Olio d’oliva contro l’obesità infantile

Silvia Camarda A cura di Silvia Camarda Pubblicato il 20/02/2019 Aggiornato il 20/02/2019

L’idrossitirosolo, un fenolo contenuto nell’olio di oliva, può aiutare a combattere l’obesità infantile per il suo alto potere antiossidante. Ecco perché

Olio d’oliva contro l’obesità infantile

L’ olio di oliva contiene una sostanza antiossidante che sarebbe in grado di combattere l’obesità infantile. L’idrossitirosolo, così si chiama la sostanza scoperta da un gruppo di medici e ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, è un fenolo ad altissima attività antiossidante che avrebbe il potere di migliorare lo stress ossidativo (l’invecchiamento cellulare, il danno delle pareti delle arterie e delle vene), l’insulino-resistenza e la steatosi epatica nei bambini obesi e affetti da fegato grasso.

Antiossidanti sì, calorie no

Per questo studio, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Antioxidant and Redox Signaling, i ricercatori dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma si sono avvalsi della collaborazione del dipartimento di chimica, biologia e farmacologia dell’Università di Messina. Ma per poter “usufruire” del prezioso effetto antiossidante è necessario introdurre grosse quantità di olio d’oliva. In questo modo c’è, però, il reale rischio di diventare obesi per l’alto contenuto calorico dell’olio, caratteristica di tutti i grassi. Ma i ricercatori rassicurano che gli attuali progressi della tecnologia già permettono di introdurre solo le sostanze benefiche e antiossidanti dell’ olio di oliva, escludendo, invece, le calorie. Per combattere le complicanze dell’obesità, infatti, è sufficiente aggiungere solo queste sostanze all’alimentazione dei bambini obesi.

Steatosi epatica in aumento nei bambini

L’obesità è una delle principali emergenze mondiali nei bambini e negli adolescenti, soprattutto nei Paesi industrializzati. La conseguenza dell’aumentato numero di bambini obesi e in sovrappeso nel mondo ha come diretta conseguenza l’aumento di casi di fegato grasso o steatosi epatica non alcolica (Nafld). Negli ultimi 20 anni, infatti, la steatosi epatica ha raggiunto proporzioni epidemiche anche tra i più piccoli, diventando la patologia cronica del fegato più presente nel mondo occidentale. Tra le cause del fegato grasso c’è proprio l’aumento dello stress ossidativo che le cellule subiscono in conseguenza dell’obesità.

 
 
 

Lo sapevi che?

Si stima circa il 15% dei bambini sia affetto da fegato grasso, percentuale che schizza all’80% nei bambini obesi.

 

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