Cosa significa essere ospedale amico dei bambini? Il percorso del S. Andrea di Vercelli

Lorenzo Marsili A cura di Lorenzo Marsili Pubblicato il 18/03/2022 Aggiornato il 18/03/2022

Dopo quattro anni di lavoro e aggiornamento, l’ospedale S. Andrea di Vercelli ha finalmente ottenuto il riconoscimento Unicef di ospedale amico dei bambini

Cosa significa essere ospedale amico dei bambini? Il percorso del S. Andrea di Vercelli

Il S. Andrea di Vercelli centra un traguardo importante e ottiene il riconoscimento Unicef come ospedale amico dei bambini. Come conferma la direttrice generale dell’Asl di Vercelli, Eva Colombo, il risultato arriva da un lavoro condiviso e di gruppo, che permetterà alle mamme di continuare a scegliere di partorire al Sant’Andrea sicure di ricevere la migliore assistenza possibile e un gran numero di benefici e attenzione.

Quanti sono gli ospedali amici dei bambini in Italia?

Non sono molti i centri in Italia che possono vantare il riconoscimento di ospedale dei bambini da parte dell’Unicef. A questi, negli ultimi mesi, si è aggiunto il S. Andrea di Vercelli, che conferma il buon lavoro svolto negli ultimi quattro anni in tema di maternità e cura infantile.

Per il S. Andrea di Vercelli il riconoscimento Unicef arriva dopo quattro anni di impegno concreto nella formazione del personale, attestazione documentata delle buone pratiche e introduzione di nuove e importanti prassi per le mamme e i loro bambini, come il suggerimento del contatto prolungato pelle a pelle tra mamma e neonato appena dopo il parto e la possibilità di avere sempre con sé in stanza il piccolo

Come diventare ospedale amico dei bambini?

Ottenere il riconoscimento Unicef di ospedale amico dei bambini non è semplice. Il titolo, infatti, viene rilasciato solo alle strutture capaci di soddisfare diversi requisiti, come il sostegno all’allattamento al seno, la formazione di medici e infermieri sulle tematiche dell’infanzia.

Fondamentali, poi, competenze di counselling, informazioni nel periodo prenatale, assistenza al parto e al post partum, supporto alle madri e ai bambini con bisogni speciali e altre buone pratiche pensate per sostenere mamme e bambini. Senza dimenticare la presenza di un mediatore culturale per il supporto delle mamme straniere.

 

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In sintesi

Quanto dura il pelle a pelle?

Il contatto pelle a pelle  dovrebbe durare almeno sessanta minuti, con inizio appena dopo il parto.

Quanto tempo deve allattare al seno?

Le Linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano un allattamento al seno che duri per almeno due anni e anche oltre, senza nessuna segnalazione in merito a una durata massima.

 

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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