Come aiutare i bambini a esprimere la rabbia in modo sano

Silvia Finazzi A cura di Silvia Finazzi Pubblicato il 25/09/2025 Aggiornato il 25/09/2025

È un’emozione innata e universale, ma i bambini non sono ancora in grado di autoregolarla. Spetta ai genitori affiancarli con pazienza, buon esempio e strategie mirate. Ecco i consigli della parent coach.

Come aiutare i bambini a gestire la rabbia

La rabbia nei bambini è naturale e fisiologica, fondamentale per lo sviluppo emotivo e quasi sempre legata a frustrazione, limiti e cambiamenti. Nei più piccoli si manifesta con pianti e scatti d’ira, nei più grandi con parole e opposizioni. Non va repressa, ma riconosciuta e guidata. Come aiutare i bambini a gestire la rabbia? Dando un nome all’emozione, offrendo modelli positivi e stabilendo regole chiare. Fondamentale anche proporre valvole di sfogo sane come gioco, sport, attività creative. In questo modo la rabbia diventa una risorsa per la crescita emotiva e lo sviluppo dell’autoregolazione.

È normale che i bambini si arrabbino?

La rabbia è una delle emozioni primarie, innata e universale, potente e spesso difficile da gestire, soprattutto nei bambini. Nonostante venga considerata “negativa”, in realtà è del tutto normale e fisiologica. “È fondamentale per la sopravvivenza e lo sviluppo emotivo perché aiuta a difendersi e ad affrontare situazioni frustranti e dolori ritenuti intollerabili, ad aumentare il senso di efficacia, a superare il naturale egocentrismo della prima infanzia e a migliorare l’autocontrollo” chiarisce Silvia Finazzi, parent e teen coach. Il problema è che se è eccessiva, non legittimata e mal incanalata può diventare autodistruttiva e causare non poche difficoltà al bambino e anche a chi gli sta accanto.

Da dove nasce la rabbia

La rabbia è una reazione naturale a un fatto che viene percepito come un’ingiustizia, una frustrazione o una minaccia. Nei bambini, spesso deriva:

  • dalla difficoltà a comunicare bisogni e desideri;
  • dall’incapacità di ottenere ciò che desiderano;
  • dal sentirsi non ascoltati o non apprezzati;
  • dal sentirsi incapaci, delusi, deludenti o limitati;
  • da cambiamenti improvvisi nella routine (arrivo di un fratellino, trasloco, inizio della scuola);
  • da fattori fisiologici come stanchezza, fame o stress.

Segnali di rabbia nei bambini

La rabbia attiva reazioni fisiche (come aumento del battito cardiaco e tensione muscolare) e mentali (pensieri di opposizione o protesta) immediate, che in genere durano per circa 20—30 minuti, dando origine a comportamenti diversi a seconda dell’età, del carattere e della situazione. Ecco i segnali più comuni:

  • reazioni fisiche: pianto inconsolabile, urla, pugni, calci, morsi, lancio di oggetti;
  • segnali corporei: viso arrossato, tensione muscolare, respiro accelerato;
  • comportamenti oppositivi: rifiuto di eseguire indicazioni, dire no” a tutto, isolarsi o allontanarsi;
  • esplosioni verbali (nei più grandi): parole aggressive, tono di voce alto, accuse;
  • comportamenti regressivi: pianti “da piccolo”, richiesta di attenzioni extra.

Piccole strategie per ogni età

Ogni fase richiede un approccio specifico e mirato, che aiuta i bambini a sviluppare l’autoregolazione emotiva in sicurezza. 

0-3 anni

I bimbi piccoli esprimono la rabbia soprattutto fisicamente, con scatti improvvisi, pianti inconsolabili, “capricci“, urla, testate, morsi o graffi, e talvolta il lancio di oggetti. È normale, per esempio, che si buttino a terra al supermercato se non ottengono ciò che vogliono. In questi casi è utile contenere il bambino con dolcezza, verbalizzare ciò che prova (“Capisco che sei arrabbiato”) e offrire alternative, come un abbraccio o un cambio di contesto.

