Disturbi dell’apprendimento nel bambino: cosa è bene sapere

Alberta Mascherpa A cura di Alberta Mascherpa Pubblicato il 23/02/2023 Aggiornato il 23/02/2023

Non conta solo conoscere cosa sono i disturbi dell’apprendimento, ma anche sapere cosa non sono in modo da evitare pregiudizi pericolosi per il bambino

I disturbi dell'appredimento possono ostacolare il percorso di prescita del bambino

Dislessia e discalculia, disgrafia e disortografia. Almeno 180mila bambini in Italia soffrono di disturbi dell’apprendimento. Problemi che possono rendere più difficile il percorso scolastico e creare disagi anche dal punto di vista emotivo. Ecco cosa dovrebbero sapere i genitori di un bambino con un disturbo dell’apprendimento.

Quali sono i disturbi specifici dell’apprendimento

Con la sigla DSA si indicano la dislessia, ovvero la difficoltà  del bambino nell’apprendere a leggere e comprendere i testi scritti, spesso associata a difficoltà di linguaggio nei primi tre anni; la disgrafia, un disturbo non verbale che coinvolge le abilità grafiche di scrittura di lettere e numeri, ma anche di disegno di figure o grafici; incolonnare i numeri o avere una scrittura ordinata può essere impossibile per un alunno disgrafico.

Un altro disturbo dell’apprendimento è la disortografia, l’incapacità di rappresentare in maniera corretta i suoni e le parole della propria lingua: lettere simili vengono confuse, grafemi come la «h» vengono omessi, le parole vengono separate in maniera sbagliata.

 Infine c’è la discalculia: chi ne soffre ha difficoltà nella scrittura e lettura dei numeri e nell’apprendere il calcolo; spesso il disturbo si presenta assieme alla dislessia.

Come capire se un bambino ha un disturbo dell’apprendimento?

L’elemento di riferimento è sempre la discrepanza rispetto alle competenze attese per la fascia d’età: se l’apprendimento di una data capacità per il bambino è molto faticoso e non si acquisisce entro i tempi previsti, pur tenendo conto della variabilità individuale, si può sospettare la presenza di un disturbo.
Ovviamente questa discrepanza non deve avere altre possibili spiegazioni: è ovvio che un bambino straniero arrivato da poco in Italia possa avere maggiori difficoltà rispetto a un bimbo che padroneggia da sempre la lingua.

Cosa fare quando c’è un disturbo dell’apprendimento nel bambino

Con l’aiuto di uno specialista il bambino può mettere in atto una serie di strumenti compensativi che lo possono aiutare a imparare con minor fatica. La diagnosi può essere rilasciata, oltre che dalle Unità di Neuropsichiatria Infantile delle ASL o degli ospedali, da équipe private di specialisti accreditate dall’ASL.

 

 

 
 
 

In sintesi

Cosa non è un DSA

È importante sia per i genitori sia per gli insegnanti tenere sempre presente cosa non è un disturbo dell’apprendimento: non è un sintomo di ritardo mentale, non è una malattia di nessun genere, neppure l’effetto di trauma, non è una sindrome neurologica, un difetto sensoriale oppure un problema della sfera emotiva e psicologica. È solo un diverso funzionamento del cervello, un modo differente di ragionare. Capire questo significa ridurre il pregiudizio e lo stigma nei confronti del bimbo e aiutarlo davvero, imparando tutti assieme a gestire al meglio il suo specifico problema nel contesto scolastico, familiare e di relazione.

 

Fonti / Bibliografia

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