Covid-19: quale impatto emotivo nella mente dei bambini?

Elisa Carcano A cura di Elisa Carcano Pubblicato il 07/03/2022 Aggiornato il 07/03/2022

Non solo danni fisici, che peraltro di norma nei bambini sono lievi, ma anche - e soprattutto - psicologici. Quale impatto emotivo ha il Covid-19 nella mente dei bambini? E come aiutarli? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Francesca Limonta, psicologa e psicoterapeuta

Covid-19: quale impatto emotivo nella mente dei bambini?

Perché il Covid-19 fa male alla salute mentale soprattutto dei bambini?

Questa pandemia ha portato con sé restrizioni e regole che inevitabilmente hanno modificato la quotidianità di ognuno di noi, incidendo maggiormente sulla fascia dei più giovani che si sono trovati a subire dei cambiamenti in una fase evolutiva delicata. Per i bambini giocare e interagire liberamente con i pari rappresenta uno dei fondamenti dello sviluppo cognitivo, motorio ed emotivo e con la pandemia questi sono venuti meno, costringendo i piccoli a chiudersi in casa o a limitare il contatto con gli altri. Diversamente dall’adulto, il cui cervello è formato e che può far appello alle risorse acquisite grazie alle esperienze passate, nei bambini ci sono ancora alcune aree cerebrali in crescita, pertanto l’impatto di un evento traumatico è maggiore sull’intero sviluppo. 

Nascere durante la pandemia: un nuovo studio lo ha associato a lievi ritardi nello sviluppo a 6 mesi: come mai?

Probabilmente questi risultati possono essere spiegati con il livello di stress e ansia a cui le madri sono state esposte durante la gravidanza e dopo il parto, proprio a causa degli aspetti emotivi connessi alla pandemia. Una madre che vive la gravidanza con una significativa paura di contrarre il virus e che questo sia una minaccia per la salute del proprio piccolo può trasmettere al feto un livello maggiore di stress, anche attribuibile a un aumento del cortisolo nel corpo della donna. Anche l’interazione con il neonato risente dello stato emotivo della mamma che, se fortemente angosciata dal contagio o depressa per l’isolamento, può incontrare maggior fatica nella sintonizzazione emotiva con il bambino e nella riposta adeguata ai suoi bisogni. 

Come capire se un bambino ha problemi psicologici?

Ci sono alcuni segnali che possono essere interpretati come “campanelli d’allarme”, degni di attenzione perché possibili indicatori di una sofferenza emotiva e psicologica del bambino. Per esempio, disturbi nelle funzioni fisiologiche (alimentazione, sonno, controllo sfinterico), cambiamenti improvvisi di umore e crisi di pianto o di rabbia inconsolabili e di forte intensità, perdita di motivazione o di interesse verso attività prima apprezzate, ritiro e isolamento, drastico calo nel rendimento scolastico, calo dell’attenzione e della concentrazione… In linea generale tutto ciò che agli occhi del genitore rappresenta un cambiamento significativo rispetto a come solitamente è il figlio e che genera in lui sofferenza merita attenzione, per capirne il significato e l’origine e attivare così l’aiuto più adeguato.

La mascherina ha avuto effetti sul linguaggio dei bambini piccoli?

Non ci sono ancora sufficienti studi che possano confermare o meno che l’uso della mascherina rallenti lo sviluppo del linguaggio. Però possiamo immaginare che i dispositivi indossati dagli adulti rappresentino un ostacolo in più per i piccoli che devono imparare a parlare, perché nascondono parte della mimica facciale che aiuta nella comprensione verbale e, inoltre, attutiscono i suoni acuti, impedendo una precisa percezione del suono. Gli adulti possono, però, intervenire a supporto dello sviluppo del linguaggio nei bambini, condividendo frequenti momenti di gioco e di lettura, dove dare spazio alla narrazione e ad una comunicazione adeguata all’età. 

Bambini e pandemia: cosa hanno vissuto e soprattutto cosa ricorderanno?

I bambini con l’arrivo del coronavirus hanno vissuto cambiamenti importanti nella vita quotidiana, che hanno interessato le loro abitudini, le loro relazioni e interazioni con i pari e con gli adulti. La pandemia rappresenterà per i bambini un pezzo del loro passato, significativo sia per la durata sia per l’impatto emotivo che sta comportando. Come tutte le esperienze passate, anche la pandemia diventerà un ricordo, fatto di episodi, immagini, sensazioni corporee ed emozioni. Il modo in cui tale ricordo verrà archiviato nella memoria dei bambini dipende da come le loro famiglie e le persone accanto hanno affrontato il coronavirus e da quali risorse sono riuscite ad attivare per far fronte alle difficoltà emerse.

 

 

 

 
 
 

In sintesi

Come spiegare il nuovo coronavirus ai bambini?

L’arrivo di nuove ondate costringe gli adulti a dover ogni volta spiegare ai bambini il ritorno del virus e di ciò che questo comporta nella loro quotidianità. È importante che gli adulti usino un linguaggio chiaro e comprensibile ai piccoli, evitando di suscitare allarmismi e rassicurandoli su quanto si possa fare per proteggersi. Va senz’altro affrontata con il bambino la fatica di stare nuovamente in questa situazione e di subirne ancora le conseguenze. Questo aspetto è fondamentale affinché i piccoli possano sentirsi riconosciuti nelle loro emozioni da parte di chi li circonda, sentendosi anche liberi di esprimere, per esempio, la rabbia per non poter partecipare alle feste o la fatica di indossare sempre la mascherina a scuola. Sentendosi compresi, si sentiranno anche sostenuti e non soli di fronte a una situazione così pesante e più grande di loro. 

Come prendersi cura della salute mentale dei propri figli?

I figli hanno bisogno di cura, ascolto e attenzione dedicata. Osservare il loro comportamento e riflettere con loro su come si sentono e perché a volte vivono certe emozioni è uno degli aspetti che un genitore dovrebbe curare. Uno dei compiti dell’adulto è, infatti, quello di mettersi nei panni del bambino e chiedersi come potrebbe sentirsi e cosa potrebbe pensare di ciò che sta succedendo dentro di lui e attorno a lui. I bambini quanto più piccoli sono, tanto più necessitano del supporto dei genitori per acquisire e sviluppare le risorse individuali e relazionali. Infine, è fondamentale che i genitori si prendano innanzitutto cura della propria salute mentale, ponendosi come modello di esempio agli occhi dei figli, i quali potranno a loro volta imparare ad amarsi e a chiedere aiuto quando necessario.

 

 

Fonti / Bibliografia

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

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