3-7 anni

In questa fase compaiono reazioni più strutturate, aggressività verso oggetti o coetanei e parole offensive ripetute. Un esempio tipico è il bambino che spinge un compagno all’asilo o urla alla mamma. “Per aiutarlo, si possono insegnare al proprio figlio tecniche di respirazione semplici cui ricorrere nei momenti critici, come inspirare lentamente contando fino a cinque o soffiare come per spegnere le candeline” suggerisce la coach. Sì anche a creare una scatola della rabbia o un angolo della calma in casa con cuscini, peluche, colori e giochi che lo calmino, in cui il bambino può rifugiarsi quando è adirato, a usare libri illustrati sulle emozioni e nominare verbalmente ciò che prova (“Vedo che sei arrabbiato”).

7-9 anni

Fra i sette e i nove anni, la rabbia si manifesta spesso con opposizione verbale, sfide ai genitori e alle regole, isolamento volontario o dispetti. Un bambino può sbattere la porta, rifiutare i compiti o rompere un gioco per rabbia. In questi casi, è utile incoraggiare il bambino a esprimere ciò che prova attraverso disegni, musica o movimento. Aiutarlo anche a raccontare cosa è successo e stabilire regole chiare di rispetto reciproco.

9-12 anni

Nei preadolescenti la rabbia diventa più verbale e strutturata: possono comparire risposte ironiche o provocatorie, atteggiamenti di chiusura o frasi offensive verso genitori e insegnanti. Per gestirla, è importante aiutare i ragazzi a riconoscere i pensieri che scatenano la rabbia (“sono arrabbiato perché…”) e proporre attività sportive o creative per incanalare l’energia. “Sì anche a insegnare tecniche di problem solving e gestione dei conflitti, come contare fino a 10 prima di reagire, scrivere o dire ad alta voce quale è il problema in modo concreto, elencare più possibili soluzioni” consiglia l’esperta.

Come gestire questa emozione

I bambini non sono ancora in grado di autoregolare le proprie emozioni, e in particolar modo la rabbia, una delle più difficili da gestire. Imparano a farlo solo con la crescita e in maniera progressiva. Di fronte a una crisi di rabbia, quindi, possono sentirsi sopraffatti, disorientati, impotenti e anche impauriti. È importante che mamma e papà li sostengano, rendendosi conto che dietro a questa emozione c’è una difficoltà o una richiesta di aiuto. Aiutare un bambino a gestire la rabbia richiede pazienza, ascolto ed empatia. Ecco alcune strategie utili allo scopo.

  • Mostrare un modello positivo: restare calmi e rispettosi anche nei conflitti. I bambini imparano dai loro punti di riferimento, genitori in primis.
  • Riconoscere e legittimare la rabbia: dire “vedo che sei arrabbiato” aiuta il bambino a capire che quello che prova va bene e a sentirsi compreso. Al contrario, dire “non ti arrabbiare” o “non è nulla” può farlo sentire sbagliato o incompreso.
  • Insegnare ai propri figli a esprimere ciò che provano, per esempio chiedendo loro di completare frasi come “mi fa arrabbiare quando…”, “provo rabbia perché…”.
  • Separare emozione e comportamento: la rabbia è legittima, ma non lo sono i gesti aggressivi. Spiegare perché certe cose non vanno fatte e stabilire regole chiare.
  • Offrire valvole di sfogo sane: sport, disegno, passeggiate.
  • Se lo scatto di rabbia è molto forte allontanare fisicamente il bambino dal luogo o dalla situazione, spiegandogli cosa sta succedendo.
  • Dare tempo e spazio al bambino per calmarsi, dicendo frasi come “ora ti lascio un po’ di tempo per calmarti, poi penseremo insieme a un modo che ti possa aiutare ad affrontare questa emozione”.
  • Parlare con il bambino dopo l’episodio sedendosi accanto a lui e mettendosi al suo stesso piano: “Cosa ti ha fatto arrabbiare?” per aiutarlo a riflettere.
  • Condividere le proprie emozioni e i propri pensieri.

