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È probabilmente l’infestazione più comune dell’infanzia. Nonostante ciò, quando i pidocchi colpiscono, molti genitori non sanno come comportarsi. Il risultato? I casi continuano ad aumentare. Secondo gli ultimi dati, in Italia sono 1 milione e 400 mila gli under 18 colpiti da pediculosi. I più vulnerabili sono i piccini: circa 700mila “malati” hanno meno di sei anni.
Non si rivolgono al pediatra
Il primo errore che compiono mamma e papà è quello di non rivolgersi al pediatra. Secondo uno studio italiano del 2013, i genitori spesso si affidano ai consigli di amici e farmacisti. Solo quando non sanno più come risolvere i pidocchi chiedono aiuto al medico. Invece, sarebbe la prima cosa da fare.
Non eliminano le uova
Il secondo sbaglio riguarda il trattamento vero e proprio. “C’è l’idea errata che basti usare i prodotti sui capelli. Invece, va fatta anche la sorveglianza, ispezionando i capelli bagnati e togliendo pidocchi e uova con un pettine a denti molto stretti, se non tutti i giorni, almeno ogni due-tre giorni nelle tre settimane successive al trattamento” avverte Luigi Greco, vicepresidente della Società italiana di pediatria.
Usano male i farmaci
Infine, in alcuni casi c’è un uso scorretto dei farmaci, tanto che si sono verificati i primi casi di resistenza ai medicinali.
I consigli per mamma e papà
Che cosa fare allora? La Food and Drug Administration (Fda), l’ente americano che si occupa della registrazione e della regolamentazione dell’uso dei farmaci, ha pubblicato sul suo sito alcune regole utili per i genitori. È bene, dunque, che mamma e papà:
1. spieghino al bambino di evitare i contatti testa contro testa durante il gioco a scuola, a casa o sui campi sportivi;
2. facciano in modo che il figlio non condivida vestiti, cappelli, caschi, bandane, auricolari, spazzole e asciugamani;
3. disinfettino pettini e spazzole in acqua calda per 5-10 minuti.
In breve
ASILO E SCUOLA I LUOGHI DEL CONTAGIO
Secondo le statistiche del ministero della Salute, un bambino su dieci rimane vittima dei pidocchi all’interno di un ambiente scolastico. Il prurito è il sintomo più caratteristico, ma non è né precoce né frequente.