Obesità infantile: colpa dei genitori che lavorano?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 22/12/2016 Aggiornato il 22/12/2016

Nuove ipotesi sul dilagare dell’obesità infantile mettono sotto accusa i genitori, in particolare le mamme che lavorano. Ecco perché

Obesità infantile: colpa dei genitori che lavorano?

L’ obesità infantile è un fenomeno in crescita: secondo uno studio dell’economista Wencke Gwodzd della Copenhagen Business School esisterebbe un forte legame tra questo problema e l’aumento dell’occupazione femminile, individuato come fattore cruciale che influenza la vita familiare.

Brutte abitudini che “pesano”

La ricerca ha preso in considerazione figli con entrambi i genitori che lavorano, evidenziando come questi bambini corrono un rischio maggiore di andare incontro a problemi di obesità infantile a causa dell’instaurarsi di pessime abitudini, quali un maggior consumo di pasti fuori casa e un minor controllo su calorie e orari. Il rischio più alto, in particolare, sarebbe per i bambini di 5-10 anni. I pasti fuori casa, infatti, sono spesso ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale. Wencke Gwozdz ritiene che per ridurre quella che definisce “l’epidemia dell’obesità infantile” è necessario responsabilizzare i genitori.

Vita sedentaria e mancanza di sonno

Se le mamme sono al lavoro, inoltre, i figli tendono a condurre una vita più sedentaria e a dormire meno rispetto ai coetanei con madri casalinghe. I bambini, le cui mamme per esempio hanno pesanti turni lavorativi, arrivano a dormire fino a un’ora e mezzo in meno in una settimana rispetto i bambini le cui madri sono casalinghe. Una ricerca dell’Ohio State University di Columbus sul rapporto tra obesità infantile e ore di sonno, ha evidenziato quanto sia importante per i genitori fare in modo che i figli vadano a dormire presto: addormentarsi alle 8 di sera, infatti, fa calare del 50% il rischio di obesità infantile. Secondo un altro studio finlandese, inoltre, anche solo 10 minuti di attività fisica ad alta intensità ogni giorno possono portare a  una riduzione della quantità di tessuto adiposo (un 26-30 per cento di grasso corporeo in meno rispetto ai bambini che non fanno alcun esercizio fisico) e a un miglioramento del fitness cardiorespiratorio. 

 

 

 
 
 

In breve

GRAVI PERICOLI PER LA SALUTE

L’obesità infantile conduce a un più alto rischio di malattie cardiache, diabete e aspettative di vita inferiori, anche quando i bambini obesi perdono peso in età adulta.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Problemi al fegato in età adulta: può dipendere dal fatto di essere figli di cugini di primo grado?

13/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Faustina Lalatta

Chi nasce sano e diventa grande senza mai manifestare i sintomi di una malattia ereditaria, può escludere con un certo margine di sicurezza che la comparsa di disturbi a carico del fegato dipendano dal fatto di essere figlio di consanguinei.   »

“Piaghetta” del collo dell’utero: può impedire il concepimento?

07/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

Il termine "piaghetta" è improprio perché allude non già a una lesione del collo dell'utero ma alla presenza su di esso del tessuto che abitualmente lo tappezza. Non è di ostacolo al concepimento ma se sanguina diventa opportuno intervenire.   »

Dilatazione di un uretere del feto: cosa si deve fare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elsa Viora

In caso di dilatazione delle vie urinarie (uretere, pelvi renale) individuata nel feto con l'ecografia, i protocolli suggeriscono di eseguire alcune indagini, tra cui una valutazione accurata di tutta l'anatomia fetale.   »

Bimba di 3 anni e mezzo che preferisce giocare da sola: si deve indagare?

06/01/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Angela Raimo

Una bambina che preferisce giocare da sola può agire secondo il proprio temperamento riservato e riflessivo e non necessariamente perché interessata da un disturbo. L'opportunità di una visita del neuropsichiatra infantile va comunque valutata con l'aiuto del pediatra curante.   »

Fai la tua domanda agli specialisti