Letture utili

I libri possono diventare un ottimo strumento per aiutare i bambini a conoscere e gestire la rabbia. “Leggere da soli o insieme a genitori storie che parlano di emozioni li aiuta a sentirsi compresi e a trovare parole nuove per esprimersi” assicura la parent coach. Ecco alcuni titoli consigliati.

I colori delle emozioni, Anna Llenas, Gribaudo

Un albo illustrato che insegna a riconoscere e dare un nome alle emozioni, rabbia compresa, attraverso un simpatico mostriciattolo.

Che rabbia!, Mireille d’Allancé, Babalibri

Un classico, molto amato dai bambini: racconta di Roberto, un bimbo che un giorno si arrabbia così tanto da far nascere una creatura rossa… ma poi impara a calmarla. Aiuta i piccoli a capire che la rabbia può passare e trasformarsi.

Il libro arrabbiato, Cédric Ramadier e Vincent Bourgeau, Ippocampo

Un volume interattivo che invita i bambini a “calmare” un libro arrabbiato, utilizzando strategie pratiche che possono poi applicare nelle loro esperienze quotidiane. 

Le sei storie della rabbia, Matteo De Benedittis, Gribaudo

Una raccolta di storie illustrate che esplorano diverse situazioni in cui i bambini possono sentirsi arrabbiati, offrendo spunti per comprendere e gestire queste emozioni.

Una rabbia da leone, Giulia Pesavento e Susy Zanella, Sassi Junior

Un libro illustrato che aiuta i bambini a riconoscere e gestire la rabbia, utilizzando la metafora di un leone per rappresentare questa emozione potente.

Fergal è arrabbiato, Robert Starling, Lapis

Un racconto che segue le avventure di Fergal, un piccolo drago che impara a gestire la sua rabbia in modo sano e costruttivo.

Manuale di allenamento alla gestione della rabbia, Daniele Fedeli, Giunti Edu

Un manuale pratico che spiega come funziona questa emozione e propone ai ragazzi strategie concrete per gestirla.

Intelligenza emotiva per un figlio, John Gottman, Bur

Un vero “metodo” per aiutare i bambini a sviluppare competenze emotive, imparando a riconoscere e trasformare le emozioni difficili in risorse per la vita.

“Esprimere la rabbia”, Deborah Plummer, Erickson

Un manuale pratico con esercizi e giochi che aiutano i bambini a capire che cosa provano e a sviluppare l’autoregolazione emotiva.

Quando preoccuparsi

In alcuni casi, la rabbia non è solo una reazione normale ma segnala che il bambino ha bisogno di aiuto aggiuntivo. Ecco alcuni campanelli d’allarme da valutare con un professionista (psicologo infantile, pediatra) per capire come agire.

  • Le crisi di rabbia avvengono spesso, molte volte al giorno.
  • Ogni episodio dura molto a lungo e il bambino non riesce a calmarsi nemmeno con un supporto.  
  • La collera diventa violenta: il bambino lancia oggetti pericolosi, picchia qualcuno, tira calci o rischia di farsi male o di far male agli altri.  
  • La rabbia interferisce con la vita quotidiana: il bimbo dorme male, ha difficoltà a scuola, evita attività sociali, ha problemi con gli amici, la famiglia.  
  • Il piccolo mostra cambiamenti importanti nel comportamento: regressioni (torna a comportamenti già superati), alterazioni del sonno o dell’appetito, stati d’ansia o tristezza marcata.  
  • Il bambino sembra sempre in tensione, irritabile, pronto ad esplodere anche per cose piccole.

 

Foto di copertina di martakoton via Pixabay

 

 

 
 
 

In breve

La rabbia è un’emozione normale nell’infanzia, che si manifesta in modo diverso a seconda dell’età: pianti e scatti nei piccoli, opposizione e parole forti nei più grandi. Non va temuta, ma capita e guidata. Se imparano a riconoscerla e gestirla, i bambini crescono più sicuri e sereni. Per aiutare i propri figli, è importante che i genitori riconoscano l’emozione, diano un modello positivo e offrano valvole di sfogo sane come sport o creatività. Nei bimbi più piccoli via libera anche a coccole e contenimento, in quelli più grandi a tecniche di respirazione. Sempre utili poi libri a tema e regole chiare.

 

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