Dice le parolacce: come farlo smettere?

Redazione A cura di “La Redazione” Pubblicato il 10/10/2019 Aggiornato il 14/10/2019

Dopo qualche mese dall’inizio della scuola materna, spesso nel linguaggio del bambino compaiono le prime parolacce. Se atteggiamenti estremi sono sconsigliati, altrettanto sbagliato è lasciar correre. Ecco come comportarsi, cominciando a dare per primi il buon esempio...

Dice le parolacce: come farlo smettere?

Se può essere considerato normale entro certi limiti, dire parolacce resta comunque un comportamento che deve essere corretto dai genitori. Quasi sempre,è all’asilo che il bimbo – a contatto per la prima volta con tanti altri coetanei – impara le prime parolacce. Vero è che, in questa fase iniziale, il bambino di solito non conosce il significato delle parole che ripete ed è soprattutto lo spirito di emulazione o l’attrazione verso la novità che lo spinge a usarle. Solo successivamente, soprattutto a causa delle reazioni scandalizzate degli adulti, il bambino scopre l’effetto che pronunciare le parolacce può provocare.

Il ruolo chiave dei genitori

È proprio a questo punto che l’atteggiamento dei genitori assume un ruolo chiave nell’evoluzione del comportamento del piccolo: se sarà troppo rigido e si accompagnerà a sgridate e punizioni eccessive, otterrà probabilmente il risultato di far dire al bimbo meno parolacce in loro presenza, ma lo spingerà a identificare questi termini “vietati” con un’intrigante trasgressione tramite cui sfidare il mondo dei “grandi” o prenderne le distanze. Del resto, anche manifestando una completa indifferenza al turpiloquio si rischia di far sentire il bambino autorizzato a ricorrervi abitualmente, impedendogli in questo modo di comprendere a fondo il significato e gli effetti che l’uso di questo linguaggio può provocare su chi ascolta. In particolare nel confronto con i coetanei il bambino scoprirà, inoltre, la funzione “offensiva” svolta dall’insulto, per cui una parola può arrivare a fare più male di un’aggressione fisica, nonché il ruolo di “lasciapassare” che, in molti casi, il turpiloquio ha rispetto al “gruppo”.

4 consigli pratici

1. Ogni volta che il bambino dice delle parolacce, è importante dirgli che si disapprova quel modo di parlare: egli non deve avere alcun dubbio sull’atteggiamento del genitore al riguardo e se vanno evitate le reazioni eccessive, in quanto danno troppo peso alla parolaccia, altrettanto sbagliato sarebbe mostrarsi divertiti o indifferenti.

2. Sforzarsi di essere coerenti avendo cura di non usare parolacce in presenza del bambino: non si può pretendere che egli si renda conto che usare questi termini è sbagliato se poi i suoi modelli di riferimento lo fanno abitualmente.

3. Cercare di fare capire al bambino l’effetto che le parolacce producono: soprattutto intorno ai 3-4 anni il bimbo spesso non conosce il significato delle brutte parole che usa e se vi ricorre abitualmente, magari anche rivolgendosi a qualcuno in particolare, la mamma e il papà dovrebbero spiegargli cosa vogliono dire e quanto il sentirle possa urtare la sensibilità delle persone.

4. Cogliere ogni occasione per indicare al bambino modelli di comportamento positivi cercando al tempo stesso di fargli capire che, spesso, chi usa parolacce esprime, in realtà, debolezza.

 
 
 

In breve

SPESSO LE IMPARA ALL’ASILO

Quasi sempre il  bambino inizia a dire le parolacce quando inizia ad andare all’asilo, che rappresenta la prima esperienza di vita sociale. Piccoli accorgimenti aiuteranno i genitori a superare questo delicato periodo.

Le informazioni contenute in questo sito non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto fra professionisti della salute e l’utente. È pertanto opportuno consultare sempre il proprio medico curante e/o specialisti.

Calcola i tuoi giorni fertili

Calcola le settimane di gravidanza

Controlla le curve di crescita per il tuo bambino

Elenco frasi auguri comunione

Elenco frasi auguri compleanno

Elenco frasi auguri cresima

Calcola la data presunta del parto

Le domande della settimana

Mutazione MTHFR: bisogna assumere eparina e cardioaspirina quando inizia una gravidanza?

04/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Augusto Enrico Semprini

La mutazione MTHFR non influisce in modo negativo sulla gravidanza e non richiede cure particolari a salvaguardia della gestazione.   »

Test di Coombs negativo dopo l’immunoprofilassi: perché?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

Dopo l'immunoprofilassa il test di Coombs deve risultare positivo, a conferma che l'iniezione ha determinato l'effetto voluto. Se risulta negativo è opportuno appurarne la ragione.   »

Benzodiazepine in 34^ settimana di gravidanza: ci sono rischi?

03/11/2025 Gli Specialisti Rispondono di Dottoressa Elisa Valmori

È di gran lunga preferibile sospendere l'assunzione del Lorazepam prima del parto, in quanto il nascituro potrebbe andare incontro a crisi di astinenza della durata di circa 48 ore, proprio come accade per gli adulti. Ma l'alternativa c'è: è rappresentata dalla Quetiapina sicura in gravidanza e anche...  »

Broncospasmo in un bimbo di 3 anni: conviene fare il vaccino antiinfluenzale?

27/10/2025 Gli Specialisti Rispondono di Professor Giorgio Longo

La vaccinazione antiinfluenzale non è responsabile di broncospasmi. Le “bronchiti asmatiformi” ricorrenti sono tipiche dell’età prescolare, dell’età della socializzazione, quando i bambini inevitabilmente si passano uno con l’altro i virus di stagione (fondamentali per far maturare il bagaglio di difese...  »

Fai la tua domanda agli specialisti