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Sui bambini e il Covid-19 sono state fatte varie ipotesi e ancora oggi non sono stati chiariti tutti i dubbi. Ma sembra che effettivamente nell’età infantile le probabilità di ammalarsi siano minori. La conferma arriva da un paper sulla rivista Nature. Lo spiega Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova.
L’età infantile è quella meno a rischio
Bambini e ragazzi sono stati costretti a grandi sacrifici a causa del Covid-19. Per mesi sono stati isolati in casa, lontano da compagni e insegnanti, non hanno potuto frequentare i parchi e nemmeno vedere i nonni. E anche oggi, nonostante sia stato quasi tutto riaperto, il rientro a scuola a ancora tutto da scrivere. Eppure, sembra che costituiscano una delle categorie meno a rischio. “Il paper sulla rivista Nature dimostra chiaramente che i bambini di età compresa tra uno e 11 anni non si ammalano anche in presenza di una forte esposizione” ha ribadito il virologo Andrea Crisanti. Alla luce di ciò, per rendere sicura la riapertura delle scuole potrebbe essere sufficiente che gli insegnanti indossassero la mascherina, una misura che funziona sempre.
Opinioni discordi
Va detto, però, che non tutti i medici e gli scienziati la pensano in questo modo. C’è chi crede il contrario: ossia che i casi di coronavirus in età infantile siano pochi perché i bambini sono stati meno esposti, proprio grazie alla chiusura delle scuole e perché tendono ad avere sintomi meno lievi e, quindi, non vengono sottoposti a tamponi ed esami. La discussione, quindi, rimane ancora aperta.