Bambini in ospedale: emozioni in gioco

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 21/08/2017 Aggiornato il 21/08/2017

I bambini in ospedale possono far fatica a esprimere le proprie emozioni. Un nuovo gioco da tavola studiato apposta per loro potrebbe aiutarli. Ecco come

Bambini in ospedale: emozioni in gioco

È difficile da accettare. Nessuno vorrebbe che un bambino si ammalasse di tumore o di una malattia cronica, come il diabete con cui convivere per tutta la vita. Purtroppo però succede. E l’unica cosa che si può fare è adottare tutte le tecniche e strategie possibili, come per esempio la pet therapy, per aiutare i bambini in ospedale ad avere una migliore qualità di vita. Fra queste, c’è anche un nuovissimo gioco da tavola, chiamato “Shop talk”, che facilita l’espressione delle emozioni.

Vincere le paure…

Quando attraversano una particolare fase di disagio, i bambini possono far fatica a esprimere le proprie emozioni. È quello che spesso succede in caso di una malattia grave. Per questo, il National istitutes of health/national cancer institute ha pensato di ideare un gioco da tavola molto particolare, che ha l’obiettivo proprio di aiutare i bambini in ospedale a “buttar fuori” paure, sentimenti e vissuti che, altrimenti, rimarrebbero inascoltati.

… attraverso il gioco

Il gioco è molto semplice. Lo scopo è comprare il maggior numero possibile di oggetti nei 10 negozi presenti sul tabellone. Per poter acquistare un oggetto occorre rispondere a una domanda, quindi, in pratica vince chi parla e si apre di più. Negozi, oggetti e domande sono stati pensati proprio per aiutare i bambini in ospedale a parlare della propria condizione di malati. “I negozi non sono scelti a caso e ognuno rappresenta l’occasione per esplorare il proprio vissuto: così, parlando di abiti, si arriva a definire come ci vedono gli altri, entrando nella boutique dei gioielli si indaga il rapporto con la realtà circostante, mentre il negozio degli animali serve a parlare dei sentimenti” hanno spiegato gli esperti. Ovviamente i piccoli partecipanti non sono obbligati a rispondere alla domanda, anche se in genere la voglia di vincere è più grande della reticenza a parlare.

Come un normale gioco di società

Il gioco si presenta con una veste accattivante, come tutti i normali giochi di società, con un tabellone coloratissimo, caselle, dadi da lanciare, carte da pescare. È stato pensato per aiutare i bambini in ospedale di età compresa fra i 7 e i 18 anni.

 

 

 

 
 
 

In breve

TRADOTTO ANCHE IN ITALIANO

Il gioco è stato ideato da studiosi americani, ma è stato adattato alla nostra realtà e tradotto in italiano dalle psicologhe dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.

 

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