Come si fa a capire se si soffre di bruxismo?

Paola Risi A cura di Paola Risi Pubblicato il 14/04/2022 Aggiornato il 14/04/2022

Ti capita di frequente vedere il tuo bambino digrignare i denti? Ecco come si fa a capire se soffre di bruxismo

Come si fa a capire se si soffre di bruxismo?

Con il termine bruxismo si indica l’atto del serrare e digrignare i denti per effetto della contrazione involontaria della muscolatura masticatoria. Fa parte delle cosiddette “parafunzioni” – atteggiamenti viziati, ripetuti e persistenti nel tempo, privi di uno scopo specifico (come, per esempio, il vizio di mangiarsi le unghie o succhiarsi il dito) che determinano un sovraccarico dentale, muscolare e articolare – e interessa una percentuale compresa tra l’8 e il 20 per cento della popolazione, compresi i bambini soprattutto in età prescolare. Ecco come si fa a capire se si soffre di bruxismo con i consigli della dottoressa Silvana Torneo, pediatra, e della dottoressa Luigina Catanzaro, psicologa e psicoterapeuta.

Perché i bambini di notte digrignano i denti?

Il digrignamento (ovvero lo sfregamento tra arcata superiore e inferiore) e/o il serramento dei denti tende a evidenziarsi mentre si dorme (bruxismo notturno), in una condizione di assenza di controllo cosciente dei movimenti. Di solito dura dai 5 ai 10 secondi e si ripete più volte durante la notte. Nel caso di bruxismo rumoroso (caratterizzato dal digrignamento), spesso è proprio il rumore prodotto dal bambino mentre dorme a rappresentare il segnale di riconoscimento del disturbo da parte dei genitori, in quanto è possibile percepirlo anche dalla loro camera. Si parla, invece, di bruxismo silenzioso in caso di serramento delle arcate e di bruxismo misto se digrignamento e serramento si alternano. Laddove il disturbo risulti intenso la mattina il bimbo può avvertire una sensazione di dolore a livello mandibolare e di indolenzimento dei muscoli facciali.

A cosa è dovuto il bruxismo?

Pur non essendo stato ancora chiaramente identificata la causa del bruxismo, alla sua comparsa molto probabilmente contribuiscono fattori di natura fisica (malformazioni mandibolari, non corretto allineamento di arcata dentaria superiore e inferiore, gengiviti) e psicologica. Più precisamente, l’incapacità di esprimere in modo diretto un sentimento di ansia e disagio vissuto dal bambino potrebbe stimolare la comparsa di questo disturbo: il digrignamento dei denti, a livello del tutto inconsapevole, potrebbe rappresentare quindi un modo di scaricare la tensione accumulata. In tal caso il “vizio” tende a scomparire una volta superata la fase emotivamente critica.

Come si può curare il bruxismo?

Il bruxismo può provocare danni all’apparato dentario e muscolo-scheletrico (abrasioni delle superfici dentarie, logoramento dello smalto e indolenzimento dei muscoli masticatori) e, ma solo raramente, arrivare anche a causare accorciamento dei denti, fratture o perdite dentali. Il pediatra può far sottoporre il bambino a una visita dentistica per confermare la diagnosi e verificare la gravità del fenomeno. Se all’origine del disturbo vi sono cause fisiche, il dentista prescriverà le cure necessarie. In ogni caso, per ridurre i danni provocati dallo sfregamento, in genere consiglia il ricorso a un bite (apparecchio da applicare tra le due arcate nelle ore notturne per proteggere i denti dall’erosione). Laddove il bruxismo dovesse, invece, risultare associato soprattutto a fattori pisicologici, il ruolo di mamma e papà risulta fondamentale: dovranno monitorare il fenomeno e la sua evoluzione, assumere un atteggiamento comprensivo e rassicurante verso il bambino per cercare di ridurre il suo carico d’ansia e creare occasioni per dargli modo di esternarla in modo diverso (per esempio tramite giochi d’azione e una pratica sportiva).

 

 

 

 

 
 
 

In sintesi

Cosa significa bruxismo?

La parola bruxismo deriva dal greco e significa letteralmente “digrignamento dei denti”. Con questo termine si definisce infatti un disturbo caratterizzato appunto dal digrignamento dei denti che colpisce soprattutto di notte, quando si dorme.

Cosa fare quando un bambino digrigna i denti?

Il bruxismo ha spesso origine in una condizione di disagio psicologico. La prima cosa da fare, quindi, è cercare di risalire alle cause che hanno provocato il bruxismo e cercare  di eliminarle con l’aiuto di uno psicoterapeuta, se necessario. In ogni caso esistono anche degli appositi apparecchi (bite) da indossare di notte per limitare il disturbo. Questi però non possono definirsi propriamente curativi del problema, ma evitano solo danni alla dentatura.

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Gli Specialisti rispondono
Le domande della settimana

Scarso aumento di peso in gravidanza: ci si deve preoccupare?

17/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Se gli esami del sangue sono buoni, il feto cresce bene, la gestante non manifesta alcun sintomo allarmante non c'è ragione di preoccuparsi in caso di aumento di peso modesto.   »

Feto con ventricolomegalia cerebrale borderline: quali indagini fare?

16/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

In relazione allo spessore dei ventricoli cerebrali, il limite tra normalità e patologia non è così preciso: il valore è normale se inferiore ai 10 millimetri e poi c'è una zona grigia compresa tra 11 e 15 millimetri. Un'ecografia approfondita può bastare a chiarire il quadro.   »

Bimbo che inizia a stare in piedi da solo: vanno stimolati i primi passi?

12/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Leo Venturelli

I primi passi non vanno stimolati, non si deve dunque tenere il bambino per le braccia spingendolo a muoverli. Utile invece dargli la possibilità di appoggio o di scalata, affinché affronti questa tappa secondo i propri tempi e le proprie capacità.   »

Ansia e attacchi di panico verso il termine della gravidanza (gemellare)

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottor Claudio Ivan Brambilla

Gli eventuali disturbi della sfera psichica come depressione, disturbo d'ansia, attacchi di panico richiedono cure mirate anche in gravidanza. Spetta al ginecologo in accordo con lo psichiatra prescrivere la terapia più idonea, tenendo conto che le benzodiazepine non sono consigliabili dal secondo trimestre...  »

Collo dell’utero in gravidanza e variazioni della sua lunghezza

02/09/2024 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Durante la gravidanza il collo dell'utero di norma ha una lunghezza compresa tra 33 e 40 millimetri: è motivo di allarme un raccorciamento dai 25 millimetri in giù.   »

Fai la tua domanda agli specialisti