Succhi di frutta sì, ma è meglio consumarli con moderazione e soprattutto non a colazione né a merenda e comunque – come consigliano i pediatri – non prima dell’anno di età, perché troppo ricchi di zuccheri. Un recente studio della Princeton University, pubblicato sulla rivista medica Cell Metabolims, ha fatto luce sul metabolismo del fruttosio (zucchero). Secondo i ricercatori americani, infatti, il fruttosio, non verrebbe “lavorato” dal fegato (come si è sempre creduto), ma dall’intestino tenue, più vulnerabile al fruttosio tanto da non riuscire a metabolizzarlo bene a digiuno, quindi a colazione, o a metà pomeriggio.
Con la frutta è diverso
L’esperimento ha anche valutato il comportamento del fruttosio della frutta, che è diverso da quello dei succhi di frutta. Se la frutta è assunta in quantità moderate, l’intestino è in grado di “lavorare” il fruttosio meglio, senza che raggiunga il fegato. L’analisi di come il fruttosio “viaggi” attraverso il sistema digestivo è stata effettuata su cavie di laboratorio e ha anche permesso di scoprire che il fruttosio non assorbito nell’intestino tenue passa al colon, dove viene in contatto con il microbioma (flora batterica) che, però, non è “programmato” per elaborare gli zuccheri. Alla luce di questi risultati, i ricercatori hanno concluso che è meglio consumare gli zuccheri dopo i pasti, soprattutto se si tratta del fruttosio e, ovviamente, sempre in quantità ridotte.