con un pediatra nutrizionista (disponibile il venerdì dalle 14.30 alle 17.30) o con una psicologa (disponibile il giovedì dalle 11 alle 14).
In più, le mamme potranno partecipare a open day sull’alimentazione infantile sempre con un pediatra nutrizionista e una psicologa a disposizione.
Ci saranno anche iniziative dedicate ai bambini ed eventi per i genitori prenotabili on line sul sito del mese della nutrizione infantile.

Prevenire malattie cardiovascolari e deficit cognitivi con una corretta nutrizione anche dopo allattamento e svezzamento

Gli esperti del settore intervenuti alla conferenza stampa di presentazione del mese della nutrizione infantile a Milano (il professor Gian Vincenzo Zuccotti, direttore della cattedra di Clinica pediatrica dell’Università degli Studi di Milano e direttore della Clinica pediatrica all’ospedale Luigi Sacco di Milano, il presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) Giuseppe Mele e Piercarlo Salari, pediatra nutrizionista) sottolineano, in primis, l’importanza d’informare più correttamente le mamme su quanto contino le scelte alimentari fatte nei primi anni di vita per prevenire in futuro malattie cardiovascolari (ipertensione e diabete), obesità e deficit cognitivi. Si tratta, infatti, di un aspetto spesso sottovalutato da chi cresce un figlio, perché si crede -ingenuamente – che, una volta svezzato il bambino, questi possa mangiare liberamente più o meno tutto quello che mangiano i genitori.

Una dieta equilibrata in gravidanza protegge la salute del feto

Gli esperti di nutrizione infantile, invece, pongono l’accento su quanto questo comportamento possa generare nel bambino non problemi nell’immediato, ma vada a influire in modo significativo e spesso irreversibile sulla sua salute da adulto.
I dati della letteratura scientifica – afferma il professor Zuccotti – parlano chiaramente di quanto si possa fare per indirizzare le scelte alimentari nella direzione corretta già in gravidanza. I primi problemi, infatti, possono nascere sia se la mamma è in sovrappeso sia se la donna è fortemente sottopeso. In entrambe i casi si determinano facilmente problemi per il feto, che per “difendersi” mette in atto meccanismi di adattamento endocrino-metabolici che potranno, negli anni a venire, influenzare negativamente la sua salute. La dieta della mamma in gravidanza deve pertanto essere adeguata da un punto di vista energetico, nutrizionalmente bilanciata e varia per garantire un corretto apporto di micronutrienti indispensabili per lo sviluppo ottimale del feto.
In particolare – prosegue Zuccotti – l’ipernutrizione materna favorisce una maggior deposizione di tessuto adiposo fetale e l’espressione di geni che in futuro stimolano la deposizione di grasso corporeo con conseguente sviluppo di obesità. Al contrario, uno stato di carenza nutrizionale della mamma può aumentare il ritardo di crescita intrauterina e quindi predisporre alla nascita di un bebè di peso basso.

Continuare a promuovere l’allattamento al seno e dare indicazioni più chiare sullo svezzamento

Rimane poi l’indicazione dei pediatri per l’allattamento al seno, che garantisce una protezione immunitaria maggiore e abbassa il rischio di sviluppare da adulti allergie o altre malattie a carico dell’apparato respiratorio. In più protegge dalle infezioni e, in generale, riduce la mortalità.
Resta la preoccupazione degli esperti pediatri sulla gestione dello svezzamento che non deve significare introdurre all’improvviso nell’alimentazione del piccolo troppe proteine altrimenti si rischia un aumento di cellule adipose e d’insulina. Serve quindi che i pediatri sostengano le mamme in questo difficile compito con iniziative ad hoc, consigli e indicazioni ambulatoriali.

Il ruolo del pediatra nella “prevenzione primaria” delle malattie degenerative dell’adulto

Oggi il pediatra di famiglia ha il compito d’identificare precocemente il rischio di malattie cardiovascolari, metaboliche o disordini del comportamento alimentare. In questo senso la Fimp (Federazione italiana medici pediatri) si sta impegnando nell’istituire scuole di nutrizione pediatrica e d’altro lato la famiglia svolge ha ruolo fondamentale nella costruzione delle corrette abitudini alimentari del bambino.
I sapori che vengono proposti al piccolo, l’esempio che a tavola possono dare gli adulti e l’ambiente circostante giocano un ruolo di prim’ordine nel determinare le sue preferenze alimentari. Per questo il professor Giuseppe Mele sottolinea che i bambini non sono dei piccoli adulti e hanno bisogno di una dieta specifica. Soprattutto dopo il divezzamento e compiuto l’anno di età, il bimbo va incontro a rischi in termini di eccessi e/o carenze nutrizionali che sono appunto alla base di tutte le patologie sopra citate o di un mancato sviluppo ottimale delle funzioni cognitive.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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